BERLINO - Dopo gli anni di boom, la locomotiva tedesca rallenta - nel 2017 e nel 2016 il Pil era al 2,2% - anche se il dato odierno conferma una crescita positiva per la nona volta di seguito dal 2010. A rendere più precarie le prospettive, secondo quanto segnalato del resto da tutti gli istituti economici, che hanno tagliato le stime di crescita anche per l’anno prossimo, pesano fra l’altro il conflitto commerciale con gli Usa, le difficoltà dell’industria dell’ auto, le incertezze legate alla brexit. Nel 2018, la congiuntura è stata comunque sostenuta soprattutto dal consumo interno. A questo si aggiunge l’aumento degli investimenti delle imprese in macchinari e il boom edilizio. Più fiacco l’export, messo alla prova soprattutto dallo scontro con gli Usa e dai nuovi standard sui gas di scarico, che hanno intralciato l’industria dell’ auto, costretta ad adattamenti: un elemento che ha pesato soprattutto nell’ultimo trimestre.
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