Un'auto elettrica in ricarica

Auto elettriche, l’industria rivede programmi e investimenti. Rallenta trend crescita delle vendite, serve diminuzione prezzi

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Ieri Luca de Meo ceo del Gruppo Renault ha annunciato l’annullamento della quotazione in Borsa di Ampere, la società creata per essere il ‘pure player’ europeo dei veicoli elettrici e del software. Oggi sono state diffuse indiscrezioni - riportate da Automotive News Europe - su un’analoga decisione che Volkswagen AG potrebbe prendere relativamente all’Ipo per la sua unità di batterie PowerCo. Si tratta di due segnali forti - segnalano media specializzati e analisti - sulla criticità della transizione verso la mobilità solo elettrica e sulle preoccupazioni dell’industria rispetto alla redditività del settore. Dubbi questi che non sono solo la conseguenza dell’andamento donne immatricolazioni dei modelli a sola batteria nel mercato europeo (1.899.700 vendute nel 2023 con la previsione di salire il prossimo anno soltanto a 1.935.000 unità) ma anche del diffondersi a macchia d’olio di un ripensamento che molti grandi gruppi stanno mostrando nei confronti di questa radicale trasformazione dei mercati. Già negli Stati Uniti il due colossi General Motors e Ford avevano ridimensionato i programmi per modelli elettrici e fabbriche di batterie, in parte per la preoccupazione di una eccessiva dipendenza dalle importazioni.

Ora arrivano anche le dichiarazioni di aziende che hanno un forte impatto sull’Europa. Jose Munoz direttore operativo di Hyundai aveva detto nel novembre 2023 che «pur vedendo un continuo aumento delle vendite» dei propri modelli 100% elettrici, evidenziava che «il settore non stava crescendo così velocemente come pensavamo» e che la «domanda non era così elevata come previsto.» E nei giorni scorsi gli aveva fatto eco Akio Toyoda, il presidente di Toyota Motor - che è il più grande gruppo automobilistico al mondo - affermando che «i veicoli elettrici a batteria raggiungeranno, al massimo, il 30% della quota di mercato, mentre il resto sarà occupato da ibridi, fuel cell a idrogeno e auto a combustione» e sottolineando che «sono i clienti e non le normative o la politica a dover prendere questa decisione». Gli automobilisti europei si stanno raffreddando nei confronti del passaggio ai veicoli elettrici - scrive l’autorevole Forbes - poiché svantaggi imprevisti soffocano le aspettative«. Nel rapporto viene inoltre ribadito che l’attuale debolezza delle vendite di veicoli elettrici è in parte legata alla decisione della Germania di porre fine ai sussidi il 18 dicembre. »La Germania è il più grande mercato d’Europa di auto elettriche con circa il 25% delle vendite ma gli acquirenti stanno scoprendo che molti dei vantaggi promessi con il passaggio al veicolo elettrico non si realizzano nel mondo reale«.

Ed è sempre Forbes a ricordare che se si vogliono raggiungere quote di mercato pari all’80% entro il 2030 nella Ue e nel Regno Unito pari all’80% entro il 2030, i prezzi dei veicoli elettrici dovranno scendere drasticamente» con gli investitori che di conseguenza «stanno diventando nervosi per i rischi connessi». Dopo la prevista stagnazione nel 2024 lo scenario dovrebbe mutare soprattutto se verrà ridotto l’impatto degli altri prezzi di acquisto delle auto a batteria, che impatta sulle fasce più deboli. Secondo Matt Schmidt di Schmidt Automotive Research, le vendite di veicoli elettrici in Europa potrebbero salire nel 2025 a 2,6 milioni (20% del totale) passando a 9,2 milioni (65%) entro il 2030. Ma per gli analisti della britannica Jefferies Group LLC al traguardo del 2030 le immatricolazioni non supereranno gli 8,9 milioni nel 2030, cioè ben sotto le previsioni. 

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Martedì 30 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 13:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA