Giulianova, Pepito Algeni morto a New York: parte la raccolta fondi per riportare la salma in Italia

Un anno fa era stato ricoverato in ospedale. A uccidere Pepito è stato un ictus o un infarto

Pepito Algeni morto a New York: parte la raccolta fondi per riportare la salma in Italia
di Francesco Marcozzi
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 08:42

È partita ieri una raccolta fondi per sostenere il rientro a Giulianova, in provincia di Teramo, della salma di Romolo Algeni. Gli amici lo hanno definito: «L’ultimo gesto d’amicizia per Pepito, il più significativo». È possibile donare per sostenere economicamente il ritorno a Giulianova della salma di Romolo “Pepito” Algeni. Il sommelier e manager della ristorazione, originario di Giulianova e da anni trasferito a New York, è deceduto improvvisamente la scorsa settimana a soli 65 anni. La polizia lo aveva trovato morto nel bagno della sua abitazione: era stata allertata dai colleghi di lavoro al Paola’s restaurant che da due giorni non avevano notizie di lui e non si era presentato al ristorante. A quel punto gli avevano telefonato, ma il cellulare era rimasto muto per cui hanno avvertito la polizia che, per entrare in casa, visto che Pepito viveva da solo, hanno dovuto sfondare la porta.

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Formalizzato il riconoscimento della salma. I parenti non sono potuti partire e hanno delegato i colleghi del ristorante di effettuare questa triste operazione. Nel certificato di morte c’è scritto: decesso per cause naturali. Nell’immediatezza è stato accertato che a uccidere Pepito è stato un ictus o un infarto tenuto conto che la sua caduta in bagno non aveva provocato ferite sul corpo e alla testa.

Ora si è appreso che solo un anno fa Romolo aveva accusato problemi di salute e era stato ricoverato in un ospedale di New York: c’era qualcosa che non andava e può essersi riacutizzato causando l’improvviso decesso.


Quanto alla colletta, gli amici hanno spiegato che «la sottoscrizione è stata fatta d’accordo con la famiglia ed è un gesto d’amicizia che vuol esprimere tutto l’affetto che ci legava a lui. È, soprattutto, il modo più bello per ricordare Pepito e onorarne la memoria. Ha portato negli Stati Uniti il nome di Giulianova e lo ha fatto tenendo saldo il legame con la città e con i tantissimi che gli volevano bene. Eravamo certi che l’avremmo salutato e abbracciato a Giulianova, in salute e gioviale come sempre. Il destino aveva però programmi diversi. Contribuire oggi, anche con poco, alle spese per il suo rientro, farà sì che Pepito possa riposare nella città che amava. Ed è un gesto, forse il più significativo, per ricambiare l’umanità, l’amicizia, la simpatia, che non ha mai smesso di donare a Giulianova e ai giuliesi».

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La cremazione

Al momento la scelta sarebbe quella della cremazione ed il rientro il patria delle ceneri, un’operazione ritenuta decisamente meno costosa rispetto al rientro del feretro. Una decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni.


Di lui, come ultimo omaggio, si è occupato anche “Gambero rosso” che così lo descrive: «Da bravo direttore di sala sapeva coccolare perfettamente il cliente e leggere molto bene chi aveva davanti. Faceva viaggiare i suoi commensali verso i luoghi più belli d’Italia con leggerezza, rodando un servizio che era una macchina perfetta. Un malore ha portato via uno dei personaggi più noti della ristorazione italiana nella Grande Mela. Romolo, in arte Pepito, era il direttore di Paola’s Restaurant». Poi l’articolo cita le parole di Pepito: «A New York il cameriere non è mai lasciato solo, il servizio è la cosa più importante per un americano. L’acqua, il pane, il vino: non esiste che il cliente debba chiedere». Così come esortava sempre a valutare i ristoranti da due dettagli: la porta e il bagno. «Dobbiamo sempre lavorare per la piacevolezza del cliente, in sala e in cucina. A volte ce lo dimentichiamo».

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