Chieti, blitz dei carabinieri del Ros: fermato giovane tunisino per terrorismo internazionale di matrice islamica

Il blitz è avvenuto in un Comune di 900 abitanti in provincia di Chieti, ai confini con il Molise

Chieti, blitz dei carabinieri del Ros: fermato giovane tunisino per terrorismo internazionale di matrice islamica
di Miriam Giangiacomo
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 10:54

È stato un improvviso suono di sirene a squarciare, nel pomeriggio di lunedì scorso, l'ovattato silenzio del tranquillo paesino di Fresagrandinaria e dei suoi 900 abitanti. Auto dei carabinieri con i lampeggianti accesi, a tutta velocità, hanno sfrecciato tra le viuzze per poi fermarsi davanti a una piccola abitazione situata vicino a una scuola. A scendere rapidamente dall'auto e a fare irruzione nell'abitazione, con passamontagna sul volto, sono stati i militari del Ros dell’Aquila. La casa è quella di un tunisino che da diversi anni vive a Fresagrandinaria, paese di 900 abitanti in provincia di Chieti, ai confini con il Molise con moglie e tre figli. Una vita tranquilla e regolare quella svolta dalla famiglia, dicono gli abitanti del paesino, se non fosse che il capo famiglia è stato oggetto del blitz del Ros perché indagato per il reato di terrorismo internazionale di matrice islamica. I militari hanno quindi condotto l'uomo nella locale dei caserma dei carabinieri, dov'è stato sottoposto a un lungo e accurato interrogatorio. Per trovare conferme, gli investigatori hanno anche perquisito da cima a fondo l'abitazione del tunisino, a caccia di prove che possano collegarlo al terrorismo islamico di matrice jihadista.

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I militari stanno infatti cercando di ricostruire la rete di relazioni intrecciata dal tunisino in Italia e all'estero via web, oltre a cercare di individuare eventuali obiettivi della sua presunta attività terroristica. Se riconosciuto colpevole, l’uomo rischierebbe una pena fino a 15 anni di carcere. «Non ci aspettavamo assolutamente che avvenisse un simile episodio - afferma il sindaco di Fresagrandinaria, Lino Giangiacomo - perché gli immigrati che vivono nel nostro paesino fanno parte del progetto Sai, sistema accoglienza nazionale per immigrati, organizzato dal Ministero dell'interno e dall'Anci, quindi sono stati controllati decine di volte dalle istituzioni prima di venire da noi. In base al progetto non possiamo accogliere più di 5 famiglie per un totale massimo di 15 persone, e gli immigrati che vivono qui sono tutti regolari: gli adulti lavorano e i bambini vanno a scuola, integrati perfettamente con gli abitanti del paese. Quindi sono supercontrollati e per di più soggetti a "protezione speciale". Quello che non vogliamo è che passi l'idea che il nostro sia un comune che accoglie chiunque, anche perché da parte nostra ci siamo tutelati, dal momento che non possono obbligarci a ospitare neanche un immigrato in più dei 15 concordati».

Sulla vicenda viene mantenuto il massimo riserbo da parte delle forze dell'ordine, ma intanto c'è chi assicura che il tunisino entrato nel mirino del Ros, all'indomani del blitz, circolava tranquillamente per il paese.

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