Storia e tradizione possono convivere con modernità e innovazione? Certo che sì. La storia della nautica è piena di esempi di questo tipo e la migliore dimostrazione di quanto forte possa essere questo legame arriva da uno dei comparti più indissolubilmente legati al passato: quello dei gozzi, ovvero di barche nate per la pesca, originariamente solo dislocanti, diventate poi mezzi da diporto evolutisi fino ad adottare carene plananti e ad offrire stile, comfort, eleganza e prestazioni un tempo inimmaginabili.
A fare da apripista a questa evoluzione è stato, com’è noto, il cantiere Aprea (oggi la denominazione esatta è Apreamare), azienda di origine sorrentina da qualche anno operativa nel polo nautico di Torre Annunziata, guidata da Giovanni Aprea (quarta generazione) con la consulenza attiva del padre Cataldo, inesauribile “mente strategica” del cantiere fondato da suo nonno, più che mai deciso a dimostrare che “c’è sempre qualcosa di nuovo da sperimentare”.
Trasformata l’antica azienda in un vero e proprio “cantiere boutique”, e proposti al mercato gozzi via via più evoluti, è stata dunque decisa un’altra mossa strategica, presumibilmente destinata a portare ulteriori benefici al successo di una gamma finora costituita dai modelli 35, 38 e 45 (prodotti in 35/40 unità l’anno) commercializzati non solo in Italia, ma anche in Spagna, Francia, Croazia, Grecia, Turchia e Cipro.
La novità si chiama 38 Cabin. Nato come evoluzione del 35, sulla base di una efficiente carena a geometria variabile, con pattini di sostentamento, è un gozzo cabinato di 11,45 metri fuori tutto (per 3,70 di baglio massimo), adatto anche alla navigazione invernale. Lo stile è caratterizzato da una tuga innovativa, grazie alla quale si conquistano più spazi a bordo e maggiore protezione in coperta: ciò che serve per conquistare l’interesse di mercati del Nord Europa e degli USA, dove la barca, a differenza che da noi, viene utilizzata tutto l’anno. E infatti un’unità è stata già venduta in Olanda, mentre un’altra, in costruzione, verrà esportata oltreoceano, in California.
Il nuovo gozzo sarà sicuramente una delle principali attrazioni dei Saloni di Cannes e Genova, in programma a settembre, ma noi abbiamo avuto la possibilità di vederlo e provarlo in anteprima nelle acque di Castellammare di Stabia. Inutile dire che l’elemento che lo caratterizza è la tuga innovativa, che incide sul peso (circa 1000 kg più del 35) ma non sottrae slancio e sportività alla linea, che si sviluppa per 11,45 metri. Si fa apprezzare, la copertura, soprattutto per la capacità di regalare protezione in coperta, esattamente come richiesto dal progetto, e per la qualità della costruzione, curatissima nei dettagli, e dunque capace di regalare anche un tocco di eleganza, sottolineata dal colore nero lucido della struttura, in contrasto con i colori chiari del legno e della tappezzeria.
Visto che l’abitabilità e la capacità di accoglienza al chiuso vogliono rappresentare le qualità principali di questa barca, diciamo subito che l’Aprea 38 Cabin risponde bene a queste esigenze, dando la possibilità di navigare comodamente per tutto l’anno e in ogni condizione meteomarina, godendosi anche crociere di più giorni. “Per noi – tiene a dire Giovanni Aprea, direttore vendite del cantiere – questa barca rappresenta la soluzione giusta per navigare anche nei mari del Nord Europa e nei grandi laghi americani, oltre che nel Mediterraneo, con particolare riferimento alla Turchia, un mercato per noi storicamente molto importante”.
Gli fa eco il padre Cataldo, ricordando che “il progetto nasce dall’abilità di Marco Casali e di Umberto Tagliavini, i quali, partendo dal best seller Gozzo 35, hanno concepito questa nuova versione un po’ più grande per navigare in ogni stagione grazie soprattutto al nuovo disegno della tuga, che trasmette un profondo senso di protezione”. Ma non solo. Le murate piuttosto alte consentono infatti un aumento dei volumi interni senza compromettere la linea della barca, attraverso la riduzione della falchetta di circa 20 cm e con l’aggiunta di una battagliola per una maggiore sicurezza. “Questa soluzione progettuale – dicono in cantiere - permette di ottenere volumetrie importanti per un’imbarcazione omologata come natante”.
Il pozzetto, in effetti, è in parte chiuso e caratterizzato da vetrate perimetrali che illuminano il salone e offrono una vista panoramica a 360 gradi. La connessione armoniosa tra interni ed esterni, inoltre, è ulteriormente garantita da una porta-finestra apribile su quattro ante, che crea un ampio spazio comune quando è aperta e protegge dagli agenti atmosferici quando viene chiusa.
L’area al coperto ospita, oltre alla postazione di comando (moderna e funzionale, con strumentazione completa), una cucina con piastre elettriche, lavello e frigo, e una dinette a L per pranzi e cene in compagnia, offrendo un livello di comfort adeguato alle dimensioni della barca.
Sotto coperta i 4 posti letto sono distribuiti tra la cabina di prua, sufficientemente comoda, dotata di due armadietti verticali e di un cassettone sotto il letto a due piazze, e un vano ricavato tra centro barca e poppa, dall’accesso meno agevole ancorché spazioso. Bagno e vano doccia sono ora caratterizzati da una superficie di calpestio piuttosto ampia, e dunque comoda.
All’esterno si fa apprezzare, sulla poppa, lo sportello apribile per accedere al mare attraverso la plancetta, che è più lunga rispetto al Gozzo 35 da cui trae origine questa versione 38 Cabin. Ma questo è solo uno dei tanti pregi di questa barca che ripropone, com’è facile immaginare, alcuni dei leit motiv abituali della produzione firmata Aprea. Tra i tanti, i passavanti alti e ben protetti e l’irrinunciabile panchetta di prua (leit motiv dei gozzi di Aprea) ricavata davanti al grande prendisole rivestito da una tappezzeria trapuntata di grande eleganza. Nel pozzetto di poppa non manca lo spazio per il divano a 6 posti e per un tavolo estraibile, con comando elettrico.
Per quanto riguarda la propulsione, è possibile optare tra una coppia di piedi poppieri Volvo Penta D4-270 DPI e una tradizionale configurazione in linea d’asse con i D4-320 DPI. In base alla scelta cambiano, ovviamente, le prestazioni, i consumi e le autonomie. Nel primo caso la velocità massima dichiarata dal cantiere è di 30 nodi, 25 l’andatura di crociera; nel secondo si oscilla tra 28 e 23 nodi. Noi abbiamo avuto la possibilità di provare la barca con la motorizzazione affidata ai due Volvo Penta da 320 cv, e con 6 persone a bordo, serbatoi del carburante al 55%, serbatoi dell’acqua al 67 e al 56%, abbiamo navigato, con mare calmo, ricavando sensazioni rassicuranti in materia di silenziosità, assetto di navigazione e prestazioni: 25 nodi tenendo il regime di rotazione a 3.200 giri, ma con ampi margini per toccare velocità superiori e – ad andature meno impegnative – assicurarsi autonomia superiore alle 200 miglia.
Il prezzo del nuovo gozzo di Apreamare è stato fissato in 475.000 euro, più IVA e più optional.