Il radar di un'autovettura

Scontro fra treni, dalle auto l'esempio: poche centinaia di euro per evitare collisioni

di Giorgio Ursicno
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ROMA Troppe volte è accaduto, forse non avverrà più. Che nel 2016 due treni si scontrino frontalmente in un paese tecnologico come l'Italia fa una certa rabbia. È vero, il binario era unico e il senso di marcia doppio, ma per evitare di dover assistere ancora una volta a un disastro ferroviario non è necessario raddoppiare i quasi due terzi di strade ferrate che attraversano la Penisola. Insostenibili sarebbero i costi. Lunghissimi i tempi di realizzazione. Esagerati e inutili i danni ambientali.

Gli stessi investimenti sarebbero molto più utili se indirizzati nella Sanità. La rete a più di un binario è indispensabile dove il traffico è intenso, le persone e le merci da trasportare numerose. Nell'epoca in cui viviamo non è invece la soluzione per avere la quasi matematica certezza che gli incidenti fra convogli non avverranno più.
 
IL CASO DELL'ALTA VELOCITÀ
Per centrare questo obiettivo è sufficiente applicare i dispositivi tecnologici adeguati, non quelli in via di sperimentazione e sviluppo, ma quelli già disponibili. E sarebbe il caso di farlo il più rapidamente possibile. Le Frecce e l'Alta Velocità sono avanti, la vita di centinaia di persone che viaggiano a 300 km/h non è più affidata ad una telefonata fra casellanti, ma l'intera rete dalle FS è ormai dotata di una strumentazione che azzera l'errore umano e impedisce che due treni si avvicinino troppo fra loro, in qualsiasi circostanza. Per far questo sul resto dei binari, quelli simili a dove è avvenuta la tragedia pugliese, servono tempo e costi non indifferenti.

In una fase transitoria, però, in attesa di centrare il target finale, potrebbero essere montati sui convogli una serie di apparati che non danno certezze assolute, ma sarebbero di grande aiuto se non arriva una telefonata o i macchinisti sono distratti.

L'auto corre rapidamente verso la guida autonoma e sono già in vendita vetture in grado di viaggiare da sole anche se la legge prevede che ci sia sempre qualcuno al volante. Una parte di questi sistemi sono disponibili anche su modelli di classe media, o addirittura sulle citycar ad un costo di qualche centinaio di euro. Attraverso la app su uno smartphone si può sapere esattamente in che punto è il taxi o la vettura con autista che abbiamo chiamato, non è difficile fare in modo che su un treno si sappia che un altro di quelli nell'area è in avvicinamento. Sulle vetture sono montate telecamere, radar e sensori (anche ad infrarossi che funzionano al buio) che tengono sotto controllo tutto quello che accade intorno, a decine di metri distanza e, se serve, frenano il veicolo. Le auto con la regolazione dei fari automatica si accorgono se sulla strada c'è una persona o un animale e reagiscono di conseguenza (gli animali con la luce si bloccano, le persone scappano). Se sui convogli in Puglia ci fosse stato solo qualcuno di questi semplici dispositivi forse la tragedia poteva essere evitata o avrebbe potuto avere conseguenze meno devastanti.
 

 

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Giovedì 14 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 11:50