Secondo Istat ad aprile il prezzo delle auto nuove è cresciuto del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il costo medio, anticipato dal numero di aprile di Quattroruote ed elaborato dal Centri Studi Fleet&Mobility su informazioni di Dataforce, e di 26.200 euro. Nel 2021 il valore di un veicolo nuovo si attestava a 24.297 euro, mentre nel 2013, dieci anni fa, la media del totale del mercato si attestava su 18.031 euro. Il rincaro in un decennio e stato dunque del 45%. Alla base di tali rincari, secondo Assoutenti, «sia l’avvento delle auto elettriche sul mercato, i cui costi elevati hanno alzato la media, sia la crisi delle materie prime, dai microchip alla componentistica, materiali sempre più rari e costosi che hanno determinato uno tsunami nel settore alterando i listini al pubblico.
Assoutenti ha realizzato al riguardo una indagine mettendo a confronto i prezzi di alcuni modelli di auto in vigore ad aprile 2021 con quelli praticati oggi, scoprendo che i rincari medi variano dal +8% al +13%. Ad esempio per una Nissan Micra (modello IG-T 92 Acenta) il prezzo e salito da 17.415 euro a 18.950 euro, con un aumento del +8,8% in due anni, per la Mazda2 1.5 M Hybrid si spendevano 18.300 euro ad aprile 2021 contro i 20.300 euro odierni (+10,9%). Va peggio per la Renault Clio 100 Gpl (da 19.050 a 21.250 euro, +11,5%) e per la Seat Arona a metano (1.0 TGI 90 CV Reference, da 20.100 a 22.750 euro, +13,2%). Secondo Acea, l’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili, la proposta di regolamento Euro 7 aumentera ulteriormente i costi di produzione di auto, furgoni, camion e autobus, come emerge da una ricerca di Frontier Economics. Lo studio calcola i costi per veicolo a 2.000 euro circa per quanto riguarda auto e furgoni con motore a combustione interna, e a quasi 12.000 euro per i camion e gli autobus diesel. Queste cifre sono da 4 a 10 volte superiori alle stime della Commissione nella sua valutazione d’impatto dell’Euro 7 (180- 450 euro per auto e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus). Oltre ai costi diretti poi, continua Acea, la proposta dell’Euro 7 comportera costi indiretti, come l’aumento del consumo di carburante.
Nel corso della vita di un veicolo, i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20.000 euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per le auto e i furgoni. Questi costi indiretti, ignorati nella valutazione d’impatto della Commissione, si sommano ai costi diretti che andrebbero ad aggiungersi al costo totale del possesso di un veicolo, ponendo ulteriori pressioni finanziarie sui consumatori e sulle imprese in un periodo di alta inflazione e di aumento dei prezzi dell’energia. «L’industria automobilistica europea e impegnata a ridurre ulteriormente le emissioni a beneficio del clima, dell’ambiente e della salute. Tuttavia, la proposta Euro 7 semplicemente non e il modo giusto per farlo, in quanto avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a un costo estremamente elevato», ha affermato Sigrid de Vries, direttore generale di Acea, il quale evidenzia: «Grandi benefici per l’ambiente e la salute saranno raggiunti dalla transizione all’elettrificazione, sostituendo allo stesso tempo i veicoli piu vecchi sulle strade dell’Ue con modelli Euro 6/VI altamente efficienti». Anche perche «le auto con motore a combustione interna che rientrano nell’ambito di applicazione delle norme sulle emissioni Euro 7 rappresenteranno solo il 10% di quelle sulle strade europee nel 2035.
Nonostante i benefici ambientali minimi, la proposta Euro 7 rischia di esercitare un’inutile pressione finanziaria sui consumatori e distogliere gli investimenti dalle tecnologie a emissioni zero», precisa sempre Acea, che conclude. «Le norme sulle emissioni riguardano la vendita di nuove auto nell’Ue da quando si applica Euro 7, che dovrebbe essere intorno al 2026/27. Di conseguenza, le auto che rientrano nell’ambito di applicazione di Euro 7 costituiranno solo il 10% di quelle sulle strade dell’Ue nel 2035. Uno studio recente stima che ciò si tradurrà in una riduzione al massimo del 4% delle emissioni di ossidi di azoto (NOx)».