Los Angeles in ballo per ospitare un EPrix

Los Angeles in ballo per ospitare un EPrix. Per completare la griglia, Lola e Yamaha potrebbero entrare in sinergia

di Mattia Eccheli
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DIRIYAH – La Formula E guarda al futuro. I vertici del mondiale elettrico, il Ceo Jeff Dodds («sono qui da sette mesi, ma sembrano tre anni») e il Coo Alberto Longo («il mio sogno sarebbe avere EPrix della Formula E su entrambe le coste degli Stati Uniti, ma se poi ci riesco cosa faccio nella vita?») sono al lavoro su diversi fronti. Stabilizzare il campionato con diversi appuntamenti fissi e dislocati nelle aree di maggior interesse è un obiettivo chiaro. La Formula E vuole restare in alcuni grandi mercati chiave dell'Europa, vuole essere in Cina, nel Nord America e in Medio Oriente.

Però vuole anche sorprendere con eventi nuovi, magari ogni anno. Il fatto che, ancora una volta, il calendario annunciato sia stato modificato, è una cosa che non piace, anche se Dodds ricorda che il mondiale a zero emissioni è nato proprio così. Un circuito che “vagabonda”, ma che cerca anche aree in cui venga avvertita la necessità dell'elettrificazione. La Formula E non è ancora abbastanza “esclusiva” rispetto alla Formula 1, anche se nei primi due appuntamenti del 2024 ha messo al volante delle monoposto due stelle: una dell'atletica, Usain Bolt, e una del cinema, Adrian Brody. «Guardiamo al futuro – sintetizza Dodds – perché il nostro pubblico è più giovane, è consapevole ed è anche equilibrato tra maschi e femmine». «Il pubblico vuole vedere le macchine da corsa con la stessa tecnologia di quelle che circolano in strada», insiste per rivendicare il legittimo futuro della Formula E, il cui numeri crescono percentualmente come quelli del mercato elettrico, comunque in doppia cifra.

Circa eventuali novità nel calendario tutti restano abbottonati. Le indiscrezioni dicono che la Formula E sta ancora trattando con Los Angeles, che si aggiungerebbe così a Portland, che dopo l'EPrix del 2023, nel 2024 ne ospita due. Giacarta e Seul restano sempre sul taccuino degli organizzatori: quest'anno non figurano nel programma perché in Indonesia ci sono le elezioni e perché nella capitale della Corea del Sud sono in corso grandi ristrutturazione nell'area che aveva ospitato il campionato. Con l'undicesima stagione debutta però l'evoluzione della monoposto Gen3 omologata finora. Sarà più prestazionale e gli esperti della Federazione Internazionale dell'Automobile (Fia) dovranno pertanto verificare di nuovo i requisiti di sicurezza di ogni tracciato, soprattutto di quelli cittadini, che rischiano di essere troppo stretti.

Altri interrogativi riguardano le scuderie. La Abt Cupra ha rescisso il contratto con la Mahindra e nelle prossime settimane dovrà ufficializzare a quale costruttore si affiderà. Non ci sono più i tempi per la “promozione” del marchio spagnolo a costruttore (sulla falsariga dell'operazione condotta da Stellantis con Maserati, che sfrutta le sinergie interne al gruppo con Ds) ricorrendo al powertrain Porsche, che fa parte di Volkswagen Group. Il team tedesco resterà ancora cliente, verosimilmente proprio della casa di Zuffenhausen, che dovrebbe fornire quattro monoposto e non più due visto che attualmente collabora con la Andretti. Mahindra, dal canto suo, ha escluso ipotesi di cooperazione con la divisione ad alte prestazioni di Mercedes: «Sono solo illazioni». Anche se il logo Zf è sparito dalle maglie, il costruttore indiano lavora ancora con la multinazionale di Friedrichshafen.

L'altro nodo da scogliere, anche se né Dodds né Longo dimostrano una particolare preoccupazione, è quello della dodicesima scuderia. L'arrivo di Maserati e il rientro della Abt non hanno compensato gli addii delle case premium tedesche Mercedes-Benz, Bmw e Audi. La Formula E ripete che «c'è interesse» e che «ci sono dialoghi in corso». La britannica Lola è un costruttore che ha già la licenza e Mark Preston (ex Techeetah), intervistato da Il Messaggero la scorsa primavera a Berlino, è stato ingaggiato per occuparsi del motorsport. Una delle ipotesi è un'intesa con la giapponese Yamaha per un team nippo britannico.

Il massiccio investimento a lungo termine nel motorsport (nautica inclusa) da parte del fondo sovrano saudita Pif potrebbe rilanciare anche l'ipotesi di una presenza della Lucid Motors, la casa automobilistica americana elettrica che punta a rivaleggiare con Tesla e partecipata dallo stesso Pif. Le autorità nazionali stanno sostenendo lo sviluppo delle attività sportive nel Paese, non solo in chiave turistica e con la futura inaugurazione della pista per kart elettrici non lontano dal circuito che ospita la Formula E la federazione dell'Arabia Saudita sogna un pilota di caratura planetaria: di sicuro non gli mancherebbe il supporto finanziario. Anche la cinese Byd potrebbe essere della partita. Tuttavia è difficile immaginare un ingresso in grande stile nel mondiale elettrico da parte di una casa automobilistica prima dell'avvento della nuova generazione di macchine. Sarebbe più semplice, come aveva fatto la Mercedes a suo tempo, affidare una sorta di “mandato esplorativo” ad una scuderia per prendere le misure alla competizione in vista di un esordio ufficiale.

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Martedì 30 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 15:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA