Una fabbrica di auto: in Europa restano molto sotto utilizzate

Auto, da 5 anni Europa a due velocità:
Italia -50%, Regno Unito in crescita

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Brusca accelerata del mercato europeo dell’auto che non riesce però a riportare in positivo il segno dell’intero anno. A dicembre nei 27 paesi Eu e nei tre Efta sono state immatricolate 948.040 vetture, il 13% in più rispetto alle 839.027 dello stesso periodo del 2012.

Nei 12 mesi le consegne sono state 12.308.215, l’1,8% in meno rispetto alle 12.528.093 dell’anno precedente. Ben 100 mila delle 220 mila vetture perse a livello continentale appartengono al nostro mercato che continua ad essere il peggiore fra i 5 principali e che ha quasi dimezzato i volumi rispetto a prima della crisi scoppiata in realtà negli Usa e poi deflagrata in Europa (soprattutto in Italia). Sia nel mese che nell’anno il gruppo Fiat fa peggio della media, incassando una perdita di quota di mezzo punto a dicembre (dal 6% al 5,5%) e di 0,4 punti nell’intero 2013 (dal 6,4% al 6%) che ha visto un calo delle vendite per il Lingotto del 7,3% (da 798.924 unità a 740.641).

In leggera controtendenza il marchio Fiat che nell’anno è sceso dell’1,3% incrementando di 0,1 punti la quota di mercato (da 4,6 a 4,7). Il principale brand del Lingotto ha fatto decisamente meglio degli altri della scuderia che hanno visto scendere le loro consegne tutti a doppia cifra con un picco del 28,4% nell’anno per l’Alfa Romeo, il marchio che sarà al centro del piano triennale di Fiat-Chrysler che Sergio Marchionne annuncerà a maggio. L’azienda italiana sottolinea i buoni risultati in alcuni paesi dove l’andamento delle consegne è stato invece superiore alla media: più 12,2% nel Regno Unito rispetto al 10,8% e più 13,7% in Spagna rispetto a al 3,3% del totale mercato.

Fiat continua ad avere due modelli (500 e Panda) in testa al segmento delle «piccole» con una quota complessiva del 27%. Il CSP continua a sottolineare la doppia velocità con cui procede il continente confermata dalle performance della Gran Bretagna che utilizza la sterlina. Sia nel mese che nell’anno, infatti, è profondamente diverso l’andamento di Eurolandia rispetto agli altri paesi che hanno monete diverse. Le vendite dei mercati legati all’euro sono cresciute dell’11,5% a dicembre e scese del 4,4% nell’intero anno, quelle degli altri sono invece aumentate del 18,9% nel mese e del 7% nell’anno.

Il Regno Unito è addirittura cresciuto per il 22° mese di fila mettendo a segno nel 2013 il migliori risultato degli ultimi 5 anni, cioè in un periodo dove le vendite in Italia sono scese del 45%. Anfia fa notare che dal 2007 si è quasi dimezzato il nostro tasso di sostituzione già basso e tutte le principali associazioni di settore continuano a chiedere qualche forma di intervento da parte del governo. Di parere diverso solo Marchionne che anche a Detroit a ripetuto: «Noi non chiediamo niente, in un momento come questo l’esecutivo ha cose più importanti per i cittadini di cui preoccuparsi».

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Venerdì 17 Gennaio 2014 - Ultimo aggiornamento: 23-01-2014 14:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA