Sergio Marchionne amministratore delegato di Fiat e presidente di Chrysler

Fiat Sevel capitale dei veicoli commerciali:
Atessa, la fabbrica che il mondo ci invidia

di Giorgio Ursicino
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ATESSA - Una giornata intensa. La visita allo stabilimento Sevel, l’annuncio dell’emissione di bond, per concludere con l’assemblea degli azionisti di Industrial che ha ufficializzato la fusione con Cnh. Nasce una nuova società che avrà sede legale in Gran Bretagna e sarà quotata a Wall Street, senza però più avere il nome Fiat nella ragione sociale. Il passaggio più importante è stato il rilancio dello stabilimento di Val di Sangro, il più grande e importante del Lingotto nel nostro Paese.

La sentenza della Consulta. Dopo le numerose polemiche dei giorni scorsi sulla sentenza della Corte Costituzionale e sulla presenza del vescovo di Nola durante le proteste davanti a Pomigliano, l’ad non ha parlato a braccio, ha letto un discorso scritto con parole pesate su tutti i principali temi in campo. L’attuale sintesi delle posizioni dell’azienda torinese di fronte ai principali fatti. L’argomento che scotta di più è quello dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori. «La sentenza aggiunge un elemento di incertezza - ha spiegato Marchionne - leggeremo le motivazioni con grande attenzione. Fiat ha solo applicato una legge che era in vigore da tempo e che, ironia della sorte, fu voluta proprio dalla Fiom nel 1996». Marchionne critica la cultura dei soli diritti «al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa: i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati ma, se continueremo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo». E parte la stoccata al presidente della Camera Boldrini.

Basta attacchi dalle Istituzioni. Marchionne non fa nomi ma, dopo avere ringraziato le autorità presenti nonostante i numerosi impegni, affonda il colpo: «Malgrado stiamo operando in un contesto economico negativo non vogliamo mettere in discussione gli investimenti annunciati, ma non possiamo accettare che comportamenti violenti, di boicottaggio del nostro impegno, vengano considerati “esercizio di diritti” anche da autorevoli Istituzioni». Il manager parla della lettera che gli ha inviato Landini, è disposto ad accettare un incontro, ma non a rimettere in discussione i contenuti dei contratti firmati con le altre associazioni e approvati a maggioranza: «Prima di avviare qualunque altra iniziativa in Italia abbiamo bisogno di poter contare sulla certezza di gestione e su un quadro normativo affidabile. Per salvare gli stabilimenti italiani abbiamo scelto di investire senza la certezza del risultato. Ma questo fa parte del nostro mestiere. Non possiamo invece più prenderci il rischio di un sistema che non garantisce norme certe: questo non è fare impresa, è giocare alla roulette russa».

Serve l'intervento del legislatore per fare chiarezza. Marchionne chiede l’intervento del legislatore per colmare il vuoto normativo dell’art. 19, invita il governo a fare delle proposte. Illustrando il piano di Atessa punta i riflettori sul valore della produzione che è l’unico modo per creare ricchezza. Sottolinea l’evoluzione di Fiat nell’ultimo decennio («se non avessimo cambiato avremmo portato i libri in tribunale, abbiamo investito 23,5 miliardi e ricevuto solo 742 milioni di agevolazioni pubbliche»), le opportunità create dallo scenario internazionale e ricorda il discorso di Gianni Agnelli quando, nell’autunno del 1981, inaugurò la fabbrica abruzzese con il presidente Pertini: «Se la priorità della produzione non viene rispettata un Paese va allo sfascio, disse l’Avvocato oltre 30 anni fa. Parole profetiche: se non si rispetta il primato della produzione, la libertà conquistata dai nostri nonni e padri si trasforma in una rissa fra fazioni e gruppi sociali per spartire le briciole».

Atessa, un impianto modello che il mondo ci invidia. Sevel è il più grande stabilimento di veicoli commerciali d’Europa, lavora su tre turni ed ha una capacità di 300 mila unità l’anno. Nei prossimi 5 anni verranno investiti 700 milioni per realizzare il nuovo Ducato e le componenti per le versioni che verranno prodotte in Nord e in Sud America. Un terzo dei commerciali venduti in Europa è prodotto ad Atessa, il 70% dei camper che circolano nel Continente sono su base Ducato. Marchionne è stato nominato presidente della nuova Cnh Industrial (nel Cda ci sono anche Elkann e l’ex rettore della Bocconi Tabellini), azienda leader mondiale nel settore del Capital Goods: «Oggi inizia una nuova era».

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Martedì 9 Luglio 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA