Un autovelox

Autovelox, nel 2023 incassi milionari piccoli comuni. Nelle grandi città invece solo l'11% dei proventi multe da rilevatori velocità

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L'incubo degli automobilisti, gli autovelox, continuano a garantire entrate milionarie alle amministrazioni locali, e dal Salento alle Dolomiti si moltiplicano le anomalie circa l'uso degli strumenti di rilevazione automatica della velocità. Apparecchi sui quali è intervenuto di recente anche il governo con una norma che dovrebbe limitarne l'uso: «nei punti pericolosi continueranno ad essere installati. - spiegava il vicepremier e ministro dei Trasporti, matteo Salvini - Gli autovelox furbetti, a ripetizione sugli stradoni o dietro l'albero, che sono una tassa occulta, non potranno più essere installati. Il sindaco dovrà giustificare per motivi di sicurezza perchè quell'autovelox è stato installato. Perchè sono una rovina». La nuova rilevazione sugli autovelocx è di Assoutenti che ha analizzato i dati sui proventi delle sanzioni stradali pubblicati dal ministero dell'Interno. Il caso più eclatante è quello di un piccolo comune delle Dolomiti, Colle Santa Lucia (Bl), che nonostante conti poco più di 350 abitanti ha incassato nel triennio 2021-2023 la bellezza di 1.265.822 euro grazie all'unico autovelox installato sul proprio territorio, l'equivalente di 3.616 euro a cittadino residente. - spiega Assoutenti - Ricchissimi anche i comuni del Salento, che nel 2023 hanno registrato incassi milionari grazie agli apparecchi di rilevazione automatica della velocità: oltre 8,7 milioni di euro in appena 4 comuni (4.770.631 euro Galatina, 1.830.484 euro Trepuzzi, 1.240.770 euro Cavallino, mentre il comune di Melpignano si ferma a 898.986 euro). 2,3 milioni di euro gli incassi di soli 3 comuni (Puglianello, Castelvenere, Torrecuso) ubicati lungo la «temibile» strada statale 372 Telesina che da Caianello porta a Benevento, notoriamente disseminata di autovelox.

Altra strada «killer» sul fronte degli autovelox è la via Flacca che attraversa il litorale del sud laziale: qui il Comune di Terracina ha incassato lo scorso anno 2.177.914 euro grazie agli apparecchi di rilevazione della velocità, 506.886 euro Formia, 365.326 euro Gaeta. In Veneto gli autovelox hanno garantito 3.486.863 euro al comune di Cittadella (Pd), 1.630.297 euro a Cadoneghe (Pd), 1.547.812 euro a Giacciano Con Baruchella (Ro), 1.306.311 euro a Bagnolo Di Po (Ro), 1.085.383 euro ad Arsiè (Bl), 1.044.070 a Tribano (Pd), aggiunge Assoutenti. «Siamo favorevoli alle multe verso chi supera i limiti di velocità, a patto che i primi a rispettare le regole siano gli enti locali, che non devono usare gli autovelox come bancomat ma solo ai fini di garantire la sicurezza stradale. - spiega il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso - In tal senso riteniamo giusta la recente decisione del governo di regolarizzare l'uso di tali apparecchi ma devono essere previste sanzioni salate anche per gli enti locali che non rispettano le disposizioni». 

L'Ufficio Studi dell'Asaps ha analizzato i proventi delle multe 2023 e il loro utilizzo nelle 14 città italiane con più di 200.000 abitanti, con 583 milioni incassati (+6% rispetto al 2022): «solo l'11% di questi soldi sono dovuti alle multe degli autovelox, 11% che diventa un 6% da Roma in giù, pertanto in ambito urbano gli autovelox non sono certo la prima fonte di cassa per i Comuni», commenta l'Associazione sostenitori della Polizia stradale, che ha realizzato lo studio con l'Associazione Lorenzo Guarnieri. E ci sono «significative differenze fra città e città, che vanno dagli 8,2 euro ad abitante di Napoli ai 124,8 di Firenze; la media italiana è 62,4». Per quanto riguarda l'utilizzo di questi importi, l'educazione alla sicurezza stradale è la cenerentola con solo 89.238 euro, spiccioli considerato l'ammontare totale. La parte del leone negli investimenti la fanno la manutenzione delle strade (97 milioni) e l'illuminazione pubblica (41); il 25% degli investimenti, pari a 77 milioni e indicati come destinati a sicurezza stradale (legittimamente da un punto di vista legislativo), «in realtà non hanno molto a che fare con la sicurezza stradale, fra questi 19 milioni sono destinati al pagamento di luce e gas».

«Si ha la sensazione - commenta il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni - che se non ci fossero più multe perché i cittadini rispettano il codice della strada avremmo città al buio, uffici comunali al freddo e senza luce, strade senza segnaletica e con voragini e polizia municipale senza uniformi e senza pensione. La nostra analisi fa prevalere l'idea che nella destinazione dei proventi delle multe non ci sia una progettualità specifica. Si ha la sensazione, corroborata dai dati, che le destinazioni dei proventi siano tutte spese che l'amministrazione doveva comunque fare e che vengono assegnate a posteriori alla categoria del miglioramento della sicurezza stradale. Spese già sostenute 'indipendentemente' dai ricavi delle multe. Non si vede visione, progettualità specifica per migliorare la sicurezza delle strade della città in particolare per gli utenti deboli: pedoni e ciclisti». Per l'Asaps «i soldi per migliorare la sicurezza dei cittadini nelle nostre città ci sarebbero, ma manca la volontà politica per un vero cambio di passo verso una mobilità più sicura, dove non si debba più morire per muoversi».

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Domenica 2 Giugno 2024 - Ultimo aggiornamento: 16:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA