John Elkann presidente di Fiat e Diego Della Valle numero uno di Tod's

Scontro Elkann-Della Valle: «Tod's è piccola
e va male». «E' ora che vada a lavorare»

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ROMA - Duro scambio di accuse tra il presidente Fiat John Elkann e il numero uno di Tod's Diego Della Valle, ai ferri corti su Rcs. In mattinata Elkann è andato al contrattacco dopo le minacce di Della Valle di azioni legali sul gruppo del Corriere della Sera e gli ha dato del «nano» come imprenditore, segnalando che Tod's ha perso in Borsa il 20% da inizio anno.

A stretto giro Mr. Tod's gli ha risposto con un attacco a Fiat, accusata di essere scappata dall'Italia, perchè «chi si comporta così non merita nessun rispetto» e un invito sarcastico a visitare la propria azienda. «Potrebbe anche rimanere per uno stage - ha detto -, visto che ha molto tempo libero, così potrà imparare cosa vuol dire lavorare per davvero». «Non posso pensare che Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs - ha detto Elkann -, penso che la Tod's lo preoccupi. Va male, è giù del 20% da inizio anno. Rispetto ai suoi concorrenti Prada, Armani, Lvmh e Kering è un nano. Un'azienda di dimensioni piccole e non sta andando bene».

Quanto invece all'andamento del gruppo editoriale, Elkann si è detto «molto soddisfatto», «dovrebbero essere tutti gli azionisti di Rcs. Da quando l'aumento di capitale è avvenuto il titolo è cresciuto del 25%, le azioni del management sono state molto efficaci, la società oggi è gestita bene, il cda è indipendente e prende decisioni nell'interesse della società». L'aumento di capitale dela casa editrice, concluso nel luglio scorso, veniva offerto in opzione a 1,245 euro per azione e il titolo della società viaggia oggi in Borsa a circa 1,5 euro. Per Della Valle, «Yaki al ritorno da un lungo weekend, ha fatto dichiarazioni trattando un argomento che notoriamente non conosce, quello del mondo del lavoro e delle imprese che vanno bene, dicendo alcune fesserie».

Tod's, ha aggiunto, «realizza prodotti ottimi con dipendenti molto preparati, con una situazione finanziaria solidissima che non ha mai fatto cassa integrazione e con clienti ed azionisti soddisfatti e fedeli negli anni». «Non c'è nulla di personale nelle mie prese di posizione sulla Fiat e sugli Agnelli - ha attaccato Della Valle -. Le mie sono critiche rivolte ad una famiglia che ha avuto e preso tutto quello che ha voluto dall'Italia e dagli italiani negli ultimi decenni e nel momento del bisogno, con un Paese che vive una situazione drammatica, invece di essere pronta a dare il massimo appoggio, è scappata nella penombra per sistemare al meglio i propri affari personali. Chi si comporta in questo modo non merita nessun rispetto».

Poi ha invitato il numero uno del Lingotto a un confronto pubblico per superare «queste discussioni da pianerottolo» Della Valle ha contestato per mesi le scelte su Rcs attaccando non solo Elkann (Fiat dall'estate scorsa è primo socio con il 20,5%) ma anche le banche, Intesa su tutti, uscendo prima nel 2012 dal patto di sindacato (poi sciolto a ottobre 2013) e tentando poi di fermare in assemblea l'aumento di capitale (salvo poi sottoscriverlo, portandosi al 9%). Negli ultimi giorni ha ripreso l'iniziativa sul gruppo inviando una nuova lettera al Cda Rcs in cui minaccia azioni legali dopo l'aumento di capitale, la vendita dell'immobile in centro a Milano e l'alleanza sulla pubblicità della Stampa.

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Mercoledì 12 Febbraio 2014 - Ultimo aggiornamento: 03:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA