La Byd Seal davanti al parlamento ungherese

La grande Cina fa rotta sull’Europa: prima fabbrica di BYD in Ungheria

di Pasquale Di Santillo
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La sfida è lanciata, silenziosa, inesorabile. Perché solo chi conosce la realtà produttiva cinese può comprendere bene quello che sta accadendo nell’automotive. E BYD (acronimo di Build Your Dreams, costruisci i tuoi sogni) di quella realtà, cioè il Paese del Dragone diventato il primo produttore di autovetture globale e il secondo esportatore (primo nei confronti dell’UE), è l’autentica punta di diamante. Titolo meritato da molti punti di vista. L’ultimo, solo in ordine di tempo, riguarda la realizzazione della prima fabbrica di vetture passeggeri in Europa, a Szeged in Ungheria. Non si sa ancora quando inizieranno i lavori sui 300 ettari previsti dal progetto, ma sicuramente la posizione è strategica, nel cuore dell’Europa, al confine con Serbia e Romania e a ridosso della linea ferroviaria che collega l’Ungheria con la Cina. Un segnale della serietà e della solidità di una realtà nata appena nel 1995 come azienda produttrice di batterie per cellulari e solo 8 anni dopo evoluta in Costruttore automotive. Qualche numero per comprendere meglio. Settecentomila dipendenti in 70 Paesi di 6 continenti, 70.000 ingegneri; 30 stabilimenti, 40 filiali, 27.000 brevetti depositati dal 1995 a oggi. Unica Casa al mondo ad avere al proprio interno l’intera catena produttiva, oltre la genialità industriale di aver inventato le “blade battery” delle celle ultrasottili per auto elettriche fornite sia a Tesla che a Toyota.

Insomma, un patrimonio umano, tecnico, economico (29 miliardi di euro di fatturato nel 2022, +96% sul 2021 con una capitalizzazione di 134 miliardi di dollari) che lo scorso anno si è tradotto in 1,86 milioni di vetture vendute nel mondo, di cui il 30% elettriche. Una crescita esponenziale che quest’anno potrebbe tradursi in un altro record, cioè il sorpasso nelle vendite di vetture solo elettriche a danni di Tesla, la Casa icona delle auto a zero emissioni. Infatti, solo a novembre BYD - che ha già prodotto 6 milioni di vetture a nuova energia, elettriche e ibride plug-in, NEV, come le definiscono in Cina - ha venduto 301.378 unità elettrificate (+31% rispetto al 2022), con una crescita super delle elettriche (+49%) e del +13% delle plug-in. Un autentico braccio di ferro con Tesla che a settembre veniva data in vantaggio di sole 3.000 unità. Troppo poco probabilmente, visto che BYD questa sfida se la gioca in casa, sul mercato interno cinese. Dove i suoi numeri sono aiutati da altri brand del Gruppo come Fang Cheng Bao e Yangwang e da una gamma economicamente più accessibile. Tesla conta su 4 modelli - Model S, Model 3, Model X e Y - con listini da 40.000 a 100.000 dollari, BYD invece ha Song, Qin Plus, Dolphin, Yuan Plus e altri modelli sotto il marchio Han che dominano la classifica delle prime 10 auto più vendute in Cina (qui compare solo Model Y). Come se non bastasse, a Shanghai BYD ha lanciato sul mercato interno la Seagull, elettrica per tutti al prezzo di circa 10 mila dollari.

Oltre l’accessibilità e le sfide globali, BYD comunque è in grado di vincere anche quella della qualità, come abbiamo potuto verificare personalmente guidando la BYD Seal (una delle 7 finaliste dell’Auto dell’Anno 2024). Una berlina dalle grandi qualità estetiche, dinamiche e di efficienza, che insieme alla Atto 3 e alla Dolphin e alla Seal U, un Suv che arriverà a inizio dell’anno contribuirà non poco alla crescita dei numeri di BYD di Europa e in Italia, oltre ad aumentare la considerazione e la credibilità del Marchio.

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Domenica 7 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 08-01-2024 10:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA