Il distributore di benzina, in questi gorni un posto meno ostile

Crolla il prezzo del greggio, benzina sotto
1,6 euro al litro per la prima volta in 3 anni

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ROMA - Buone notizie per gli automobilisti in vista delle feste di Natale, con la benzina scivolata sotto la soglia di 1,6 euro per la prima volta da tre anni a questa parte. A incidere è il crollo dei prezzi del petrolio, che oggi è affondato, spingendosi per la prima volta dal 2009 sotto la soglia dei 60 dollari al barile, per poi chiudere in calo dell'1,5% a 59,95 dollari.

Stando alle tabelle del ministero dello Sviluppo Economico, che elabora una media settimanale prendendo in considerazione impianti serviti, self service e pompe bianche, la benzina è scesa a 1,596 euro, portandosi al di sotto di 1,6 euro per la prima volta dal dicembre 2011, quando era a 1,575 euro al litro. Analogo andamento per il gasolio, che oggi, secondo la media del ministero, è 1,506 euro, allo stesso livello del novembre 2011 (1,501 euro al litro). La gita fuori porta nei giorni delle feste natalizie, dunque, quest'anno costerà parecchio meno rispetto al 2013: per un pieno di una macchina di media cilindrata ci vorranno poco meno di 80 euro, contro i quasi 90 dello scorso anno.

Malgrado la discesa dei prezzi, però, il Codacons non è del tutto soddisfatto. L'associazione dei consumatori rileva infatti che i listini italiani sono ancora i più alti d'Europa, con la media Ue per un litro di verde che è oggi di appena 1,333 euro al litro, quindi quasi 30 centesimi in meno. «I listini dei carburanti in Italia sono ancora troppo elevati e devono calare ulteriormente - afferma il Presidente Carlo Rienzi - Al di là dell'eccessiva tassazione che vige sulla benzina nel nostro paese, il forte decremento delle quotazioni petrolifere ha aperto margini per ampie riduzioni dei prezzi alla pompa, riduzioni che tuttavia ancora non si sono viste, con evidente aggravio di spesa per i consumatori».

A incidere, infatti, è naturalmente il petrolio, che oggi è sceso ancora fino a poco sopra la soglia psicologica dei 60 dollari. Un andamento che se rappresenta una boccata d'ossigeno per i Paesi importatori, pesa come un macigno sui conti dei produttori. Anche a causa del crollo delle quotazioni la Banca centrale della Norvegia, il maggior produttore europeo di greggio, ha deciso un taglio dei tassi di interesse dello 0,25% all'1,25%. Il Venezuela, secondo Moody's, rischierà addirittura il default se il prezzo il prezzo si stabilizza intorno ai 60 dollari il barile. La Casa Bianca, comunque, monitora «da vicino» l'andamento delle quotazioni.

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Venerdì 12 Dicembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 16-12-2014 11:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA