La nuova Subaru Forester

Nuova Forester, più ricca e sicura la “star” Subaru. Look rinnovato e dotazione tecnologica più completa

di Giampiero Bottino
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Subaru. Un marchio per appassionati esigenti e affezionati, che difficilmente lo tradiscono dopo avere provato l’indiscutibile qualità dei prodotti e apprezzato l’originalità di scelte – su tutte, l’incrollabile fiducia nei motori boxer che dal 1966 sono stati prodotti in 21 milioni di unità – che lo differenziano dai competitor. Un costruttore quasi di nicchia, come testimoniano le vendite globali che solo alla metà dello scorso decennio hanno superato il milione di vendite annue, resistendo al di sopra della fatidica soglia fino al 2019, cioè finché la mannaia della pandemia non si è abbattuta sul mercato globale.

Un andamento che, ovviamente con numeri diversi, trova sostanziale corrispondenza nel nostro Paese dove il picco raggiunto con le 3.660 immatricolazioni del 2016 è stato sostanzialmente difeso – seppur con lievi oscillazioni – finché il Covid non ha imposto il suo tributo, certificato dal -30% con cui si è chiuso il 2020, peraltro seguito l’anno successivo da un rimbalzo del +18%, ben superiore al +5,8% registrato dal mercato nel suo complesso.

Un tendenza positiva da cui Nicola Torregiani, direttore vendite e post-vendita di Subaru Italia, trae ottimi auspici attribuendo all’anno da poco iniziato un potenziale di crescita che potrebbe sfiorare il 70%, ma che nello scenario peggiore – reso forse più realistico dal conflitto tra Russia e Ucraina – non dovrebbe comunque scendere oltre il 14%. In questo assume un ruolo importante la Forester, la cui quinta generazione – entrata in scena nel 2019 – festeggia con un incisivo restyling i 25 anni di vita di un modello che finora ha conquistato 4,5 milioni di clienti nel mondo, 357.000 in Europa e 27.500 in Italia, dove vale in media un quarto delle vendite di marca, con punte che in qualche caso hanno raggiunto o superato il 30%

Dal punto di vista estetico, il rinnovamento ha portato in dote alla Forester un frontale rivisitato nel disegno dei gruppi ottici, dei fendinebbia, della calandra e del paraurti, oltre ad alcune modifiche di dettaglio come le maniglie delle portiere che ora sono in tinta con la carrozzeria. Ma la novità più significativa riguarda l’articolazione stessa dell’offerta caratterizzata da una doppia anima: la Touring, dal carattere più “cittadino” e dal look più ricercato, declinata negli allestimenti Free, Style e Premium che partono rispettivamente da 37.750, 40.750 e 45.250 euro, e l’inedita configurazione Outdoor pensata per un impegno più avventuroso che trova espressione nella versione non a caso battezzata 4Dventure (a listino per 44.750 euro) che abbiamo potuto provare in “rappresentanza” dell’intera famiglia.

Di questo modello abbiamo apprezzato – oltre al comfort di un abitacolo sobrio e accogliente, vivacizzato da alcune specifiche scelte cromatiche – l’affidabilità e le prestazioni, brillanti ma mai “feroci”, enfatizzate in tutte le condizioni di marcia dai più recenti sviluppi di alcune tecnologie tipicamente Subaru. Su strada, per esempio, il sistema di gestione dell’acceleratore SI Drive si è arricchito della funzione “e-Active Shift Control” che si attiva quando si sceglie la modalità di guida Sport, alternativa alla “Intelligent” più orientata all’efficienza. Quando si preme a fondo il pedale del freno durante l’inserimento in curva il sistema simula una scalata di marcia che ha il duplice vantaggio di accentuare l’effetto freno motore e di favorire l’accelerazione in uscita dalla curva.

Quando il terreno si fa più impegnativo entra in gioco la leggendaria trazione integrale Symmetrical Awd”, prodotta dal 1972 in oltre 20 milioni di esemplari e ben assistita dalla più recente evoluzione dell’X-Mode, il sistema di gestione della motricità portato in Europa nel 2015 dall’Outback che offre la scelta tra le modalità Snow/Dirt (per fondi irregolari) e Deep snow/Mud (quando fango e neve rischiano di “imprigionare” le ruote) e nella nuova versione ha “imparato” a reinserirsi automaticamente non appena la velocità scende al livello che ne consente l’utilizzo.

A garantire un rapporto equilibrato tra ricerca delle prestazioni e perseguimento dell’efficienza concorre un powertrain incentrato sull’elettrificazione dell’irrinunciabile architettura Subaru il cui motore, ribattezzato e-Boxer e portato all’esordio proprio da Forester, è l’unico disponibile per la rinnovata famiglia: si tratta del 4 cilindri 2.0 da 150 cv, un classico del costruttore nipponico abbondantemente rivisitato, visto che i suoi componenti sono nuovi all’80%. 

È abbinato al cambio Lineartronic che Forester ha portato in Europa nel 2015 con la quarta generazione e che in questa occasione è reduce da una messo a punto finalizzata a rendere più efficace la collaborazione tra il motore termico e quello elettrico integrato nel cambio stesso e capace quando serve di supportare il benzina con un istantaneo surplus di potenza (12,3 kW, pari a 16 cv) e di coppia (66 Nm). Un cambio che nel test ha ridotto, ma non annullato del tutto, l’effetto “fiatone” che rappresenta uno dei più diffusi “effetti collaterali” tipici delle trasmissioni a variazione continua. Secondo i dati diffusi dall’azienda, la componente elettrica può ridurre fino all’11% i consumi di benzina rispetto alla versione solo termica dello stesso motore.

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Martedì 8 Agosto 2023 - Ultimo aggiornamento: 09-08-2023 16:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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