Una dele Mini arrivate a Rovaniemi per consegnare le oltre 75 mila letterini di richiesta regali a Babbo Natale

Mini, la nuova slitta di Babbo Natale:
mai tante letterine arrivate a Rovaniemi

di Sergio Troise
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ROVANIEMI - Il Guinness dei primati s’è arricchito d’un record davvero speciale. Assegnato – strano ma vero – a un’automobile. No, non una velocissima supercar, ma una semplice Mini, inglesina di proprietà tedesca (BMW), un po’ sportiva e un po’ glamour, erede della deliziosa progenitrice delle moderne citycar progettata a metà del secolo scorso da quel genio che fu sir Alec Issigonis.

Il record mondiale approvato dal Guinness World Records
è stato riconosciuto, il 5 dicembre scorso, nel corso di una cerimonia ufficiale svoltasi a Rovaniemi, in una ambientazione fiabesca, nel cuore della Lapponia finlandese. Qui “abita” infatti Babbo Natale, o meglio Santa Claus, come lo chiamano in questo suggestivo e gelido lembo all’estremo Nord del mondo, dove la temperatura è attestata attorno ai meno 20° e le lunghe notti vengono ogni tanto rischiarate dai bagliori delle aurore boreali.

Mini è entrata nel Guinness per la lista più lunga di desideri mai consegnata a Santa Claus
: 75.954 i messaggi contenuti nelle letterine raccolte nelle scuole e pervenute da trenta paesi, a bordo di una carovana di Mini (otto vetture) partita dall’Italia. Lunga quasi 4 chilometri (3.798,5 metri, per la precisione), la lista da Guinness è stata realizzata unendo migliaia di lettere (ognuna conteneva tre desideri) scritte su una carta ecologica finlandese che riduce al minimo l’impatto ambientale. Ci sono voluti 18 giorni di lavoro per attaccare una all’altra tutte le letterine e comporre un unico blocco di carta. La speciale corrispondenza, del peso di 160 chili, è stata avvolta come fosse una pellicola cinematografica attorno a due grandi rulli e sottoposta al controllo degli ispettori del Guinness World Records.

La signora Louise Toms, arrivata appositamente da Londra,
ha consegnato il diploma nelle mani di Santa Claus nel corso di una cerimonia sospesa tra cronaca e fiaba: lui, Babbo Natale, barbona bianca e mantellone rosso, s’è presentato a bordo d’una slitta trainata da una renna e scortata da un paio di elfi; lei, la signora Toms, londinese di ferro, s’è fatta trovare pronta, con il suo elegante completino primaverile, senza né guanti né cappello né scarponi né giaccone, per assegnare l’attestato del record davanti a una folla di increduli giornalisti e fotografi alle prese con obiettivi e camere congelate. Un’eroina, la lady dei record. E una persona paziente: per srotolare il maxi rotolo di carta c’è voluta un’ora e venti minuti. Un lavoro accurato, necessario per controllare che tutto fosse in regola. Soprattutto, bisognava verificare che fosse superato il numero di richieste pervenute a Babbo Natale nel 2008, quando il signor Fernando Rojas, colombiano residente in Messico, raccolse 69.989 desideri all’uscita dello stadio Azteca (5965 in meno) stabilendo il precedente record entrato nel Guinness.

Nato nel 2011 su iniziativa della filiazione italiana
del marchio automobilistico, il progetto “Mini goes to Santa Claus” s’è trasformato in un evento internazionale, che ha coinvolto bambini (ma anche molti adulti) di trenta Paesi, compresi Stati Uniti, Singapore, Equador, Palestina, Ghana. Un coinvolgimento planetario, che tuttavia ha avuto nell’Italia il centro motore di tutto il programma. Le letterine raccolte nelle scuole italiane (pubbliche e private) sono state unite a quelle giunte da altri Paesi e caricate a bordo di un ufficio postale mobile, ovvero un rimorchio trainato da una Mini Countryman, che ha fatto tappa anche al Salone del Giocattolo di Milano e alla Fiera del Giocattolo di Norimberga. Da noi la raccolta è cominciata il 7 novembre a Messina, e da lì la missione è proseguita via via lungo lo Stivale. Il 18 novembre la carovana Mini è partita da Milano, con il suo carico di letterine diretto a Rovaniemi: oltre 3500 chilometri, attraversando alcune delle più belle città del Nord Europa, come Hannover, Copenaghen, Stoccolma.

