C’era una volta la nautica dei ricchi armatori guadati da tutti con sospetto, se non con ostilità, in genere ritenuti invasori di tranquille località turistiche, evasori fiscali incalliti, imperdonabili inquinatori mal sopportati dalla gente comune e dalla politica, tradizionalmente diffidente verso un comparto che non chiedeva né sussidi né agevolazioni. Chiedeva soltanto rispetto, visto che contribuiva stabilmente (e lo fa tuttora) alla crescita della produzione e del Pil, all’occupazione (diretta e indiretta), alla salvaguardia di un artigianato di qualità, all’innovazione tecnologica, all’export da record e – fattore non trascurabile – all’immagine vincente del Made in Italy nel mondo.
Ebbene, dopo anni di indifferenza, e persino di provvedimenti punitivi (Governo Monti), sembra che tutto sia cambiato. Tra la nautica e la politica è in atto una insospettabile storia d’amore, fatta di attenzioni reciproche, di dialogo fitto, di comprensione e disponibilità. La prima testimonianza della svolta venne registrata a settembre del 2023, quando il Salone di Genova, l’appuntamento più importante per il settore, vide sfilare la premier Meloni e ben sette ministri. Ma a dire il vero anche da parte dell’opposizione si sono registrate marce di avvicinamento attese per anni.
Da quel giorno è stato avviato un confronto fitto e intenso, grazie al quale il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha potuto dichiarare che “da parte del Governo si è fatta apprezzare un’attenzione su cui non avevamo mai potuto contare in passato. C’è ancora da fare, ma sono grato di questo cambio di passo e dell’interesse dimostrato per il nostro settore”.
Il dialogo è approdato all’incontro avvenuto mercoledì 17 nella sala stampa della Camera dei deputati, dove i vertici di Confindustria Nautica, in testa lo stesso Cecchi e il delegato ai rapporti istituzionali Roberto Neglia, hanno avuto un incontro con un folto gruppo di parlamentari mostratisi attenti alle problematiche del settore e pronti a collaborare per sostenere al meglio l’ulteriore sviluppo.
“Eccellenza produttiva, figure professionali e nuovi fabbisogni”, questo il tema al centro dell’incontro, apertosi con il saluto del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il quale si è detto “pienamente consapevole dell’importanza di sostenere e promuovere questa lunga filiera, in passato troppo spesso penalizzata da scelte miopi o ideologiche. Dal nostro insediamento – ha aggiunto - abbiamo adottato una serie di provvedimenti mirati a incentivare lo sviluppo dell’industria nautica che necessita di un’ambiente favorevole per gli imprenditori, i lavoratori, gli investitori del settore e perfino i turisti”.
Gli ha fatto eco Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, affermando che “da questa legislatura è stato deciso fortemente di rivalutare la risorsa mare ed è doveroso testimoniare l’attenzione al settore della nautica da diporto. Dobbiamo convenire che la nautica non va tenuta in considerazione come una nicchia ma come settore che porta benefici a tutta la società”.
Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive, ha ricordato che “dalla relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva sul Made in Italy nasce la legge che lo tutela e – ha aggiunto - siamo grati al ministro Urso per aver accolto quanto emerso, facendo finalmente diventare il Made in Italy un cavallo di battaglia”.
Il presidente Cecchi, da parte sua, ha colto l’occasione per ricordare una volta di più che “la nautica è espressione di tutti i valori del Made in Italy e nel ranking internazionale è leader assoluta”. Ma ha poi ceduto la parola ad alcuni esponenti della categoria e ai vari parlamentari presenti, tutti mostratisi seriamente interessati alla svolta in atto in materia di politiche di sostegno al settore.
