Poggio Mirteto ricorda il magistrato Italo Ormanni, fu l'ospite d'onore all'inaugurazione del tribunale

Ormanni, a destra, con l'ex presidente del tribunale di Rieti Bresciano alla cerimonia di Poggio Mirteto
di Massimo Cavoli
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Sabato 20 Aprile 2024, 09:57

RIETI - Italo Ormanni, il magistrato scomparso a 87 anni, titolare di inchieste su casi di cronaca italiana più importanti, tra i quali quelli riferiti alla scomparsa di Emanuela Orlandi, al delitto di Simonetta Cesaroni in via Poma, a Roma, e all’omicidio della studentessa Marta Russo, avvenuto all’università La Sapienza, non dimenticando le indagini condotte contro la criminalità organizzata e il terrorismo, è stato lungamente legato alla Sabina dove poteva contare su numerose amicizie e trascorreva le vacanze, soggiornando in una casa di campagna tra Montopoli e Poggio Mirteto. E, proprio a Poggio Mirteto, nel 2009, Ormanni fu l’ospite a sorpresa invitato dall’amministrazione comunale in occasione dell’inaugurazione della sezione distaccata del tribunale, poi chiusa nel 2012 per effetto dei tagli alla giustizia decisi dal governo Monti, di cui sottolineò l’importanza in prosecuzione dell’attività assicurata per decenni dall’ex Pretura.

Il magistrato era rientrato da pochi giorni dal Brasile dove, in qualità di capo del Dipartimento affari di giustizia del ministero, aveva sostenuto l’estradizione del terrorista Cesare Battisti, arrestato una prima volta dopo una lunga latitanza, e non volle mancare all’evento.

L’ex procuratore aggiunto di Roma, accolto nella nuova sede di via Riosole dalla prefetta Silvana Riccio, dal presidente del tribunale di Rieti Mario Bresciano, da giudici, avvocati e esponenti politici, durante la cerimonia espresse giudizi positivi sulla nuova realtà mirtense, simbolo di una giustizia di prossimità più vicina ai cittadini che, adesso, dopo la stagione delle chiusure e dei tagli, il governo punta a rilanciare con la riapertura dei piccoli tribunali. Ormanni era stato anche vittima, nel 2022, di un falso annuncio sulla sua morte: a diffonderla, per errore, fu una necrologia della redazione di Forum, la trasmissione di Mediaset condotta a lungo dal magistrato, ma a morire era stato Italo Felici, storico autore del programma. Notizia rilanciata da agenzie e quotidiani on line, ma che la famiglia del magistrato si limitò a smentire, senza avviare alcuna azione.

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