La Nissan FE

C’è un’Ariya tutta nuova a Le Mans: sulla pista della 24 Ore con l’elettrica Nissan

di Mattia Eccheli
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LE MANS - Di circuito in circuito. Da Jarama, vicino a Madrid, fino a Le Mans, in Francia, passando per quello pirenaico di Pas de la Casa a oltre 2.400 metri di quota, nel principato di Andorra. L’elettrica Nissan Ariya e-4orce è il nuovo Suv a zero emissioni della casa del Sol Levante, il modello che eredita l’esperienza maturata con la Leaf, la prima elettrica di serie per il mercato di massa. E che, in parte, beneficia dell’efficienza nel sistema di gestione dell’energia che Nissan ha sviluppato nel corso dei 5 anni in cui ha gareggiato finora in Formula E, tanto da disporre di un’autonomia omologata di quasi 510 chilometri con una batteria di soli 87 kWh di capacità utile. Un dato significativo per un modello a trazione integrale che pesa 2,3 tonnellate.
Al debutto nel campionato riservato alle monoposto elettriche il sistema era invece mutuato dalla Leaf stradale e adattato alla competizione. Il costruttore ha fatto provare la Ariya su una parte del tracciato di endurance più famoso al mondo, quello de la Sarthe, dove si disputa la storica 24h della quale lo scorso giugno si è svolta l’edizione del centenario. Solo che Nissan ha parlato di Formula E, il mondiale sostenibile che incarna il futuro sostenibile della casa di Yokohama (dal 2030 in Europa commercializzerà solo veicoli elettrici) nell’ambito del quale ha promosso uno specifico programma di ricerca.

Si tratta del “Brain to Performance” portato avanti da Lucian Gheorghe, Nissan Ux Innovation Senior Manager, che applica le neuroscienze per migliorare le capacità di guida, fra i quali c’è anche il veneto Luca Ghiotto, pilota di riserva e che lavora al simulatore. Specifiche elettrostimolazioni al cervello prima di mettersi al volante migliorano le prestazioni: secondo i test condotti tra l’Essex e la Svizzera incrementano il controllo del veicolo con una velocità superiore del 50% e conservano più a lungo le aumentate abilità (+22%). «Riteniamo – spiega Gheorghe - che questa tecnologia possa fornire un vantaggio sostanziale ben oltre il mondo degli sport motoristici». Gli ambiti di applicazione sono molteplici e Nissan pensa di essere il solo costruttore a condurre ricerche di questo tipo.

La sesta stagione in Formula E fornirà ulteriori indicazioni circa il rendimento dei piloti: oltre al confermato Sacha Fenestraz (una pole lo scorso anno) c’è il rientrante Oliver Rowland. La responsabilità che hanno è notevole perché il decimo campionato fa tappa per la prima volta in Giappone, il 30 marzo, a Tokyo. La scuderia è molto “italiana” perché oltre a Ghiotto c’è Tommaso Volpe, che è il numero uno delle operazioni, e, da poco, c’è anche Francesca Valdani, 38enne milanese (di Sesto San Giovanni, in realtà, laureata in Scienze delle Attività Motorie e Sportive con indirizzo manageriale), nominata Team Manager e Sporting Director. A conferma della rilevanza che la parità di genere ha nella rassegna (e per Nissan) c’è anche l’italo spagnola Maria de Juana, che guida la comunicazione della scuderia. Dopo aver esordito con l’opzione “Road to track” (dalla strada alla pista), il costruttore lavora al percorso opposto (Track to road). Per i materiali e per l’hardware serve ancora pazienza, ma circa il software che gestisce i sistemi di controllo i primi trasferimenti ci sono già stati, ma Nissan, come altri costruttori, preferisce inevitabilmente non diffondere i progressi compiuti. E nemmeno in quali campi. Se ne saprà di più nei prossimi anni.

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Giovedì 7 Marzo 2024 - Ultimo aggiornamento: 10:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA