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MILANO - Tre milioni di unità vendute. Non poche, per un'auto salutata a suo tempo con una notevole dose di snobismo. E considerata anche da molti addetti ai lavori - concorrenti compresi - poco più di una sterile esercitazione tecnologica. Altro che sterile: la Toyota Prius, bandiera e apripista della tecnologia ibrida, ha tagliato il prestigioso traguardo confermando la bontà di una scelta oggi condivisa anche da molti dei competitor che l'avevano accolta con ironico e talvolta irridente scetticismo.
La nascita. Era il 1997 quando Toyota presentò al mondo la prima vettura ibrida destinata alla produzione di serie. Un modello dallo stile non certo irresistibile, imperniato sulla ricerca della concretezza e dell'efficienza più che sul desiderio di compiacere gli esteti dell'automobile. Ma soprattutto un'automobile vera, una berlina 2 volumi a cavallo tra i segmenti C e D pensata per garantire un elevato livello di rispetto ambientale senza imporre dei cambiamenti nelle ormai consolidate abitudini di guida.
La storia. Una formula convincente, accolta con favore dapprima in Giappone e USA successivamente in Europa. Da allora, l'icona ibrida ha celebrato la seconda (nel 2003) e la terza generazione (2009), trovando anche il tempo di mettere su famiglia con la Prius+, versione monovolume a 7 posti, e con la variante Plug-in che ne ha fatto la prima auto ibrida con batterie ricaricabile direttamente dalla presa di corrente domestica. Possibilità che si è tradotta in una notevole estensione dell'autonomia in modalità puramente elettrica, e quindi a emissioni zero.
L'evoluzione. Ovviamente, il tempo non è passato invano. A ogni cambio di generazione, la Prius ha mostrato evidenti miglioramenti sotto tutti gli aspetti. Basti pensare che il costo del sistema ibrido si è ridotto di due terzi, mentre il livello delle emissioni di CO2 è passato dai 114 g/km della Prius 1 (valore ormai alla portata di qualunque diesel di concezione neppure troppo moderna) agli 89 misurati secondo il ciclo di prova europeo nel caso della generazione attualmente sul mercato. Uno sviluppo sottolineato dalle 1.261 richieste di brevetto avanzate nel corso dello sviluppo della Prius odierna.
È solo l'inizio. Per quanto importante, il traguardo di vendita tagliato a fine giugno è soltanto una tappa. Perché la Toyota non ha nessuna intenzione di allentare la presa, ma anzi intende rafforzare le attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla realizzazione di modelli sempre più sostenibili. La conferma viene dall'investimento di 890 miliardi di yen (quasi 7 miliardi di euro) stanziato per il corrente anno fiscale (che termina il 31 marzo 2014) per sviluppare tecnologie eco friendly e relativi componenti. Altri 910 miliardi di yen sono stati destinati nello stesso periodo per realizzare a Toyota City una nuova struttura R&D e di un impianto destinato a diventare il centro nevralgico per lo sviluppo di trasmissioni d'avanguardia.
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