A nome degli operatori è intervenuto Fabio Planamente, amministratore delegato di Cantiere del Pardo e consigliere di Confindustria Nautica, ricordando che il Made in Italy all’estero è molto apprezzato e che questo ci dà un vantaggio enorme. “Siamo un’eccellenza assoluta nel design, nella qualità, nell'innovazione” ha detto il manager, aggiungendo che “dobbiamo continuare a investire in Italia su prodotti esclusivi e innovativi; qui abbiamo eccellenze e competenze uniche, per questo è necessario investire sulle nuove generazioni. Ricordiamo che per ogni addetto che lavora nella nautica si generano 9,2 posti di lavoro”.
“Oggi – ha detto l’onorevole Deborah Bergamini (membro della Commissione Esteri e della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del consiglio d’Europa) - assistiamo a un segnale importante, che testimonia un cambiamento di sensibilità, dopo aver colpevolmente subìto una visione della nautica come un settore quasi di cui vergognarsi. E’ invece un fiore all’occhiello dell’export nazionale, lo dico anche da viareggina, area che insieme a Spezia rappresenta il primo polo costruttivo del mondo. In un’ottica internazionale – ha aggiunta la parlamentare di Forza Italia - dobbiamo impedire pratiche scorrette e di dumping da parte di altri Paesi e sostenere l’allineamento IVA nella UE. Deve essere un tema prioritario nell’agenda della nuova Commissione. In Italia – ha proseguito - abbiamo bisogno di fiscalità attrattiva, di rafforzare gli strumenti che funzionano, come ad esempio il leasing nautico, che va tutelato, e fare in modo che le barche arrivino e restino, snellendo la burocrazia e rendendo competitiva la bandiera, ricordando sempre che questo è un settore win win, che quando funziona fa vincere anche il fisco”.
Netta l’opinione di Riccardo Rigillo, capo di Gabinetto del ministero delle Politiche del Mare: “La nautica è un segmento fondamentale del Made in Italy, ma anche dell’economia marittima. Dalla redazione del Piano del Mare è emerso che il settore è di gran lunga il maggior contributore del Cluster marittimo in termini di occupazione e non a caso ha mostrato interesse anche la presidente Meloni, che si è fatta vedere allo scorso Salone Nautico Internazionale di Genova”.
Secondo il funzionario, “il termine lusso, con cui spesso è stato indicato il settore, significa competenza, professionalità, arte realizzativa delle nostre costruzioni, e non dobbiamo dimenticare che in tante realtà cittadine rivierasche la nautica è molto diffusa in molti e differenti ceti sociali. Ora, finalmente, con il Piano del mare abbiamo una visione complessiva sul cluster, che troverà ulteriore spinta dal Ddl Blu economy”.
La vice presidente della commissione attività produttive, Ilaria Cavo, ha ricordato quello che ha definito “il ruolo essenziale e strategico del Salone nautico Internazionale di Genova” e ha rivendicato l’inserimento nel DDL Made in Italy di due tasselli nell’agenda di semplificazione burocratica, con la rottamazione dei piccoli motori e l’attestazione semplificata per la navigazione dei natanti italiani in acque estere. Altro tema cruciale trattato dall’esponente di Noi Moderati, oltre alla sburocratizzazione, quello dei fabbisogni formativi e della “necessità di mantenere gli ITS nel circuito del Made in Italy”.
Nel suo ruolo di membro della Commissione Trasporti con delega al mare, l’onorevole Gerolamo Cangiano ha ricordato infine che “si guarda con attenzione a questo settore, i cui numeri sono chiari e parlano da soli. Come Fratelli d’Italia – ha aggiunto - vogliamo dare un contributo attivo in Commissione Trasporti per implementare la riforma del Codice della Nautica attraverso il veicolo del DDL “Blu economy”. Altro tema che seguirò personalmente in Commissione Cultura, il provvedimento legislativo per gli ITS, fondamentale anche per soddisfare i fabbisogni formativi di un settore di eccellenza come questo”. Nessun riferimento, invece, ha fatto Cangiano, sul progetto di introdurre l’obbligo di “patentino” per il comando di piccoli natanti con motorizzazione di 20 cv, di cui aveva parlato nel febbraio scorso, in occasione degli Stati Generali della nautica svoltisi a Napoli nell’ambito del Nauticsud.