Sette le Mini che hanno partecipato alla missione,
in pratica tutta la gamma attuale. La parte del leone l’ha fatta la Countryman, ovvero la Mini Suv con trazione integrale, che sulle strade innevate del Nord Europa e nel ghiaccio di Rovaniemi si è mossa senza alcuna difficoltà. Ma se l’è cavata egregiamente anche la nuova Paceman, una sorta di Countryman a tre porte, che la Casa definisce SAC (Sport Activity Coupé). Nella “Mini Family”, inoltre, la classica Hatchback, la piccola station Clubman e le sportive Coupè, Roadster e Cabrio. Alla guida, una squadra di driver che nel corso del lungo viaggio ha incontrato un solo problema: l’inflessibilità della polizia svedese, che ha minacciato seriamente di far saltare la missione, volendo ritirare la patente ad uno degli italiani al volante “perché non rispettava la distanza di sicurezza”. Ha invece accolto a braccia aperte le auto cariche di sogni giunte in Lapponia il vecchio amico Rauno Aaltonen, campione del mondo rally nel 1965 e storico dominatore del Rally di Montecarlo del 1967 con la Mini dell’epoca. “Un’auto molto diversa dall’attuale – dice il vecchio campione – soprattutto per la misura delle ruote, oggi molto più grandi. E tuttavia – aggiunge - ancora oggi guidare una Mini di nuova generazione regala un divertimento straordinario. Ve ne accorgerete tra qualche mese, quando arriverà in Italia la Paceman: più bassa e più rigida della Countryman da cui deriva, ha un comportamento sorprendente, da vera sportiva, senza problemi di rollio e di inserimento in curva”.

Suggestive alcune tappe del viaggio, che ha attraversato cinque Paesi.
In Danimarca la famiglia Mini è passata sui grandi ponti che permettono di percorrere tutto il Paese senza mai imbarcarsi su un traghetto. Hanno attraversato dunque anche il fantastico ponte sull’Oresund, che collega l’isola di Selandia con la Svezia, un capolavoro d’ingegneria che misura circa 16 chilometri, di cui quattro di tunnel e quasi otto su pilastri. Nella fase finale, i passaggi a Mankarbo, fiabesco paesino con le tipiche case rosse svedesi; ad Umea, città di centomila abitanti affacciata sul Golfo di Botnia, che nel 2014 sarà capitale europea della cultura; a Gammelstad, situata su un’isola nel delta del fiume Lule, che dal 1996 è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Rovaniemi, tappa finale del lungo viaggio, è la residenza ufficiale di Santa Claus.
Qui hanno sede il Santa Claus Village e l’Ufficio Postale dove viene smistata la posta proveniente da tutto il mondo. Cuore pulsante della Lapponia finlandese, Rovaniemi si trova sul 66° parallelo all’interno del Circolo Polare Artico e dista circa 800 chilometri da Helsinki e 2600 dal Polo Nord. La città è situata fra le colline di Ounasvaara e Kokalovaara, alla confluenza del fiume Kemijoki e del suo affluente Ounasjoki. Il nome Rovaniemi è stato ritenuto di origine lappone poiché “roavve” nella lingua Sami indica una collina boscosa. In finnico “rova” significa invece “cumulo di pietre” o “roccia”.

Il capoluogo della Lapponia è una città magica.
Infatti, nonostante il Natale arrivi solo una volta l’anno, a Rovaniemi è possibile incontrare Santa Claus tutti i giorni. Il movimento turistico è notevole, ogni anno i luoghi incantati di Santa Claus vengono visitati da più di mezzo milione di persone, e nel mese di dicembre può capitare di rimanere in fila più di due ore per incontrare il Grande Vecchio. Il quale – si bisbiglia in città – è felicemente sposato con “mamma Claus”, che l’aspetta tutte le sere nella loro casa di Korvatuunturi, un villaggio non distante da Rovaniemi. Santa Claus avrebbe, inoltre, due fratelli (uno manager, l’altro “alter ego”) con i quali svolge questo ruolo magicamente sospeso tra business e fiaba, in collaborazione con decine di elfi, ai quali spetta il compito di gestire la posta, le renne e quant’altro abbia a che fare con questo piccolo mondo caro a bambini incantati e ad avveduti amministratori locali. Una foto con Santa Calus – tanto per dire - costa dai 25 euro in su, una “risposta ufficiale” a una letterina 35 euro. Ci sono anche oggettini economici, come le matitine di Babbo Natale proposte a 2,80 euro. Peccato che siano made in China.

I giocattoli tradizionali non sono stati al centro delle richieste dei bambini.
Telefonini, sistemi elettronici e giochi digitali hanno dominato le liste pervenute a Babbo Natale. Un segno dei tempi, manifestatosi anche in altre forme: moltissime le richieste di fratellini e sorelline, cagnolini e gattini. Vuol dire che i piccoli sentono il bisogno di compagnia: un segnale lanciato alle mamme che lavorano e fanno meno figli. Non sono mancate le richieste a Babbo Natale anche da parte di adulti. C’è chi ha chiesto benessere e salute, lavoro e giustizia sociale. Qualcuno l’ha gettata in politica, chiedendo “rispetto per Obama”, qualcun altro s’è allineato alla “filosofia” di Santa Claus, che non perde occasione per dire che “il dono più importante è un mondo di pace, in cui si rispettino gli uomini e l’ambiente”. E con la crisi economica, come la mettiamo? “No problem – risponde serio il Grande Vecchio con la barba bianca – noi qui distribuiamo sogni, e sognare non costa niente…”. Ma in Italia – proviamo ad insistere – la situazione è grave, c’è poco da sognare… E lui, sornione: “Ah l’Italia, bella l’Italia, ci sono stato la prima volta tanti anni fa con la mia slitta e le mie nove renne, e ho conosciuto due simpaticoni, si chiamavano Romolo e Remo”.

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Martedì 11 Dicembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2012 08:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA