Sebastian Vettel con la sua Ferrari ai box di Singapore

Singapore, prima pole di Vettel su Ferrari,
Mercedes in crisi, Hamilton solo quinto

di Giorgio Ursicino
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La zampata era nell'aria. Già a Monza una Rossa era riuscita ad infilarsi in prima fila. Ma sarebbe potuto accadere per qualche millesimo, magari con un po' di fortuna. Invece è un mezzo trionfo: dopo un lungo digiuno la Ferrari torna in pole con una superiorità esagerata, come fosse una Mercedes. E contemporaneamente le Frecce d'Argento di Stoccarda vanno in tilt, un corto circuito totale, e si fanno sverniciare, oltre che da entrambi i bolidi del Cavallino, anche dalle due Red Bull che dall'inizio della stagione piangono perché sostengono di correre senza motore. Prima di cercare di dare una non facile spiegazione all'accaduto, vale la pena di buttare un'occhiata ai numeri perché alcuni sono veramente significativi, orbitano nell'area dei record assoluti. È la prima volta nella nuova era turbo che un motore Mercedes si fa mettere in naso davanti nelle qualifiche.

Per i ragazzi di Maranello il bicchiere è bello pieno. Una Ferrari non conquistava la pole da 3 anni: era l'11 luglio, Alonso fu il più rapido (ma la Q3 si disputò sotto l'acqua) e il giorno dopo vinse la gara. Per ritrovare una partenza al palo sull'asciutto bisogna invece tornare addirittura al 2010. Vettel, che ieri ha fatto un vero capolavoro (oggi alle 14 italiane scatterà per la 46ma volta davanti a tutti), non assaporava la pole dal GP del Brasile 2013 (era il 21 novembre, il giorno dopo vinse la nona gara di fila e ritirò il suo quarto titolo).

Al contrario la corazzata tedesca si ferma ai piedi di due strepitosi primati: con la pole (quest'anno le aveva conquistate tutte) avrebbe raggiunto la Williams che nel 92-93 ne fece 24 di fila e Hamilton (che nel 2015 è partito per primo 11 volte su 12) avrebbe uguagliato il mitico Senna a quota 8.

DISTACCHI ABISSALI
Certo che oggi Sebastian partirà per vincere la terza gara dell'anno e l'obiettivo di Raikkonen, che scatta dietro di lui, è di portare anche l'altra SF-15T sul podio. I due se la dovranno vedere dalle Red Bull che su questa pista danno sempre il meglio e che venerdì hanno fatto vedere di avere un eccellente passo gara. Nonostante i distacchi abissali si fa fatica a considerare completamente fuori gioco le Stelle di Hamilton e Rosberg, che solo 15 giorni fa a Monza sembravano di un'altra galassia. Sulle monoposto, però, non si può intervenire e, se ieri erano inchiodate, difficilmente oggi voleranno. Che la Ferrari sia in crescita è evidente: la SF-15T migliora, la power unit evoluta (3 gettoni) che ha esordito al GP d'Italia sembra potente assai e Vettel è pressoché perfetto a spingere la squadra senza stressarla, pronto ad approfittare di ogni minima occasione.

Seb ha guidato alla Schumi, o meglio ancora alla Ayrton: dando l'impressione di non curarsi dei rivali, è andato a migliorare il tempo di una pole già sua e che, si è visto subito, nessuno gli avrebbe potuto strappare. Ad aiutare il Cavallino la conformazione del circuito e le gomme più morbide disponibili (soft e super soft), e staccare di mezzo secondo il buon Ricciardo ci può stare. Nessuno è però riuscito a spiegare (nemmeno loro) come abbiamo fatto Lewis e Nico a beccarsi un secondo e mezzo da Vettel e quasi un secondo da Daniel.

Sembrava di essere su scherzi a parte. Ogni possibile scusa non sta in piedi. La nuova power unit? Non scherziamo, vengono sviluppate per mesi al banco e se non fosse in tutto e per tutto migliore della precedente mai sarebbe stata mandata in pista. Gli pneumatici? Hamilton si è lamentato, la Mercedes è forte a mandare rapidamente in temperatura quelli più duri, ma ha sempre gestito bene anche gli altri. L'assetto? È la motivazione data da Toto Wolff, ma è difficile credere come una squadra che da due anni sbaglia poco o nulla possa andare così alla deriva. Qualcuno pensa alla pressione delle gomme ora tenuta sotto controllo (ricordate il cartellino giallo di Monza?), ma questo può influire per centesimi o qualche decimo. I più scanzonati avanzano l'ipotesi (chiaramente fuori luogo) che l'abbiano fatto apposta per ridare pepe alle gare. I più ottimistici, invece, iniziano a pensare al titolo: Seb a 53 punti da Lewis e mancano ancora sette gare....

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Sabato 19 Settembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 20-09-2015 13:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA