Sergio Marchionne e John Elkann suonano la campanella a Wall Street

Elkann e Marchionne suonano la campanella:
«Sbarcare a Wall Street è un sogno»

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NEW YORK - «Quando abbiamo iniziato dieci anni fa non me lo sarei mai sognato»: è visibilmente emozionato John Elkann, quando il suono della campanella chiude la giornata di contrattazioni a Wall Street. La prima di Fca nel tempio della finanza mondiale. Ed emozionato e orgoglioso è anche Sergio Marchionne, l'uomo della svolta di Fiat: «Nel 2004 era inconcepibile pensare che saremmo arrivati fin qui», ammmette, non nascondendo la sua enorme soddisfazione. Invece oggi lo sbarco alla Borsa di New York è una realtà, così come la fusione tra Fiat Chrysler.

Questo nonstante i tanti ostacoli incontrati negli ultimi anni, negli ultimi mesi. E nonostante i pessimisti che fin dalla prima ora, ricorda Marchionne, «non ci credevano». In fondo è la sua giornata, e il frutto di quelli che il manager italo-canadese definisce «anni di duro lavoro». «Il riconoscimento al lavoro di 300 mila persone», ricorda ringraziando tutti. Sul palco in cui si svolge la tradizionale cerimonia che mette fine agli scambi del New York Stock Exchange c'è l'intera famiglia Elkann: oltre a John, divenuto presidente di Fca, anche la moglie Lavinia Borromeo e i due figli Leone e Oceano, che indossano il cappellino col logo del gruppo Fiat Chrysler Automobiles.

Il viaggio cominciato dalla famiglia Agnelli con la Fiat e proseguito per decenni sotto la guida di uomini come l'avvocato Gianni Agnelli entra ora in una nuova fase. Una nuova dimensione: «Per noi essere nel mercato più grande apre grandi possibilità e opportunità», spiega Elkann, mettendo in evidenza come con Chrysler e lo sbarco a Wall Strett «la componente italiana ha un futuro che non si sarebbe mai immaginata». Per Marchionne è «un nuovo inizio». Tutti gli obiettivi saranno centrati, assicura: «L'importante è superare il 2015 e 2016».

Poi rilancia la Ferrari, di cui da poco è diventato presidente: «Torneremo sul podio alla velocità della luce», promette, dopo l'ennesima deludente stagione in Formula Uno. Mentre Elkann, il giorno dopo le celebrazioni a Los Angeles per i 60 anni della Ferrari negli Usa, ribadisce come quello del cavallino rampante «continuerà ad essere un marchio di punta» del gruppo. Non c'è motivo di cambiare». E vede un futuro glorioso in America anche per l'Alfa Romeo: «Un grande futuro se sapremo produrre il prodotto giusto», spiega.

Alla fine di una giornata storica (Fca chiude il suo primo giorno di scuola a 8,91 dollari dopo aver aperto a 9,19 dollari), tutti fuori la sede della Borsa di New York a farsi le foto sotto il logo di Fca che sventola tra le bandiere di Italia e Stati Uniti. E davanti ai gioielli di casa esposti in strada: i modelli di punta di Maserati, Ferrari, Alfa Romeo, Jeep. Centinaia i curiosi e i turisti che anche loro si fermano per una foto o un selfie. Marchionne ha ancora quattro anni per portare Fca dallo sbarco a Wall Street a nuovi importanti risultati, per far crescere la sua creatura. «Ma nel 2018 - conferma - non farò più auto, ma qualche altra cosa».

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Martedì 14 Ottobre 2014 - Ultimo aggiornamento: 15-10-2014 07:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA