Jake Dennis (Andretti)

Dennis (Andretti): «Il tracciato di Roma è forse il migliore per i piloti, il più tecnico, il più tosto. Mi mancherà»

di Mattia Eccheli
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VALENCIA – La partenza a “singhiozzo” dei test ufficiali della Formula E a Valencia «è lontana da quella ideale», ammette Jake Dennis, il campione del mondo in carica, confermato dalla scuderia americana Andretti, che ha sostituito il suo compagno di squadra tedesco Andrè Lotterer con il francese Norman Nato, reduce da un anno con la Nissan. Dennis appare tutt'altro che preoccupato e guarda avanti: «Credo – dice – che abbiamo buone possibilità per ripeterci. Abbiamo lavorato nel modo giusto».

Cosa ti aspetti da questa stagione 10?

«Diciamo che ci sono elementi interessanti a cominciare dai circuiti. Tipo le condizioni che troveremo in Arabia Saudita, ma anche i tracciati che non conosciamo come quello cittadino di Tokyo e quello permanente di Shanghai».

Altro?

«Mi aspetto una concorrenza forte: il livello di preparazione delle scuderie e dei piloti è elevato».

Mancherà Roma.

«A me personalmente di sicuro (Dennis si è imposto nell'ultimo ePrix capitolino, lo scorso luglio, ndr), ma anche nel campionato. Roma è forse il miglior tracciato per i piloti, il più tecnico, il più tosto».

Se, come pare, anche in Italia si correrà in una struttura permanente non si snatura la Formula E?

«Diciamo che è un momento di transizione e forse la metà delle gare su un tracciato urbano e la metà in pista è un po' più di quello cui siamo abituati. Non credo che la Formula E voglia cedere sulle proprie caratteristiche principali, ma è anche vero che le Gen 3 sono più veloci. In ogni caso sono questioni fuori dal mio controllo».

Molti piloti sono passati ad altre scuderie: cambia qualcosa?

«Sono contento di essere rimasto dove sono: è importante per avere continuità, ma non è che i cambiamenti siano negativi, possono avere una valenza positiva. In realtà siamo sempre una grande famiglia: Sam (Bird, ndr) è passato dalla Jaguar alla McLaren e, ad esempio, Nyck (de Vries, ndr) è rientrato dalla Formula 1. A me pare una griglia molto competitiva, ma quando indossi il casco non è che stai tanto a guardarti in giro».

Adesso che manca Roma, in quale città non vedi l'ora di correre?

«A Tokyo. Ho già gareggiato a Suzuka, in pista, ma farlo in una città, così importante anche dal punto di vista industriale, è decisamente speciale».

Riparte la sfida con i colleghi della Porsche, il costruttore che vi fornisce le monoposto.

«Abbiamo buoni rapporti con Antonio, con Pascal e Norman (Da Costa e Wehrlein della Porsche e Nato, della Andretti, ndr). Non dobbiamo né possiamo speronarci, ma ognuno di noi vuole vincere. C'è la giusta competitività».

Ti piace l'opzione della ricarica veloce che dovrebbe venire introdotta con questa stagione?

«La vuole la Formula E e c'è interesse, anche per movimentare la corsa. L'idea è valida e dobbiamo spingere affinché si arrivi a impiegarla, ma nel modo giusto perché ci sono anche situazioni da chiarire e risolvere».

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Giovedì 26 Ottobre 2023 - Ultimo aggiornamento: 27-10-2023 13:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA