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MILANO - Carlos Ghosn, ex amministratore delegato di Nissan-Renault, arrestato nel 2018 per frode fiscale e uso indebito di beni aziendali (quindi rilasciato su cauzione e fuggito in Libano, dopo un secondo arresto e successivo rilascio), dovrà restituire quasi 5 milioni di euro all’alleanza Nissan-Mitsubishi, joint venture di diritto olandese. Lo ha stabilito un tribunale di Amsterdam, stabilendo che Ghosn dovrà rendere quanto percepito tra aprile e novembre 2018. Ghosn, che intende fare ricorso in appello, aveva a sua volta intentato una causa per contestare irregolarità nel suo licenziamento, soprattutto per quanto riguarda indennizzi ed emolumenti, chiedendo 15 milioni di euro di risarcimento. Il tribunale ha respinto questa istanza, spiegando che non era stato firmato per quei mesi un regolare contratto di lavoro: il precedente contratto, iniziato a luglio 2012, è scaduto ad aprile 2018, ma Ghosn è rimasto in carica fino al licenziamento, a novembre dello stesso anno, quindi ora dovrà rimborsare gli stipendi percepiti in quel periodo, appunto pari a quasi 5 milioni di euro. Ghosn ha sempre sostenuto la propria innocenza e ha denunciato un complotto di alcuni alti dirigenti ai suoi danni.
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