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RÜSSELSHEIM – La prima Opel aveva 3.5 cavalli di potenza: «Nel primo anno erano state vendute undici auto. Anche il fondatore, Adam Opel, era scettico», ricorda il cancelliere della Germania, Olaf Scholz. «Ma i suoi figli ci hanno creduto e Opel è diventata quello che è diventata con oltre settantacinque di veicoli prodotti», insiste il primo ministro tedesco. Che vuole arrivare a dire che andare avanti come si è sempre fatto «perché è sempre andata bene» non vuol dire farsi un favore: «Chi è contrario all'elettrificazione danneggia il nostro futuro», è il Scholz pensiero, espresso in occasione della celebrazione dei 125 anni di produzione automobilistica della casa del Fulmine.
L'opzione elettrica è quella del domani e la Germania andrà avanti su questa strada. La Germania, almeno quella con l'attuale e litigiosa coalizione “semaforo” (socialdemocratici, verdi e liberali), sollecita anche il mantenimento del libero mercato: «Ne abbiamo bisogno – avverte Scholz presso il quartier generale della casa del Fulmine a Rüsselsheim – perché il protezionismo costa e ci rende tutti più poveri. Non dobbiamo avere paura della competizione con i costruttori cinesi, perché l'abbiamo già vissuta con quelli del Giappone e della Corea del Sud. Non vogliamo chiuderci».
Sull'elettrificazione Scholz aveva già incassato l'appoggio preventivo di Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, il gruppo del quale Opel fa parte dal 2021, in seguito all'acquisizione da parte di Psa avvenuta nel 2017 (dopo quasi 90 anni di controllo americano attraverso General Motors). «Può contare su Opel», aveva dichiarato il manager portoghese, il solo in cravatta assieme al presidente di Stellantis John Elkann, e al primo ministro dell'Assia, Boris Rhein, che ha gratificato la platea con un intervento da campagna elettorale. Tavares, come anche il Ceo di Opel, Florian Huettl, lo stesso cancelliere e Rhein, ha sentitamente ringraziato il personale.
Ma è andato anche oltre: «Sin dalla sua acquisizione – ha dichiarato – Opel è sempre stata parte della soluzione, mai del problema». Ha elogiato anche il sindacato della Ig Metall, con il quale «siamo sempre riusciti a trovare risposte per andare oltre i problemi». “Problemi” che hanno comportato il sacrificio di centinaia e centinaia di posti di lavoro e la chiusura di diverse divisioni per evitare sovrapposizioni con attività svolte altrove dal gruppo. Anche così Tavares e i manager di Opel sono riusciti a riportare in utile la casa del Fulmine, che arrivava da 18 anni di perdite.