
Cassidy (Jaguar): «Campionato sicuro, la Fia ha fatto un bel lavoro sulla macchina. Monaco il "gioiello della corona"»

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VALENCIA – Formula Kiwi, o quasi. Il mondiale elettrico dello scorso anno ha avuto due grandi protagonisti, i connazionali Mitch Evans e Nick Cassidy, entrambi classe '94, entrambi neozelandesi. Quella che scatta il 13 gennaio da Città del Messico è la quarta stagione in Formula E di Cassidy, che ha corso per 3 anni con la Envision (due volte con il powertrain Audi e una con quello fornito da Jaguar). Al termine dello scorso campionato Cassidy è stato ingaggiato dalla scuderia ufficiale della casa di Coventry dopo aver conquistato la piazza d'onore assoluta. Finora ha vinto 5 ePrix (4 con la macchina britannica) e conquistato altri 7 podi (3 con il bolide della casa dei Quattro Anelli). Il team ha puntato su due piloti neozelandesi: «Già, siamo gli All Blacks», sorride Cassidy.
Cosa ti aspetti?
«Sono elettrizzato perché Mitch ha dimostrato una volta ancora di essere uno dei migliori piloti del campionato e per me è una grande opportunità correre assieme a lui. La squadra è forte da tempo e farne parte per me è onore».
Nonostante quel "curioso" incidente a Roma, che ti è costato il campionato, con Evans sopra di te?
«Non è che sia stata la condizione ideale. Ancora mi fa un po' male pensarci, ma questo è il motorsport».
Che campionato sarà per la Jaguar Tcs?
«Difficile da dire, ma ovviamente partiamo con molta fiducia. L'obiettivo sono i titoli, se poi riusciremo a centrarli questo è da vedere perché tutti andranno molto forte: nessuno sta a dormire e tutti migliorano, ma noi abbiamo buone ragioni per andare a Città del Messico con molta fiducia».
Roma è uscita dal calendario.
«È una delle mie piste preferite e ho centrato anche lì la mia prima pole, ragion per cui è ancora più speciale».
La Formula E si sta spostando sempre più verso i circuiti fissi: ti piace?
«Ignoro la regioni di una scelta o dell'altra, non è il mio lavoro, ma come pilota amo i circuiti urbani».
Ti senti comunque sicuro?
«Mi sento sicuro e mi sento di dire che la Fia ha fatto un bel lavoro in Formula E anche sulla macchina, ma come ho detto il calendario e la scelta delle piste non sono questioni che mi riguardano».
A parte Roma?
«Monaco è una sorta di gioiello della corona, è sempre speciale, ma in Formula e possiamo dirci fortunati di avere altri grandi circuiti. L'anno scorso mi sono veramente divertito a San Paolo: un grande tracciato con il Dna della Formula E sommato a questa sensazione del carnevale. L'anno prossimo ci sarà Tokyo: una nuova pagina di storia in Giappone».
C'è qualcosa che la Formula E potrebbe fare meglio?
«Abbiamo un bel “prodotto”. Credo che eventuali miglioramenti possano riguardare il modo in cui trasmettere le emozioni al pubblico e ai telespettatori. Forse alcuni appassionati non capiscono ancora bene il meccanismo, ma la Formula E è piacevole e emozionante da seguire».
Dalla prossima stagione verrà introdotta la ricarica ultrarapida.
«Ogni volta che abbiamo la possibilità di introdurre qualcosa di nuovo è una buona cosa».
L'incendio della batteria a Valencia ha cambiato qualcosa nella preparazione?
«Non mi pare: abbiamo così tanta tecnologia per riuscire a capire quello che succede... E quello che è accaduto poteva accadere a chiunque, dovunque e in qualsiasi serie. In ogni caso è la prima volta in nove anni».