Nella foto, Felipe Drugovich

Il caso: perché i campioni della Formula 2 non salgono in Formula 1, un malessere unico nel mondo dello sport

di Massimo Costa
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Per il secondo anno consecutivo, il campione della Formula 2 non avrà la possibilità di correre in F1 la stagione seguente. Sembra un controsenso, ma è così. Felipe Drugovich, vincitore della categoria cadetta nel 2022, è divenuto tester Aston Martin svolgendo tre giornate di test, due in quelli pre campionato a Sakhir quando si pensava che dovesse sostituire nel GP del Bahrain l'infortunato Lance Stroll (che poi ha recuperato in tempo), e una a Yas Marina a fine novembre. Poi, il contentino che i team F1 danno ai loro terzi piloti, partecipare ai 60 minuti del primo turno libero di un Gran Premio, nel caso di Drugovich l'occasione si è presentata a Monza e Yas Marina, ovviamente sempre con l'Aston Martin.

Per il 2024, il 23enne brasiliano sarà nuovamente dietro le quinte del team di Lawrence Stroll aspettando l'occasione giusta. Due anni in panchina non sono un buon viatico per la carriera di un pilota (Antonio Giovinazzi lo sa bene), in quanto inevitabilmente si perde la sensibilità che richiedono l'affrontare una qualifica e la bagarre di una gara. Drugovich, come tanti altri, aveva sondato la possibilità di entrare in Williams, nel caso Logan Sargeant avesse perso il posto, cosa non avvenuta, e si era anche fatto sentire con la Sauber, ma i sedili sono rimasti occupati da Valtteri Bottas e Guan Yu Zhou. E in ogni caso, la corsia preferenziale l'avrebbe avuta il terzo pilota Theo Pourchaire. Felipe guarda così al 2025, al WEC, nel caso la Aston Martin porti al debutto la Hypercar da poco realizzata.

Theo Pourchaire è il campione della Formula 2 2023, ma anche il 20enne francese non avrà la chance di entrare nel Mondiale F1 dalla porta principale. Per non perdere il "passo", la Sauber, di cui è pilota della Academy, lo ha spedito in Giappone per correre nella Super Formula di quest'anno, una sorta di F2 maggiorata con telai Dallara, motori Honda e Toyota, gare lunghe anche 90 minuti. Pourchaire nel 2022 aveva svolto il turno libero di Austin con la Sauber e i test di Yas Marina a fine stagione, nel 2023 il turno libero F1 lo ha visto protagonista a Città del Messico e Yas Marina, circuito dove poi ha nuovamente svolto la giornata di test.

La colpa, se di colpa si tratta, per Drugovich e Pourchaire pare essere quella di aver vinto il titolo della Formula 2 al terzo anno di permanenza nella categoria. Dunque, bollati come non vincenti al primo colpo, non degni di ulteriore osservazione dai team della F1 che quindi li utilizzano, vedi Aston Martin e Sauber, per il simulatore, per qualche test, di fatto per salvare la faccia a tutto l'ambiente e in certi casi, anche per recuperare qualche centinaia di migliaia di euro dal pilota. Ma la teoria del terzo anno crolla platealmente davanti a colui che è stato il campione 2021 della Formula 2, Oscar Piastri. 

E già, perché il super talento australiano, vincitore della categoria al primo anno, così come aveva conquistato il titolo della Formula 3 alla prima occasione nel 2020, all'epoca parte della Academy Alpine, era stato messo a riposo dal team francese per quanto riguarda il campionato F1 del 2022. E addirittura, lo avrebbero tenuto fermo anche nel 2023, queste erano le intenzioni del team Alpine, finché non si è registrato il "tradimento" a sorpresa di Fernando Alonso nell'agosto 2022, passato alla Aston Martin. Buon per Piastri che il manager Mark Webber (ex pilota F1) aveva già provveduto a far firmare al suo assistito un contratto di pilota ufficiale con la McLaren per il 2023. E grazie all'occhio lungo di Zak Brown, tutto il mondo ha visto di cosa è capace l'ex campione F2.

Spiega Enrico Zanarini, manager italiano storico nell'ambito F1 e che ha le sue punte di diamante, oltre a una numerosa serie di piloti, in Antonio Giovinazzi e Antonio Fuoco, portacolori Ferrari nel WEC: "Sì, non è più una certezza che un campione F2 salga in F1. I parametri sono completamente cambiati. Un giovane deve appartenere a una Academy, essere già nel sistema, e comunque non è detto che si verifichi il passaggio in F1. Mentre un tempo, le squadre non si facevano remore nel cercare il talento in categorie inferiori e portarlo subito nei Gran Premi. Oggi posso dire che in F1 i sedili non sono sempre meritocratici, in molti casi ci si affida agli sponsor, ai capitali che portano le famiglie dei piloti".

Zanarini, nella foto sotto, prosegue: "Poi, vi sono altri fattori, come le poche squadre presenti in F1, l'età dei piloti che avanza e che ottengono grandi risultati grazie a vetture che oggi sono meno fisiche. Nulla è dunque più scontato per un giovane che vince campionati. Per fortuna non è tutto negativo, perché quando c'è un pilota fortissimo, senza sponsor, ma già ben inserito nel sistema grazie al suo talento, un predestinato che vince i campionati che affronta, e penso ad Andrea Antonelli che è Junior Mercedes, ecco che possiamo avere un giovane meritevole in F1. E Antonelli lo vedo in Williams, via Mercedes, in tempi brevi se farà bene in F2, che vinca o no il titolo. Anche Lando Norris non ha conquistato la F2, è arrivato secondo nel 2018, ma grazie a una strategia di crescita ben programmata e tanti tanti soldi investiti dalla famiglia, è arrivato in F1 dove sta dimostrando tutto il suo valore. Insomma, come dicevo, i parametri sono completamente cambiati e non vi sono certezze in questo senso".

