"Investiremo nelle gigafactory alla velocità che il mercato richiede per potere competere sul mercato delle vetture elettriche e per potere essere sul podio. Ora competiamo con Tesla. Investiremo nella capacità produttiva alla velocità che il mercato impone sulla base che vogliamo competere per almeno mantenere la posizione attuale, al secondo posto". Lo ha detto l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, al termine di una visita dello stabilimento di Melfi, rispondendo a chi chiedeva se ci saranno aggiustamenti degli investimenti in futuro.
"Intendiamo investire quello che è necessario e fino a quando il mercato continuerà ad andare verso i veicoli elettrici . Non siamo nella posizione di controllare quanto velocemente il mercato europeo passa all’elettrico: se la transizione all’elettrico sarà più veloce del previsto investiremo più velocemente, se sarà più lenta allora investiremo più lentamente", ha detto Tavares.
Le discussioni con i sindacati delle ultime settimane sono state «eccellenti, molto produttive, costruttive e estremamente rispettose». Lo assicura l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, che ha proseguito il suo tour negli stabilimenti italiani, ed ha fatto tappa a Melfi ieri, dove ha assicurato che «non ci sono problemi di attivita in Italia, abbiamo garantito piena operativita» fino al 2030 e anche oltre. Parole accolte con favore dai sindacati, che hanno posto al centro della discussione «la necessita di garantire i volumi produttivi per la piena saturazione degli impianti e la relativa occupazione di tutta l'area industriale di Melfi con l'assegnazione delle future commesse alle aziende dell'indotto». Il ceo ha annunciato a Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm che a Melfi saranno prodotte cinque vetture sulla piattaforma Stla Medium, confermando la Jeep Compass Mild Hybrid, e ha sottolineato la centralita del sito lucano, impegnandosi a creare le condizioni per una piena saturazione dell'impianto che prevedera a regime i quindici turni, cosi da garantire l'occupazione ed il salario.
«Questa decisione potrebbe anche dare respiro alle aziende dell'indotto, un tema questo che sta al centro dell'attenzione del governo regionale», commenta il governatore lucano, Vito Bardi, dopo aver incontrato Tavares. Per l'ad di Stellantis e anche occasione per fare il punto sulla situazione italiana. Dove, spiega, «il maggior problema» e il costo dell'energia, «doppio rispetto agli altri Paesi europei». Senza contare quanta fatica sta facendo il Paese a ingranare sugli acquisti di veicoli Bev. «I sindacati sono preoccupati di cosa succedera con l'elettrificazione. E' una cosa che capisco perche i Bev sono al 2% in Italia, in Spagna al 4%, in Francia e Portogallo al 15%, in Scandinavia al 40%. I sindacati sono preoccupati per il fatto che stiamo mettendo troppo focus sull'elettrificazione in un Paese al 2% di Bev. Ma abbiamo condiviso che non dobbiamo dimenticare che dalle fabbriche italiane esportiamo il 63% della produzione fuori dall'Italia, principalmente verso il resto d'Europa», spiega, aggiungendo che «dobbiamo avere una visione globale del mercato, non guardare solo all'Italia. Dobbiamo proteggere l'attivita guardando all'export e a cosa succede negli altri Paesi Ue». Lo stesso vale per gli investimenti nelle gigafactory, che verranno fatti «alla velocita che richiedera il mercato. Ora stiamo competendo con Tesla per la seconda posizione in Europa. Investiremo nelle batterie alla velocita che chiedera il mercato.
Non vogliamo peggiorare la nostra posizione. Se il mercato Bev si velocizzera, allora investiremo piu velocemente. Se rallentera, andremo piu lentamente. Investiremo in base alle vendite Bev». Impossibile, in questo senso, non commentare quanto accaduto con gli ecobonus destinati alle auto elettriche che sono andati esauriti in poche ore. «E' successo qualcosa di strano, chi di dovere sta indagando. Siamo rimasti sorpresi anche noi», spiega Tavares. Per questo «stiamo cercando di capire che cosa abbia scatenato questo fenomeno». E il dialogo con il Governo italiano per la produzione di un milione di veicoli come prosegue? «Siamo sempre disponibili a trovare punti di convergenza con qualunque governo dei Paesi in cui operiamo. Siamo aperti. Le turbolenze si creano quando qualcuno prova a farci fare cose che non sono nell'interesse dei nostri azionisti e dei nostri dipendenti. Siamo aperti a ogni eventuale accordo con il Governo italiano, a stringerci la mano per produrre un milione di veicoli. Ma per un milione di veicoli servono un milione di clienti».