Originalità tutta Mazda: c’è l’ammiraglia CX-80 mentre la 3 e CX-30 si rinnovano
Originalità tutta Mazda: c’è l’ammiraglia CX-80 mentre la 3 e CX-30 si rinnovano
Mazda, guida l’originalità: debutta un cuore inedito. Nella CX-30 e la 3 un 2.5 litri da 140 cv che riduce consumi ed emessioni
AUGUSTA - Dici Wankel e pensi subito a Mazda. La Casa giapponese ha infatti legato gran parte della sua storia al motore rotativo. Bisogna tornare indietro fino alla metà degli anni ’60 per riscoprire la Cosmo Sport, prima vettura del marchio nipponico spinta dal Wankel. Mazda riuscì a sfruttare il potenziale del propulsore rotativo anche in pista conquistando la 24 Ore di Le Mans del 1991 con il prototipo 787B equipaggiato proprio da un quadrimotore Wankel da 700 cv. Al successo sportivo seguì anche quello commerciale fino a giungere al 2012 quando, con il pensionamento della RX-8, il motore rotativo è stato relegato in un cassetto della sede di Hiroshima. A rendere speciale il Wankel è innanzitutto la sua semplicità progettuale, viste le due sole parti in movimento quali rotore e albero motore. Senza trascurare la sua leggerezza e compattezza, oltre a una potenza specifica maggiore, se messo a confronto con un tradizionale propulsore endotermico a parità di cilindrata. Infine il suono: girando ad alti regimi, la melodia del Wankel è facilmente distinguibile da tutti gli altri motori.
Finalmente l’attesa è finita. Per l’occasione Mazda ha voluto celebrare il ritorno del Wankel nel suo museo di Augusta, in Baviera. Tra le fila di auto che hanno fatto la storia del marchio nipponico, disposte all’interno del Mazda Classic Car Museum, in bella mostra c’era la nuova MX-30 e-Skyactiv R-EV (Rotary Electric Vehicle). Già presente sul mercato, nella sua versione esclusivamente elettrica, da oggi nel Crossover compatto con una linea da coupé al suo interno batte anche il Wankel. Bisogna però precisare che l’ultima incarnazione del motore rotativo non agisce direttamente sulle ruote ma, tramite l’accoppiamento con l’alternatore, lavora come generatore di corrente andando ad alimentare il motore elettrico che, a sua volta, muove l’asse anteriore della vettura.
Oltre a evocare dolci ricordi, la scelta di utilizzare il Wankel è dovuta alle sue esigue dimensioni e al peso ridotto. Il singolo rotore, da 830 centimetri cubi, è in grado di erogare 75 cv e 250 Nm di coppia girando tra i 2.000 e 4.500 giri/min. Mentre il motore elettrico, alimentato da una batteria da 17,8 kWh, garantisce 170 cv (125 kW) e 260 Nm di coppia. Tale soluzione permette di percorrere 85 km nel ciclo combinato (e fino a 110 km in città) con la sola spinta elettrica, inoltre il serbatoio da 50 litri garantisce ulteriori 600 km di autonomia. Sebbene il Wankel funga da Range Extender, la MX-30 R-EV è omologata come ibrido plug-in con la possibilità di ricaricare l’auto sia in corrente alternata (a 11 kW) che in corrente continua (36 kW) passando dal 20 all’80% della batteria, rispettivamente, in 50 e 25 minuti. L’inconfondibile linea e le dimensioni restano inalterate rispetto alla variante elettrica (4,39 metri di lunghezza e 1,79 di larghezza). Sono molteplici i richiami alla storia del costruttore del Sol Levante come le porte a libro, con quelle posteriori che si aprono controvento come sulla RX-8. Lo stile Mazda si riflette anche nell’abitacolo con l’utilizzo di ecopelle e materiali riciclati, quale il sughero a ricordare gli albori del marchio nato come azienda produttrice proprio di tale materiale.
Comandi touch e fisici si fondono per creare la giusta ergonomia, oltre a comandare il menu dell’infotainment, non manca l’head-up display ben integrato e di facile consultazione. Sebbene il modello plug-in sia più pesante rispetto l’elettrico (1.788 contro i 1.645 kg della EV) non lo si percepisce durante la marcia. La MX-30 R-EV è progressiva sia in fase di accelerazione, garantendo uno 0-100 km/h in 9”1 contro i 9”7 dell’elettrica, che nei tratti più guidati. Lo sterzo, fluido e diretto, lavora bene con le sospensioni che filtrano le asperità cittadine pur mantenendo una buona rigidità garantendo, così, la giusta stabilità in curva. Pur calibrata per raggiungere i 140 km/h di velocità massima, l’erogazione del motore è gestita dal manettino, posto sul tunnel centrale, che regola l’intrusività del Wankel con 3 modalità di guida. Se in EV si utilizza esclusivamente il motore elettrico, in Normal il propulsore endotermico entra in azione per mantenere la carica della batteria costante al 45%.
Infine, in Charge il rotativo resta sempre acceso per ricaricare l’accumulatore, in questo caso sia i consumi che il rumore (seppur ben ovattato) aumentano leggermente. Utilissime anche le 5 regolazioni di frenata rigenerativa, settabili tramite i paddle al volante, e più o meno invasive in base alla necessità. Fuori dal coro, la MX-30 R-EV rappresenta una soluzione ibrida innovativa in grado di combinare l’efficienza di un’auto elettrica con il fascino del motore Wankel. Da vera Mazda riesce a unire la razionalità con alcune soluzioni stilistiche tipiche della Casa nipponica. Già ordinabile, le prime consegne sono previste entro la fine di ottobre con un listino in linea con la variante elettrica che parte da 38.520 fino ad arrivare a 41.770 Euro. Inoltre per la MX-30 R-EV sono previste anche due allestimenti speciali Advantage ed Edition R che fanno lievitare il prezzo fino a 46.020 Euro.