La felicità di Jean Eric Vergne subito dopo aver tagliato il traguardo da vincitore dell'E-Prix di Parigi

Vergne, trionfa il profeta in patria: «Che bello dominare dove sono nato»

di Nicola Desiderio
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PARIGI - Suona la Marsigliese nel cuore di Parigi e sventola il tricolore per il padrone di casa, quel Jean-Éric Vergne nato a Pontoise, non distante da Les Invalides dove ha ottenuto la quarta pole e la terza vittoria mettendo in carniere altri 28 punti e rafforzando così la sua leadership nella classifica piloti, così come in quella per team della sua Techeetah per la quale ha parole di zucchero dopo aver tagliato il traguardo.

«Vincere a Parigi, a casa mia è fantastico! Devo ringraziare molto la mia squadra perché mi ha dato una macchina molto buona per tutto il fine settimana, che mi ha permesso – ha chiosato il numero 1 del campionato – di fare la pole e di vincere controllando la gara senza problemi». Parla italiano Vergne di fronte alle telecamere, perché ha trascorso 3 anni della sua vita, dal 2012 al 2014, nell’abitacolo della Toro Rosso, squadra di Formula 1 dove sono passati piloti del calibro di Vettel o Ricciardo e che rappresenta una sorta di “cantéra” dove, sotto l’occhio attento dell’ex pilota austriaco Helmut Marko, si formano i top driver della Red Bull.

Nonostante Vergne abbia conquistato 51 punti in 58 Gran Premi – meglio di lui hanno fatto nella storia del team di Faenza solo Sainz (112) e Verstappen (62) – viene messo alla porta, ma gli si aprono subito quelle della Ferrari dove entra con i gradi di collaudatore. Anche qui però il francese non mostra tutto quello di cui – si dice – sia capace. Nel frattempo però il team Andretti gli ha offerto il volante della sua monoposto nel neonato campionato di Formula E e, al suo esordio a Punta de l’Este, Vergne conquista la pole position, anche se non arriva al traguardo per un guasto. Arriva 7° in campionato e alla fine della stagione passa alla Virgin con la quale termina il calendario al 9° posto nella classifica generale. Passa dunque alla Techeetah con la quale, dopo 5 piazzamenti, ottiene la sua prima vittoria a Montreal, in occasione dell’ultimo round, chiudendo il campionato al 5° posto.

Ma è nella stagione in corso che il pilota di Pontoise mostra finalmente di aver trovato la sua piena maturità. A dirlo non è solo la classifica, ma anche la personalità e l’equilibrio che gli permettono di essere l’unico pilota ad aver chiuso tutte le gare a punti, compresa quella di Parigi, dove ha potuto festeggiare, con 3 giorni di ritardo ma a casa, il suo 28° compleanno (è nato il 25 aprile del 1990). Un pilota praticamente inattaccabile, affidabile quasi quanto un autista, mestiere che in ogni caso non avrebbe affatto disprezzato.

«Ho cominciato a correre a 5 anni con i kart – ricorda Vergne – e, se non avessi fatto il pilota, avrei fatto qualcos’altro che mi avrebbe permesso comunque di guidare: il tassista!» È quello che, a questo punto della stagione, avrebbero voluto i suoi avversari che si trovano di fronte attualmente il miglior interprete della categoria: veloce in qualifica, in gara abilissimo sia nella gestione dell’energia sia nel difendere la propria posizione portando sempre la vettura al traguardo. È lui il candidato numero uno alla vittoria finale delle stagione 4 di Formula E.
 

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Martedì 1 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 02-05-2018 12:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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