Gianluca Di Loreto, di Bain & Company, presenta in anteprima, nel corso dell’evento Quattroruote Next, i risultati di una ricerca sulla situazione e le prospettive di un mercato mondiale dell’auto

A Quattroruote Next uno studio rivela: "Il destino dell’auto è scritto: il futuro è in Asia"

di Giampiero Bottino
  • condividi l'articolo

Dal gioco d’attacco di cui l’industria automobilistica europea è stata a lungo indiscussa protagonista al catenaccio più strenuo nel tentativo di difendere le posizioni. Questa la metafora calcistica a cui ha fatto ricorso Gianluca Di Loreto, partner dell’autorevole società di consulenza Bain & Company, per presentare in anteprima, nel corso dell’evento Quattroruote Next organizzato a Milano dalla testata “regina” dell’Editoriale Domus, i risultati di una ricerca sulla situazione e le prospettive di un mercato mondiale dell’auto nel quale i rapporti di forza che un tempo parevano immutabili cambiano alla velocità della luce.

Con risultati che nel nostro Continente sembrano sempre più giustificare l’aggettivo di “Vecchio” che storicamente ne accompagna la denominazione, determinando un netto spostamento verso Est del baricentro economico e tecnologico dell’automotive, settore nel quale fino a pochi anni fa era l’Europa a dettare le regole del gioco.

È una conseguenza dell’evoluzione demografica che ha visto la popolazione asiatica passare dal quadruplo di quella europea del 1990 al sestuplo attuale (e nel 2040 il rapporto salirà a sette). Ma a impressionare ancora di più sono i dati economico-finanziari, con il Pil asiatico passato dal 18% del totale mondiale all’attuale 40% e con la previsione di guadagnare altri tre punti entro il 2028. Contestualmente, il Pil europeo è sceso dal 34 a 24%, e arriverà al 22% nel prossimo quinquennio. Nello stesso arco di tempo, la Cina è salita dal 6 al 45% della ricchezza asiatica, mentre il peso dell’Italia in Europa è quasi dimezzato, dal 15 all’8%.

Se dai dati generali ci si focalizza sul mondo dell’auto, il confronto tra la lungimiranza asiatica e la pigra miopia europea è addirittura impietoso soprattutto in campo tecnologico: i player orientali detengono il 68% dei brevetti per il 5G e addirittura l’82% di quelli per le batterie allo stato solido (il 62% per quanto riguarda la sola Cina). Ed è sempre l’Asia a controllare la metà del mercato dei semiconduttori e quasi tre quarti della loro produzione. Una situazione che ha contribuito ai pesanti ritardi nelle consegne che hanno penalizzato le case europee più di quelle orientali.

Il focus sulla componentistica trova una coerente corrispondenza nel prodotto finito: dall’inizio del millennio la Cina è passata dal 4 al 32% della produzione mondiale a fronte dei cali registrati in Europa (dal 34 al 19%) e Usa (dal 31 al 17%).

Se può bastare come consolazione, secondo Bain & Company l’Europa si prende una sorta di rivincita sul fronte rispetto ambientale: è responsabile solo del 10% di tutte le emissioni da combustione di carburanti a fronte del 14% degli Usa e del 53% dell’Asia, per più della metà (32%) ascrivibile alla sola Cina.

  • condividi l'articolo
Domenica 24 Dicembre 2023 - Ultimo aggiornamento: 26-12-2023 09:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA