Emerson Fittipaldi a cui è stato assegnato il Casco d'Oro Legend

Mitico Emerson Fittipaldi, un altro eroe dei due mondi

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BOLOGNA - Settant’anni senza accorgersene. Proprio ieri Emerson Fittipaldi ha festeggiato il suo 70° compleanno, orgoglioso di avere appena messo nella sua luccicante bacheca il Casco d’Oro Legend. La statuetta è andata a fare compagnia ai due Caschi d’Oro iridati che il brasiliano aveva ricevuto oltre quattro decenni fa quando, all’inizio degli anni Settanta, vinse per ben due volte il Mondiale di F1. Nel motorsport l’eroe dei due mondi è l’italo-americano Mario Andretti. Nato in Istria quando era ancora italiana, “Piedone” emigrò in Pennsylvanya con la famiglia e iniziò a vincere da entrambe le sponde dell’Atlantico, dalla F1 alla 500 Miglia di Indianapolis, arrivando addirittura secondo alla 24 Ore di Le Mans.
 

 

Il mitico Mario ha ricevuto il Casco Legend nel 2015 e quest’anno non poteva che toccare a Emerson, un altro eroe dei due mondi. Pure lui di origini italiane (lucane) “Emmo” è nato a San Paolo in Brasile, ma da giovane è tornato in Europa per conquistare la F1 prima di andare a concludere una carriera leggendaria negli States dominando per due volte la mitica 500 Miglia di Indy e vincendo anche il titolo di campione americano. «Chi ha detto che non ho mai corso per la Ferrari? Due anni fa (ne aveva già 68 ndr...) ha partecipato con la 458 alla 6 Ore di Interlagos nella categoria GT e, anche se non sono arrivato al traguardo, ho avuto conferma delle sensazioni che si provano a guidare una Rossa in gara», ha raccontato Emerson divertito.

Il brasiliano ha poi aggiunto: «Bologna è sempre speciale, i Caschi sono unici, che onore riceverlo ancora. Da queste parti si respira la vera atmosfera del motorsport. Ora posso dirlo, sono andato due volte vicino a correre in F1 per la Ferrari, ma quando il Commendatore mi chiamò, avevo un contratto, non fu possibile, era destino. E anche altri campioni del mondo brasiliani come Piquet e Senna sono andati molto vicini al volante del Cavallino. Emerson conclude ricordando il papà: «Come accade a tanti bambini, lui mi ha trasmesso l’amore e la passione per questo sport. Faceva il telecronista e una volta, subito dopo la Guerra, fece una radiocronaca in diretta dall’Italia: lui parlava e la voce arriva in Sudamerica dopo cinque minuti...». Più o meno coetanei (Mario è nato nel ‘40, Emerson nel ‘46), le storie di Andretti e Fittipaldi sono entrambe da brividi. Tutti e due hanno vinto il mondiale con la Lotus (il brasiliano anche con la McLaren), ma “Emmo” da giovanissimo nel ‘72, l’italo-americano quasi a fine carriera nel ‘78 quando aveva già sbancato gli Usa.

Ma un altro titolo della Lotus è in una piccola parte merito di Fittipaldi, quello del 1970 conquistato da Rindt quando era già in cielo poiché aveva perso la vita a Monza a quattro gare dal termine della stagione.
Ickx con la Ferrari in rimonta trionfò in Canada e in Messico, ma sul terribile Watkins Glen negli Usa fu il giovanissimo Emerson, alla sua quarta gara con la Lotus di Colin Chapman, ad arrivare primo e togliere punti a Jackie che nella classifica finale restò alle spalle dell’austriaco.
 

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Mercoledì 14 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 15-12-2016 15:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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