Quattro anni fa ventuno partner in rappresentanza dell’ industria automobilistica tedesca si erano riuniti in un progetto per sviluppare le prime strutture al mondo per la verifica degli standard di sicurezza per i veicoli a guida autonoma in ambiente urbano. Ora i risultati del progetto, denominato Metodi di verifica e validazione ( Vvm) e finanziato dal Ministero federale tedesco per gli affari economici e l’azione per il clima con 47 milioni di euro, sono stati presentati in una ‘due giornì alla Carl Benz Arena di Stoccarda. È emerso che quanto più elevato è il livello di guida autonoma e quanto più complesso è il campo di applicazione di un sistema, tanto maggiori sono i fattori da tenere in considerazione durante lo sviluppo. Comunque sono già stati approvati i primi sistemi SAE Livello 3 per la guida in autostrada e un sistema Sae Livello 4 per il parcheggio senza conducente. Secondo gli esperti del consorzio Vvm, estendere l’uso di questi sistemi ad altre applicazioni, come il traffico urbano, significa che il veicolo e il sistema diventano molto più complessi e sono soggetti a requisiti molto più severi.
«Pedoni, ciclisti, veicoli a due ruote a motore, incroci con visibilità limitata sono una delle maggiori sfide per i sistemi di guida autonoma - ha detto Roland Galbas di Bosch, coordinatore del progetto del consorzio Vvm - perché occorre far fronte al traffico in un ambiente urbano, caratterizzato da un enorme volume di utenti della strada, sistemi semaforici, segnali stradali e veicoli». «Affinché i futuri veicoli siano in grado di gestire anche scenari che avvengono in casi estremamente rari - ha sottolineato Galbas - avranno bisogno di strutture e processi comprensibili che non solo consentano il funzionamento sicuro di un sistema in situazioni eccezionali, ma possano anche verificare che le manovre avvengano in sicurezza». Per Mark Schiementz di Bmw, co-coordinatore del progetto «l’essenza del progetto di ricerca Vvm è stata la verifica che le funzioni di guida automatizzata reagiscano in modo sicuro e affidabile e che avvantaggino anche gli utenti in termini di precisione e qualità». «Oltre al rispetto delle normative, il principio guida del lavoro dell’ industria automobilistica tedesca - ha puntualizzato Schiementz - non è solo quello di portare il progresso tecnologico sulle strade il più rapidamente possibile, ma anche di fornire veicoli e sistemi sicuri su cui si possa fare affidamento in ogni momento. E questa affidabilità parte proprio dallo sviluppo di questi sistemi».
L’approccio metodologico del progetto Vvm ne ha fatto il primo standard al mondo a tenere conto anche dei processi industriali, a sottolineare ancora una volta il ruolo pionieristico dell’ industria automobilistica tedesca nella guida autonoma. È emersa inoltre l’importanza della creazione di una ‘approvazione per l’uso stradalè in quanto fin dall’inizio dello sviluppo delle funzioni di guida autooma, la sicurezza è stata la considerazione prioritaria. Per i partner del Vvm le funzioni di sicurezza dovranno essere verificate prima che un veicolo sia omologato e certificato per l’uso nel traffico stradale. E per poter effettuare questo controllo è stato sviluppato congiuntamente un modello comprendente una serie di procedure, metodi e strumenti. Se applicato a livello industriale, il modello definito punta a fornire la base per verificare la sicurezza dei veicoli autonomi. «I modelli qui sviluppati consentono per la prima volta di fornire a tutte le Case automobilistiche le stesse strutture per la verifica e la validazione dei sistemi di guida automatizzata nelle aree urbane - ha detto Helmut Schittenhelm, coordinatore del progetto presso Mercedes-Benz - e ciò dovrebbe poi portare anche a standard a livello di settore che potrebbero rendere il traffico stradale ancora più sicuro per tutti gli utenti della strada».