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L'arte va veloce. Pezzi unici che raggiungono il traguardo di una quotazione milionaria oppure corrono in circuiti dove solo essere in pista è una pole position per passare alla storia. È la Bmw M Hybrid V8 protagonista alla 24 Ore di Le Mans, una vettura che per la sua stratificazione di colori e pensieri sembra il risultato di un’intelligenza artificiale guidata dal più creativo degli algoritmi, ma che invece ha una mano vera e autentica, quella audace e astratta della newyorchese Julie Mehretu.
Cinquantenne, etiope di Addis Abeba, ma naturalizzata americana, un legame speciale con la città di Roma dove ha vissuto molte estati e che - per sua stessa ammissione - ha avuto una grande influenza nel suo percorso artistico, è l’artista di origine africana più quotata al mondo dopo che una sua opera è stata venduta da Sotheby’s a oltre 10 milioni di dollari. Non è la prima volta che Bmw trasforma una vettura in una tela pronta ad accogliere forme pittoriche così creative, una tradizione che in passato ha avuto nomi importanti come quelli, solo per citarne alcuni, di Roy Lichtenstein (1977), Andy Warhol (1979), Jenny Holzer (1999) e Jeff Koons (2010).
Non penso a questa macchina come a qualcosa da esporre. La sto pensando come qualcosa che correrà a Le Mans. È una pittura perfomativa», ha spiegato Mehretu. Un’auto come opportunità di portare l’arte fuori delle mura di un museo o di una galleria, una freccia colorata e veloce che nasce come ispirazione oltreoceano: «Solo dopo aver assistito l’anno scorso alla 24 Ore di Daytona ho capito come poter interpretare la Bmw Art Car. Ho osservato la gara, i piloti, le squadre ai box e mi sono resa conto che qui si parla di innovazione, di immaginazione e di spostare i limiti del possibile».
Ecco quindi che il rivestimento della sportiva tedesca diventa la versione 3D dell’opera che ha come punto di partenza il dipinto “Everywhen” (esposto a Venezia a Palazzo Grassi fino al 6 gennaio 2025) dell’artista afroamericana e che una volta creato in studio è stato trasferito con una copia digitale ad alta risoluzione sui profili della vettura: il risultato è una vernice spray di color neon e marchiature nere che sembrano colate dall’alto e risucchiate dal classico “doppio rene” di Bmw e nella quale si inseriscono immagini fotografiche e tratti più regolari che fanno pensare a linee della metropolitana parigina.
L’effetto è spesso sfocato quasi a voler rendere l’auto invisibile e imprendibile (alle altre concorrenti), dove i punti di luminosità della livrea rimandano direttamente a quel Caravaggio, “La Conversione di San Paolo”, ammirato dalla Mehretu nella Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. Il trasferimento dallo studio newyorchese ai box è stato studiato al minimo dettaglio per non alterare l’aerodinamica della Bmw M Hybrid 8 in modo da non perdere centesimi preziosi in gara. Un’opera che ad una manciata di minuti dalla partenza della 24 Ore non si può dire conclusa: «Sarà completata solo quando la gara è finita», ha sottolineato Mehretu. Perché il tocco finale la darà solo la pista in modo imprevedibile e tutto da scoprire: segni sulla carrozzeria legati alla corsa, alla sostituzione degli pneumatici e ad eventuali incontri ravvicinati con piccole parti perse da altre vetture o semplici insetti sono pronti a dare l’ultima pennellata.
Arte come funzione che, dopo un passaggio al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este sul Lago di Como, ora è pronta al vero primo appuntamento da quasi mezzo milione di spettatori, quello che per un’auto non si scorda mai: la 24 Ore di Le Mans. Il numero di gara è il 20 (ventesima Art Car di Bmw). «Per la prima volta dalla nostra vittoria nel 1999, esattamente 25 anni fa, gareggiamo con la Bmw M Hybrid V8 nella classe regina della più grande gara di durata del mondo, affrontando la concorrenza di massima categoria attualmente disponibile nelle corse delle Hypercar», ha spiegato Franciscus van Meel, numero uno della Divisione M della Casa tedesca.
La velocità massima può accompagnare arte e pistoni fino a 350 km/h. La cifra fa da traino ad altri numeri, ovvero quelli di un mercato che rende felici gli azionisti: le sportive M vendute lo scorso anno sono state per la prima volta nella storia oltre 200mila con una crescita rispetto al 2022 del 14,2%. «Se l’auto è veloce e audace come appare, a Le Mans ci aspetta un fine settimana molto positivo», ha dichiarato Sheldon van der Linde uno dei tre piloti che “guiderà” l’opera alla 24 Ore. Perché sulla Bmw M Hybrid V8 pittura, estetica e arte trasformano l’auto in un luogo di aspirazione, dove il traguardo non è una semplice bandiera a scacchi ma è essenza di un sogno. Ovviamente colorato.