Bilancio, filosofia dell’intervento e futuro della sfida li spiega Alessio Cinfrigini, direttore operativo di Busitalia, Società del Polo Passeggeri del Gruppo Fs.
«Tutto nasce- spiega Cinfrignini- dopo la pandemia. C’eravamo resi conto che una parte dell’utenza si era disabituata a pagare il biglietto. Così ci siamo mossi su più direttrici: non ultimo quello per capire come stavano sicurezza di personale e utenti, con in testa il rispetto delle regole».
Così BusItalia ha messo in campo squadre di verificatori, sia per le tratte urbane che le extraurbane, che si sono mossi di concerto con degli assistenti (vigilantes per dirla facile facile). I verificatori in campo sono 35 su più turni di verifica (22 al giorno) e l’obiettivo di recuperare rispetto delle regole e della sicurezza ha funzionato.
Hanno funzionato e nelle scorse settimane il tema è stato anche all’ordine del giorno di un confronto tra BusItalia e i sindacati che Cinfrigigni definisce «molto franco» e che ha affrontato tutto quelle che significa controlli, verificatori, autisti presenza dei vigilantes di supporto.
I dati in mano a BusItalia confermano un trend umbro simile a quello nazionale: l’evasione tariffaria è maggiore sulle linee urbane che su quelle extraurbane. E per le urbane sono i tragitti brevi delle corse a invogliare di più a non pagare il biglietto. «È praticamente azzerata- sottolinea Cinfrigini- l’evasione legata agli studenti. L’intesa con Regione e Università per l’abbonamento annuale a 60 euro ha dato risultati molto importanti».
Legato al fenomeno dell’evasione, c’è quello della sicurezza: chi non paga, quando viene scoperto, a volte alza la voce e non solo. Gli autisti segnalano anche episodi, pesanti. L’ultimo un’aggressione a due verificatori a Città di Castello finita con la denuncia degli aggressori da parte della polizia.
«I numeri-spiega ancora il direttore Cinfrignini- ci dicono che da ottobre 2022 abbiamo avuto cinque aggressioni con referto medico dei nostri dipendenti. Sono numeri bassi, ma questo non significa che siamo molto attenti al problema. Anzi. L’obiettivo è rischio zero per chi svolge il lavoro sui bus urbani ed extraurbani. Quando succedono certi episodi il dipendente vittima che sia autista o verificatore ha l’assistenza legale da parte dell’azienda. Con il Comitato anti-aggressione c’è anche un supporto assicurativo. Già nel 2020 abbiamo attivato dei corsi per i dipendenti in modo che possano saper gestire le situazioni di rischio, che possano comportarsi in modo corretto per esempio quello che devono dire, al postura che devono assumere. L’iniziativa è stata molto apprezzata dal personale. Abbiamo già a budget nuovi corsi che estenderanno la platea-spiega ancora Cinfrigini- a ceto addetti». Insomma a scuola di difesa personale Per evitare disavventure mentre si è alla guida dei giganti che girano nelle città o quando viene fatto il controllo dei biglietti a sorpresa, sia a bordo che prima di salire a bordo, quello che gli esperti chiamano incarrozzamento.
Ancora altri numeri che aiutano a capire il mondo bus. In Umbria il fenomeno dell’evasione tariffazione è del 5% cioè la metà del dato nazionale. Ogni giorno, per fare un conto, sulla rete regionale i bus con il simbolo della Regione infilano 5mila corse e trasportano, in media, 95mila passeggeri. «E stiamo tornando-spiega Cinfrignini- a livello di utenza pre-Covid».
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