Occorre così risalire al 2020 per trovare un campione di Formula 2 che è passato diretto nel Mondiale F1. Mick Schumacher, una volta vinto il titolo (al secondo anno), ha trovato posto nel team Haas, ma c'è un ma... perché è ormai risaputo che il cognome pesante del pilota tedesco l'ha aiutato non poco a effettuare tale salto di categoria, altrimenti anche lui sarebbe rimasto senza un volante ufficiale. Come del resto era capitato al campione del 2019, Nyck De Vries, pure lui colpevole di aver vinto la serie alla terza stagione. In questo caso, l'olandese è stato recuperato dalla Mercedes per la Formula E, poi vinta, e in qualche maniera è arrivato in F1, ma ormai troppo tardi ed è finita male con l'Alpha Tauri. 

Dunque, bisogna andare al 2018 con George Russell, campione F2 e subito promosso in Williams via Mercedes, e al 2017 con Charles Leclerc, campione F2 e portato da Ferrari in Sauber, per trovare ciò che appare logico nel mondo dello sport: la promozione ad una categoria superiore quando si conquista il titolo della serie cadetta. Ma se andiamo ancora più indietro con le stagioni, quando il campionato si chiamava GP2, nel 2016 il campione Pierre Gasly è stato mandato in Giappone nella Super Formula dalla Red Bull di cui era pilota Junior e la F1 l'ha vista alla fine del 2017 con la Toro Rosso soltanto grazie ai confusi cambiamenti messi in atto da Helmut Marko.

E ancora, Stoffel Vandoorne, campione 2015 , è stato inviato nella solita Super Formula giapponese prima di entrare in F1 a pieno titolo con la McLaren dopo una breve esperienza nel 2016. Nel 2014, migiior sorte l'ha avuta Jolyon Palmer, campione GP2 al fatidico terzo anno, ma in F1 con la Lotus Renault il campionato seguente. Niente da fare invece, per i campioni del 2013 e 2012, rispettivamente Fabio Leimer e Davide Valsecchi. Fermiamoci qui.

Ross Brawn, quando era il responsabile sportivo di Liberty Media, dichiarò ufficialmente che il vincitore della Formula 2 doveva assolutamente far parte della F1. Pura utopia, Non è stato così e non pare che nessuno si sia mai preoccupato a fondo, tra FIA e Liberty Media, per dare un senso a questa linearità nella carriera dei piloti. Del resto, finché si continua ad organizzare l'ultima tappa della stagione di F2 in dicembre, o fine novembre, dopo due mesi di pausa dal penultimo appuntamento, quando il mercato piloti F1 è solitamente già terminato, e in quella occasione spesso viene decretato il nome del campione, appare difficile dare un seguito all'operazione sperata da Brawn. E così in F1 non ci vanno i campioni della F1, ma ce la fanno quelli battuti, vedi Logan Sargeant (quarto nel 2022) o Guan Yu Zhou, terzo nel 2021, o ancora Nicholas Latifi, secondo nel 2019. Piloti che hanno dimostrato di non avere nulla di più dei campioni F2 che sono stati scartati in quegli anni.

E' chiaro che le squadre non sono certo obbligate a dare un sedile al campione F2, i vari team principal hanno tutto il diritto a credere sulle qualità di altri piloti che per vari motivi non hanno vinto un titolo, ma non è certo il caso degli ultimi anni come avete potuto vedere da quanto sopra riportato. E dopo quel che si è verificato con Piastri, appare chiaro il sintomo di una sottovalutazione o disinteresse generale della situazione, dove sempre più spesso le Academy dei team F1 stanno perdendo la loro centralità, oppure semplicemente si può parlare di incapacità nel valutare a dovere il talento di un pilota. Non da parte di tutti ovviamente e per fortuna qualche esempio positivo non manca.

C'è un altro fattore che contribuisce a non dare sempre spazio ai giovani in F1. Finché ci si ostina a schierare appena 20 monoposto, sarà sempre complicato trovare un sedile libero, soprattutto con il fatto che l'età avanzata non sembra essere più una discriminante, vedi Lewis Hamilton e Fernando Alonso super competitivi a 39 e 42 anni. L'argomento di questo articolo riguarda il mancato accesso al Mondiale dei campioni F2, ma va anche sottolineato che nel 2024 la F1 non avrà nessun debuttante. Evento raro nella storia della F1 e certamente con 26-30 monoposto nella massima categoria, i giovani avrebbero maggiori possibilità. Per dare anche un senso al notevole esborso economico richiesto per correre in F2, schiaffi da 2.5 milioni a stagione... 

Ecco allora che, mai come negli ultimi anni , validi giovanissimi piloti abbandonano le formule dopo pochi anni anche se hanno ottenuto risultati più che brillanti, proprio perché non vedono sbocchi verso il sogno F1 a causa delle esorbitanti cifre richieste e perché ci si rende conto che non basta neanche vincere un campionato di F2 per accedervi. E così, tanti ragazzi ancora minorenni sbarcano nel mondo Gran Turismo o Endurance dove, grazie ai risultati dettati dal proprio talento, vi sono maggiori chance per rimediare un contratto da professionista.

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Mercoledì 31 Gennaio 2024 - Ultimo aggiornamento: 08:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA