Renzi e Marchionne a colloquio con alcuni operai della fabbrica Fca cdi Cassino

Fca, Renzi e Marchionne a Cassino, in fabbrica arrivano altri 1.800 addetti

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CASSINO - «L’Italia è tornata ad essere la patria dell’automobile» e «ci sono similitudini tra Alfa Romeo e l’Italia»: il premier Matteo Renzi parla allo stabilimento Fca di Cassino. L’ad del gruppo, Sergio Marchionne è in platea ad ascoltarlo. Dalla svolta targata Alfa Romeo alla sfida del referendum costituzionale c’è un filo comune tra e parole del presidente del Consiglio e quelle di Marchionne: il gruppo Fca come il Governo, rivendica un percorso di riforme portato avanti sfidando forti avversioni. Marchionne ricorda lo strappo di Fiat sui contratti, quindi «tutte le critiche subite nel 2008, 2009, 2010». E dice di essere «nauseato dal dibattito» sul referendum: «Insulti, cose pazzesche». «È il momento di sostenere il nostro primo ministro», dice ai giornalisti stranieri dopo aver già sottolineato che oggi c’è bisogno di «andare avanti e fare le cose giuste». E Renzi nonostante «tutti gli insulti e le sberle che sta prendendo sta andando avanti».
 

 

L’occasione è l’assemblea annuale dell’Anfia, l’associazione degli industriali della filiera dell’auto, dove arriva anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, per una tappa del suo road-show su Industria 4.0. L’assemblea è stata ospitata quest’anno dallo stabilimento Fca laziale che diventa simbolo di una sfida vinta. «In questo momento occupa 4.300 dipendenti su due turni ma con Giulia e Stelvio a pieno regime prevediamo di inserire altre 1.800 persone entro il 2018», annuncia Alfredo Altavilla, chief operating officer di Fca per la regione Emea; due auto «interamente nuove e per produrle ai massimi livelli di efficienza e qualità occorreva un impianto all’avanguardia assoluta». La saturazione della produzione a Cassino, aggiunge Marchionne, è prevista «nel 2018, anche se dipende da quali auto saranno prodotte oltre Giulia e Stelvio». Il prossimo ingresso di nuovi addetti, intanto, parte «dal prossimo anno». Perchè la scelta di presentare il suv ‘Stelviò in Usa. Perchè è un mercato «importantissimo per il rilancio dell’Alfa. È il mercato ideale». «Abbiamo aspettato il momento per adeguarci a questi segmenti, ma poi abbiamo dimostrato di fare macchine alla pari o superiori ai tedeschi», sottolinea ancora l’ad di Fca: l’azienda «è sempre più in crescita.

Abbiamo un futuro chiaro con il rilancio di Alfa Romeo e Maserati. Ora abbiamo indirizzato gli stabilimenti italiani su segmenti che ci interessano». Dall’ad del gruppo Fiat Chrysler un cenno anche alla vittoria di Trump negli Stati Uniti: «Lavoreremo con la sua amministrazione», risponde;. «Se me lo aspettavo o no non importa, la realtà è questa e collaboreremo». Intanto il rafforzamento del dollaro «più dura e meglio è»: l’effetto sui conti del gruppo «si sentiranno verso la fine del 2017 perchè abbiamo coperture sul dollaro da smaltire», spiega; «Aiuterà molto noi ed anche Ferrari». È stato anche Alfredo Altavilla, nel suo intervento all’assemblea Anfia, a rivendicare il percorso di riforme fatto dal gruppo in Italia: «In questi anni, come Fca ci siamo assunti la responsabilità di combattere, spesso da soli, per restituire al sistema Italia flessibilità, velocità, capacità di innovazione. Le prove sono sotto gli occhi di tutti quelli che le vogliono vedere: si chiamano Cassino, Pomigliano, Melfi, Grugliasco, Mirafiori».
 

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Venerdì 25 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 26-11-2016 15:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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