Le linee di assemblaggio della fabbrica Fiat in Serbia che hanno risentito del blocco delle forniture

Stop alle forniture: Fiat ferma
le fabbriche in Italia e in Europa

di Giorgio Ursicino
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ROMA Il mercato europeo dell’auto è in ripresa e gli ordini del modello con la produzione più elevata nel nostro paese (la Panda) sono in crescita, ma le fabbriche Fiat si fermano. Con un comunicato il Lingotto annuncia che sono diversi gli impianti in Europa bloccati a causa della mancanza di forniture del Gruppo Selmat. Ieri mattina ha dovuto bloccare le linee Officine Maserati di Grugliasco, l’impianto ex Bertone che è stato completamente ristrutturato e inaugurato lo scorso fine gennaio. La fabbrica del Tridente si era già fermata venerdì scorso, come non opera da quel giorno lo stabilimento Iveco di Madrid. È fermo anche l’impianto in Serbia, dove nasce la 500L e nei prossimi giorni corrono il rischio di stop altre strutture produttive. «La situazione sta creando gravissimi danni alla nostra azienda e agli altri fornitori - ha spiegato la Fiat - sono alcune migliaia le persone che non hanno potuto essere al loro posto di lavoro. Il problema si trascina da tempo e desta preoccupazione per i rapporti fra Fiat e fornitore e le inevitabili ricadute occupazionali». Le frizioni sono in atto da mesi e il temporaneo stop di alcune fabbriche era già avvenuto alcune settimane fa.

Ingenti danni alla produzione.
Il Lingotto lamenta problemi di qualità delle componenti e di puntualità della consegna, a sua volta la Selmat vorrebbe una revisione dei prezzi e impegni sulle produzioni future. Il danno per la produzione e l’occupazione è in ogni caso ingente poiché la nuova Maserati Quattroporte ha già raccolto quasi 10 mila ordini in soli 4 mesi e si sta lavorando per avviare l’assemblaggio della più compatta Ghibli esposta al recente salone di Shanghai. Anche la 500L prodotta nella ex Jugoslavia non va male e l’impianto ora lavora anche per le esportazioni verso gli Usa con una nave che parte mensilmente dal Montenegro per Baltimora.

Richieste di chiarimenti. Numerosi gli interventi del mondo politico-sindacale sullo stop delle fabbriche. «Il ministro delle Sviluppo Economico deve convocare i vertici di Fiat e Selmat per fugare ogni dubbio», ha chiesto il responsabile economia dei deputati Pd. «Il contenzioso non deve danneggiare i lavoratori», ha dichiarato il segretario dei metalmeccanici torinesi della Cisl. Sul fronte dei contratti metalmeccanici, il tribunale di Roma ha respinto il ricorso della Fiom contro il contratto nazionale di lavoro del 5 dicembre 2012 firmato da Fim Cisl, Uilm e Federmeccanica Assistal. «Ci riserviamo di ricorrere in appello, anche perchè questa sentenza rischia di decretare l’inutilità degli accordi interconfederali», ha commentato Landini.

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Mercoledì 15 Maggio 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA