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Due ruote e una batteria. I puristi della moto se ne facciano una ragione, ma anche per loro i beneamati tubi di scarico diminuiranno e il percorso è già iniziato: nel 2023 saranno 6 milioni le due ruote elettriche vendute (75% scooter) su un mercato da oltre 40 milioni di pezzi all’anno, concentrate per oltre il 90% in Cina. In Italia, su quasi 260mila unità (+16,7%) in totale nei primi 8 mesi del 2023, sono elettriche 9.323, in calo del 21,3%. Gli esperti prevedono che il balzo avverrà tra 2-3 anni anche se sono divisi sui ritmi di crescita. I fattori di spinta: l’abitudine alla ricarica acquisita con le biciclette elettriche a pedalata assistita, la sostanziale non dipendenza dalle reti di ricarica e infine il progresso delle batterie. A questo proposito, le soluzioni sono fondamentalmente due: la batteria incorporata e quella estraibile. Interprete di tutte e due le soluzioni è la Piaggio che si dedica all’elettrificazione sin dal lontano 1975 quando mise sul mercato l’Ape elettrica passando per lo Zip&Zip del 1994 che con il motore elettrico da 650 Watt accoppiato al 50 cc due tempi anticipava di 15 anni l’MP3 l’ibrido del 2009. Poi nel 2018 è arrivata la Vespa elettrica: look identico a quello delle altre sorelle monocilindriche, motore da 4 kW e autonomia di 100 km grazie alla batteria, incastonata all’interno della scocca in acciaio e ricaricabile in 4 ore dalla presa di casa, e al sistema di recupero dell’energia in rilascio.
Ha invece la batteria estraibile il Piaggio 1: una versione fa 45 km/h e ha 55 km di autonomia, la Active arriva a 60 km/h e fa 85 km con un pieno. Rimanendo all’interno del gruppo, Aprilia e Moto Guzzi ci stanno pensando, ma ancora nicchiano. Eppure anche i marchi più tradizionalisti si stanno muovendo, come l’Harley-Davidson che ha già creato il sub-brand LiveWire e promesso che nel 2040 tutti i suoi modelli saranno elettrici. KTM punta al divertimento con la Freeride E-XC da cross e ha in arrivo ben quattro modelli elettrici tutti dedicati alla mobilità urbana. Ha intenzioni serie anche la BMW che punta sullo stile avveniristico come quello del CE-04, scooter da 130 km di autonomia, e il più agile CE-02 con look da parkourer. E un domani potrebbe esserci una moto minimalista quasi quanto una bici come l’Amby e una naked come la Vision DC Roadster. Ma ci sono altri costruttori che, a cavallo tra le due e le quattro ruote, si preparano all’elettrificazione. Una è la Suzuki, che per il 2030 ha previsto 8 nuovi modelli, equamente ripartiti tra moto e scooter, per coprire il 25% delle vendite.
L’altra è la Honda che metterà 10 o più modelli elettrici in commercio su scala globale entro il 2025 con l’obiettivo vendere 3,5 milioni di unità. Il primo per l’Europa è l’EM1 e:, piccolo scooter che si compra per intero mentre la batteria si noleggia: pesa 10 kg, si ricarica in meno di 3 ore e assicura fino a 48 km di autonomia. Il concorrente diretto è lo Yamaha NEO’s con una o due batterie estraibili per un’autonomia di 37 km o 68 km e la casa di Iwata ha già pronto il più grande E01. Per chiudere il quartetto delle fab four giapponesi, la Kawasaki ha in canna 10 modelli green entro il 2025 a partire dalle piccole Z e-1 e la Ninja e-1 e continuando con altri elettrici, ma anche ibridi e ad idrogeno. E in tema di batteria estraibile, tutte le case del Sol Levante stanno pensando al battery swap, ovvero alla possibilità di creare pacchi batteria standard con i quali ricaricarsi rapidamente in stazioni predisposte, attraverso un’associazione e partecipano anche ad un consorzio globale denominato SBMC (Swappable Batteries Motorcycle Consortium). Ne fanno parte Piaggio, KTM, Kymco, Triumph ma anche giganti delle batterie come Samsung ed LG e altre aziende italiane come Dell’Orto, VeNetWork (Fantic e Minarelli), FIVE (Garelli) e persino l’ANCMA, l’associazione che riunisce tutta l’industria italiana della moto.
Per quanto infatti la moto (e l’auto) elettrica langua sul mercato interno, interessa eccome l’economia dello Stivale. La pioneristica Energica è un’azienda della Motor Valley attiva dal 2014 e ha quattro modelli in gamma: il più recente è la tourer Experia, il più famoso è la supersportiva Ego che fa lo 0-100 km/h in 2,6 s. e ha 256 km di autonomia, ma soprattutto è stata il punto di partenza per la prima moto del campionato mondiale di MotoE. Da quest’anno a fornire il proprio mezzo è invece la Ducati con la V21L che pesa 220 kg (15 kg in meno rispetto ai target imposti dalla FIM) dei quali la metà di batteria a 800 Volt. Il motore è da 110 kW e sul circuito del Mugello ha raggiunto i 275 km/h. Il record assoluto di velocità per moto elettriche è della monegasca Voxan Wattman (455,737 km/h), ma in questo caso cuore (impavido) e manico sono tutti italiani: quelli del 6 volte campione del mondo Max Biaggi.