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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Soldi per la ricostruzione sanando i clandestini

La proposta è stata lanciata da Gianluca Luciano, amministratore di Stranieri in Italia, la casa editrice che possiede l'omonimo sito Internet e una decina di giornali nelle diverse lingue degli immigrati. Decidere una regolarizzazione dei tanti cittadini stranieri senza permesso di soggiorno, che inevitabilmente lavorano in nero presso imprese e famiglie, e destinarne il gettito alla ricostruzione delle aree devastate dal terremoto del 6 aprile. «Sono persone oneste - spiega Luciano - che non sono riuscite a passare per le strette maglie della legge sull'immigrazione, e chiedono solo la possibilità di vivere finalmente alla luce del sole».  Stranieri in Italia fa i conti dell'operazione. Stimando 600 mila clandestini come destinatari del provvedimento, e un onere di 700 euro a testa, lo stesso richiesto nella “grande regolarizzazione” decisa dal governo Berlusconi nel 2002, affluirebbero immediatamente nelle casse dello Stato 420 milioni. Uno stanziamento importante e immediatamente disponibile, utile a fronteggiare l'emergenza. Ma il vero tesoro arriverebbe dopo, dal costante gettito fiscale e previdenziale dei nuovi 600 mila emersi che, in base a stime del Sole 24 ore, Gianluca Luciano valuta in oltre 730 milioni l'anno di imposte e più di 2 miliardi e 400 milioni l'anno di contributi, buona parte dei quali verrebbero destinati in via straordinaria alla ricostruzione. Un paio di brevi considerazioni. Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, ha appena fatto sapere che non c'è bisogno di nuove tasse per finanziare la ricostruzione. Ma è evidente che la coperta dello Stato è alquanto corta, e che se arrivano nuove risorse, le vecchie possono essere dirottate utilmente altrove. Inoltre, i clandestini sono forse anche più di 600 mila: essendo impossibile un'espulsione di massa, si tratta di decidere se farli lavorare alla luce del sole, oppure tenerceli e far finta di non vederli, con tutto ciò che l'illegalità comporta. A partire dal 1986, l'Italia ha scelto cinque volte la via della sanatoria, una ogni quattro-cinque anni, non importa quale fosse il governo in carica. Una domanda, infine. Chi prenderà pala e piccone per ricostruire l'Aquila e i paesi dell'Abruzzo colpiti dal sisma? Saranno tutti nostri baldi giovani, o avremo anche bisogno di braccia straniere? Proviamo a pensarci un po' e a dare una risposta. Senza partito preso, senza pulsioni irrazionali. Ma soltanto con chiarezza e onestà intellettuale.

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Lunedì 20 Aprile 2009 - Ultimo aggiornamento: 11:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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5 di 57 commenti presenti
2009-04-25 10:13:00
X Monica Quello che lei dice è molto bello e da ricordare . Le rinnovo però la richiesta di quantificare quale sia il limite di accoglienza che permette a quelle belle storie umane e civili di continuare. Due milioni di immigrati all'anno può essere un limite accettabile ? Dobbiamo tutti fare i conti anche con le due facce della medaglia per non danneggiare tutti. Cosa si fà con la mafia degli schiavisti ? il prefetto di Milano ha segnalato che esistono dei professionisti del rifugio che sono poi quelli che hanno cercato di ricattare una città che lavora come Milano nei giorni scorsi .Esiste poi il problema della criminalità di origine straniera che si è sovrapposta a quella nazionale e che nei fatti sembra talvolta credere di avere un diritto di 'saccheggio' impunito. Non riusciamo ad arrivare ad un discorso condiviso ed equilibrato senza ipocriti buonismi e discorsi forcaioli ? Per inciso mia moglie infermiera è una nuova italiana che è grata al nostro paese per le opportunità che le ha dato. Le piacerebbe solo che l'Italia fosse altrettanto tranquilla del paese da cui viene. Risposta:
2009-04-25 12:27:00
Le braccia che ricostruiranno in Abruzzo? Ieri è morto l'operaio Tullio Di Giacomo. Lavorava a San Giovanni di Cagnano Amiterno, dove è rimasto travolto dal crollo di un muro di una struttura fortemente danneggiata dal sisma delle scorse settimane. Quanto ne hanno parlato i giornalisti? E quanto hanno parlato della donna annegata tentando di entrare illegalmente in territorio europeo e recuperata dalla nave Pinar? 1 a 10? 1 a 20? Per quanto riguarda il discorso sul protestare contro le morti sul lavoro, concordo. Il discorso è analogo a quello contro l'immigrazione di massa, specie illegale. Sarebbe tempo di controllare meglio il territorio, non in senso (falsamente) securitario, ma in senso proprio, ossia avendo ben presente che esistono limiti e leggi (limiti di sovrappopolamento e di convivenza tra culture diverse e leggi per i cittadini, italiani o no, che vanno fatte rispettare, pena l'esplodere della società). Il resto sono chiacchiere. Risposta:
2009-04-25 17:11:00
Lif, ma perchè ti concentri sui giornalisti e non sul problema dei morti sul lavoro. La morte dell'operaio Di Giacomo è stata in prima pagina ed è stata collegata giustamente alla tragedia abruzzese. Non bisogna generalizzare. Qualche settimana fa, per esempio, Antonello Piroso per la trasmissione "Niente di personale" andata in onda su La 7 ha ricordato, suscitando una forte emozione, i morti sul lavoro facendoli raccontare alle rispettive famiglie, madri, padri, mogli, figli. Per ciò che mi riguarda tocchi un nervo molto scoperto. La mattanza dei lavoratori morti sul lavoro è una tragedia veramente evitabile. Basterebbero veri controlli e severe sanzioni verso le imprese che vincono le gare e poi subappaltano ad altre piccole imprese che devono a loro votla guadagnare e a cui gioco forza non importa niente della sicurezza. Lascia stare i giornalisti e ciò di cui scrivono. Parlano e scrivono, secondo me, sempre troppo poco dei drammi che vivono le persone e invece straparlano - o li fanno straparlare - troppo della politica e delle varie e variegate manovre dei politicanti. A proposito della donna morta sulla Pinar, se hai visto Annozero giovedì scorso, una trasmissione fatta da giornalisti in gamba (perchè ci sono giornalisti e giornalisti, caro Lif) avrai notato che la storia della nave abbandonata in mezzo al mare che nessuno voleva aiutare, nè Malta nè l'Italia, è stata sollevata da due reporter, un inglese che ha girato le drammatiche immagini e un giornalista di Repubblica, mi pare si chiamasse Viviani. Senza la loro denuncia la Pinar e il suo carico umano sarebbero stati lasciati al loro destino. Ecco questo ruolo svolto da una libera informazione, spero che tu sia d'accordo con me, è irrunciabile per una società civile in cui, credo, tutti vogliamo vivere. Risposta:
2009-04-25 22:34:00
Capisco che far di conto non sia indispensabile in molte professioni ma sbandierare la mirabolante idea salva tutti dove 600.000 lavoratori regolarizzati versano ben 1000 e spicci euro di tasse annue procapite pensando anche minimamente di rappresentare un qualcosa di sostenibile va al di là delle peggiori avversioni alla calcolatrice. Risposta:
2009-04-26 07:27:00
i clandestini devono essere rimpatriati subito, senza remori o rimorsi. Inotltre, alle varie maria concetta e monicas, io faccio notare the l'italia non a un grande territorio e 2000 clandestini all'anno sono troppi, e l'ambiente, le risorce dove le mettiamo? Ogni citta italiana che io ho visitato e degradata al massimo, ma la realta la avete davanti agli occhi? Criticare l"australia per la dura legge immigratoria e' idiotico, almeno abbiamo fermato le barche con disperati che di rifugiati anno poco, anzi niente, eppoi in questa grave crisi non sarebbe meglio avere questa gente a casa propria a cambiare il loro paese, invece che partire in altri paesi per poi rivendicare il diritto alla casa, lavoro etc., e gli italiani che diritti anno? A me non hanno mai dato niente ho solo lavorato e fatto solo quello che ho, il paese mi ha dato chance ma sarei stata piu felice restare a casa mia invece di fare l'emigrante se avessi avuto la possibilita'. Prima di parlare guardate la realta davanti ed intorno a voi ogni volta che torno in Italia mi sento male, sempre piu degradata, sporca, e inefficiente, per non parlare quando guardo il telegiornale italiano, ma come fate a accogliere tutta quella massa di umanita disperata se non avete neanche voi un lavoro, etc., Malta ha fatto bene, i thailandesi che sono gente pacifica e civile, le barche con i clandestini li rimandano indietro dopo avergli dato acqua e pane, bisogna prima pensare ai propri cittadini eppoi agli altri se si puo. In quanto alla proposta del gioornalista luciani lui in quale mondo vive? L'immigrazione deve essere rationalizata, e non come la fate voi, quinque puo entrare in italia senza un visto, ed i clandestini devono stare nei centri ci detention finche la loro identity non e accertata, eppoi rimpatriati. Risposta: