James Barclay è il Team Principal della Jaguar Tcs

Barclay (Jaguar): «Dispiace non correre a Roma, vogliamo tornare. È l'esempio perfetto di quello che rappresenta la FE»

di Mattia Eccheli
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SAN PAOLO – Dallo scorso anno è l'uomo sotto i riflettori: James Barclay è il Team Principal della Jaguar Tcs, la scuderia che, nel 2024, dopo le prime tre gare del mondiale elettrico, la Formula E, guida le classifiche piloti e a squadre. E anche quella dei costruttori, grazie alle prestazioni della scuderia cliente, la Envision Racing. La stagione, insomma, è cominciata decisamente bene: «È stato un avvio eccellente, il migliore che abbiamo mai avuto. È merito del lavoro compiuto dalla squadra in questi mesi».

Piloti inclusi, i neozelandesi Mitch Evans e Nichk Cassidy, naturalmente.

«Sono eccezionali e lavorano molto bene assieme. È una partenza da sogno».

Ma?

«Appunto, ma. Sono tre gare: ci sono giorni buoni e e ce ne saranno di meno buoni. Dobbiamo continuare a essere disciplinati e lavorare duramente».

C'è qualche tracciato in cui non vedi l'ora di gareggiare?

«Assolutamente sì. Quello di San Paolo è uno di questi, anche perché l'ePrix dello scorso anno è stato speciale per noi con tre Jaguar sul podio (prima e terza le monoposto ufficiali di Mitch Evans e Sam Bird e seconda quella della Envision con Nick Cassidy, ndr): solo Mercedes in precedenza era riuscita a fare altrettanto. E poi c'è Tokyo, che credo sia una gara attesa da tutti. Anche quella di Monaco è sempre una gara particolare».

Non c'è più Roma, però...

«Quello di Roma è uno dei tracciati dove abbiamo vinto di più: a noi dispiace che non ci si corra più. Non solo per una questione di successi».

Perché allora?

«Perché Roma è l'esempio perfetto di quello che è la Formula E, senza contare che la pista piaceva ai piloti. Tutti vogliono tornare a Roma e so che ci si sta lavorando. Speriamo di poterci tornare in futuro».

E Misano Adriatico?

«A scanso di equivoci: il circuito è fantastico e la gente che sta preparando l'evento sta facendo un gran lavoro. So che Misano sta “abbracciano” la Formula e per questo sono grato a chi sta gestendo l'appuntamento. Ciò non toglie che noi speriamo di poter tornare a gareggiare nel centro di Roma».

La migrazione dai centri urbani alle strutture permanenti cosa comporta?

«I circuiti cittadini sono il Dna della Formula E, ma va anche detto che due delle gare più apprezzate sono a Città del Messico e a Monaco, che si svolgono su piste permanenti, anche se quella di Montecarlo figura come cittadina. Fino a quando i circuiti fissi incarnano una sorta di spirito urbano, trovo che sia un buon compromesso, anche perché le macchine sono sempre più veloci e i tracciati devono essere sicuri».

Quindi?

«Non vedo il domani della Formula E esclusivamente in tracciati cittadini, mentre lo vedo con una maggioranza di questi ultimi e con alcuni selezionati circuiti permanenti: credo che questo sia il formato del futuro. Già oggi le prestazioni delle macchine sono limitate dai percorsi».

La ricarica ultrarapida?

«L'abbiamo provata anche qui a San Paolo: alcuni test sono andati a buon fine, in altri abbiamo avuto qualche piccolo problema».

A Misano dovrebbe cominciare il suo impiego in gara.

«Il messaggio è chiaro: fino a quando la tecnologia non dimostrerà la sua completa affidabilità dovremo continuare a testarla».

I dubbi riguardano solo l'affidabilità?

«Dal punto di vista sportivo ciò che nessuno vuole è che una squadra o un costruttore rischi il titolo perché la tecnologia era difettata. Ma noi sosteniamo il progetto».

Chi vince il campionato?

«Se avessi la risposta sarei un uomo estremamente ricco. Scherzi a parte: faremo di tutto per vincerlo. Abbiamo una macchina eccellente e due ottimi piloti: entrambi possono lottare per il titolo e già questo è stimolante. Siamo qui per rappresentare Jaguar e vincere nel nome di questa azienda. Ma il cammino è ancora molto lungo».

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Giovedì 21 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 13-04-2024 10:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA