Il ceo di Stellantis Carlos Tavares con il presidente John Elkann

Fusione Stellantis-Renault, la sfida sarebbe sulle sinergie. La produzione dei due gruppi e degli partner è di 16 milioni/anno

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Tutti smentiscono ma l’ipotesi di un consolidamento, o meglio di un accordo tra Stellantis e Gruppo Renault avrebbe una sua logica e permetterebbe di affrontare il complesso futuro dell’automotive con più tranquillità, soprattutto nei confronti dell’aggressiva concorrenza cinese. Ciò che alcuni analisti immaginano non è tanto un’acquisizione pura - come quella che portò nel 2014 all’ingresso dei marchi di Chrysler (Jeep, Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar, SRT) in Fca, quanto piuttosto un allargamento dell’Alleanza che già oggi esiste tra il Gruppo Renault, il Gruppo Nissan, la Mitsubishi e altri marchi, con programmi comuni sullo sviluppo, sugli acquisti, sulla utilizzazione delle piattaforme e dei motori ed anche sulla condivisione degli impianti. La società di diritto olandese Renault-Nissan BV - creata nel marzo 1999 per sviluppare queste sinergie - è detenuta pariteticamente da Renault e Nissan Motor, ma ci sono stati scambi azionari che dopo una serie di variazioni vedono in questo momento la Casa della Losanga e quella Giapponese presenti nell’altra in egual misura al 15%.

Da notare che dal 2022 Renault ha a sua volta creato una joint venture paritetica con il grande gruppo cinese Geely (a cui fanno capo anche Volvo, Polestar, Lotus, Proton, Lynk&Co e Zeekr) che per il momento è concentrata sullo sviluppo e sulla produzone in sinergia motori termici. Come venne dichiarato al momento della sua nascita questa jv dovrebbe rifornire numerosi clienti industriali, tra cui Gruppo Renault, Geely Auto, Volvo Cars, Proton, Nissan, Mitsubishi Motors Company e Punch Torino fornendo soluzioni complete a livello di gruppi motopropulsori a costruttori automobilistici terzi. Nel comporre questo enorme mosaico che potrebbe essere formato dai tasselli di Stellantis, da quelli di Renault e dei loro soci, non va dimenticato che Geely è proprietaria al 50% di Smart ed è (con il 9,686%) il secondo maggiore azionista di Mercedes Benz Group, alle spalle della partecipazione cinese con il 9,980%.

Qualcuno ha già immaginato per questo possibile "conglomerato" di Case automobilistiche la denominazione di Tga cioè Très grande alliance, mutuando schema e finalità di quella già in atto tra Renault, Nissan e Mitsubishi. Ed è evidente che il volume complessivo di questo team allargato di costruttori - circa 16 milioni di veicoli all’anno - muterebbe gli equilibri nei costi generali, nelle forniture e nella produzione.

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Lunedì 5 Febbraio 2024 - Ultimo aggiornamento: 20:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA