Sergio Marchionne presidente di Chrysler e ad di Fiat

Marchionne, un altro successo in Usa:
ingloba Chrysler con un super affare

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DETROIT - Il United Auto Workers esce da Chrysler, in quello che è un altro successo americano per l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che compie un nuovo passo in avanti verso la creazione di un costruttore globale ridisegnando l'intero settore automobilistico. Dopo lo scioglimento dell'opzione put con General Motors, quando contro le attese aveva rotto l'accordo e incassato miliardi di dollari, Marchionne porta ora a casa l'intesa con Uaw a un prezzo inferiore rispetto alla richiesta iniziale del sindacato dei metalmeccanici americano.

Dopo mesi di braccio di ferro, Uaw e Fiat si accordano su 3,65 miliardi di dollari per la quota in Chrysler. Il sindacato riceverà anche 700 milioni di dollari in quattro anni, in cambio dell'impegno a «sostenere le attività industriali di Chrysler Group e l'ulteriore implementazione dell'alleanza Fiat-Chrysler, tra cui l'impegno ad adoperarsi e collaborare affinchè prosegua l'implementazione dei programmi di World Class Manufacturing di Fiat-Chrysler». Con l'intesa - secondo fonti vicine all'azienda - non si aprirà nessun caso sulla sede, che resta l'aereo con cui l'executive council si sposta da Detroit a Torino, a Shanghai e in Brasile.

Il prezzo inferiore alla richiesta iniziale - secondo alcuni analisti - «riflette il desiderio di trovare un accordo». Complessivamente, Fiat ha versato in contanti per il 100% di Chrysler 3,7 miliardi di dollari, a fronte dell'investimento di 36 miliardi di dollari di Daimler in Chrysler nel 1998 e i 7,4 miliardi di dollari versati da Cerberus nel 2007 per l'80% della casa automobilistica americana. Per il Uaw l'uscita, anche se a un prezzo inferiore, rappresenta un successo perchè si traduce in un rischio minore, mette fine alla battaglia legale alla Corte del Delaware e offre maggiori chance di successo a Chrysler, che potrà unirsi in via definitiva con Fiat diventando un costruttore globale in grado di competere ad armi pari con colossi come Volkswagen.

Lo sblocco delle trattative, ferme da mesi per un divario troppo ampio fra il Uaw e Fiat, si è avuto prima di Natale con l'incontro fra il presidente del Uaw, Bob King, e Marchionne: il Uaw inizialmente chiedeva 5 miliardi di dollari e Fiat aveva messo sul piatto 3 miliardi di dollari. Un divario che si è andato riducendo fino all'accordo annunciato oggi, che mette fine a un anno di braccio di ferro sul valore della quota del Uaw.

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Giovedì 2 Gennaio 2014 - Ultimo aggiornamento: 06-04-2016 11:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA