Rieti, danni all’auto dell’ex dopo la separazione filmati col telefonino ma per la difesa l'autrice non è chiara

Tribunale di Rieti (Archivio)
di E.F.
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Giovedì 21 Marzo 2024, 00:10

RIETI - Un telefonino, collegato da remoto tramite app al pc e nascosto nel ramo di un albero del giardino di casa, per immortalare l’autore di atti vandalici. Una separazione i cui strascichi, tra attriti e dissapori, probabilmente mai del tutto risolti, è finita direttamente nell’aula penale del tribunale di Rieti, davanti al giudice monocratico, Claudio Prota, con una ex sottoposta a giudizio per danneggiamenti e il compagno, un 37enne, parte offesa, a causa dei ripetuti atti vandalici seriali patiti ai danni della propria autovettura.

La vicenda. Una vicenda che aveva preso il via a seguito della separazione della coppia nel 2021. In aula, ascoltato uno dei carabinieri che intervennero e che raccolsero la denuncia dell’uomo: visionò i frame salienti delle immagini registrate dallo smartphone. Ascoltato anche il 37enne, che ha fornito al giudice il racconto di una serie di atti vandalici e di ripetuti danneggiamenti perpetrati dalla donna, che si accaniva sulla sua auto alle prime luci dell’alba.

Gli episodi. In alcuni casi, oltre ai danni economici e materiali per la riparazione di gomme, specchietti e tergicristalli, si era anche aggiunto il problema dell’impossibilità di recarsi sul posto di lavoro.
Solo nel marzo del 2021, sarebbero stati ben nove gli episodi contestati dall’uomo in tribunale, dove però si è proceduto soltanto in riferimento all’ultimo fatto, quello ripreso dal telefono cellulare, in cui sarebbe riconoscibile l’imputata.
Così il 37enne, dopo essersi più volte ritrovato l’auto, una utilitaria, danneggiata e con problemi per recarsi al lavoro, aveva deciso di raccogliere delle prove in maniera “fai-da-te”, posizionando il proprio smartphone sull’albero di casa, con la telecamera precisamente puntata sul veicolo, potendo così - tramite applicazione - gestire dal pc di casa l’accensione della telecamera del telefono e, quindi, attivare la registrazione.

La scoperta. Così, pochi minuti dopo le cinque del mattino, ecco una figura in pigiama e vestaglia, ripresa, avvicinarsi all’auto per divellere tutti e due gli specchietti retrovisori ed entrambi i tergicristalli per poi gettarli a terra e allontanarsi.

Scaricato il filmato in una chiavetta usb, è partita così la denuncia che, nel prossimo mese di giugno, porterà alla decisione del giudice, sulla quale peserà la chiara posizione della difesa della donna (avvocato Alberto Pirri), che ha sollevato dubbi sull’autenticità della ripresa ma soprattutto (era buio e la qualità delle immagini non poteva essere eccellente) sulla reale identità della persona accusata nonché la circostanza che si possa essere trattato di un individuo con fattezze artefatte per non essere riconoscibile.

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