Florian Modlinger, capo delle operazioni della Tag Heuer Porsche in Formula E

Modlinger (Porsche): «Restare in FE scelta obbligata. È un mondiale secondo solo alla F1»

di Mattia Eccheli
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Porsche resta in Formula E. Fino al 2030. Dopo aver debuttato nel mondiale elettrico nella sesta stagione (2019/2020) ed essere salita sul podio già all'esordio con André Lotter, la casa di Zuffenhausen ha dovuto attendere l'ottavo campionato prima di vincere, con Pascal Wehrlein, che una volta era già passato in testa sotto la bandiera a scacchi salvo venire poi squalificato per la marcatura sbagliata delle gomme. Quindi poi cominciato a frequentare con assiduità il podio. Il costruttore ha ufficializzato la decisione alla vigilia del doppio ePrix di Shanghai, con i quali la rassegna a zero emissioni torna in Cina a 5 anni dall'ultima volta. 

«Se guardiamo a come si sta sviluppando la mobilità – spiega Florian Modlinger, capo delle operazioni della Tag Heuer Porsche in Formula E – non ci sono dubbi che quella elettrica sarà fondamentale nel futuro. Il cuore di Porsche batte per il motorsport e pertanto non avevamo che una scelta: la Formula E. Punto». «Per rapporto tra investimenti e ritorni – insiste il manager – questo mondiale è secondo solo alla Formula 1». L'approccio del costruttore premium, la cassaforte del gruppo Volkswagen (il 3,5% dei volumi, ma il 30% degli utili), è estremamente razionale e il rigore della spesa è fondamentale: «Come scuderia – aggiunge – abbiamo lavorato per affermarci in termini agonistici fra quelle ai vertici, ma anche per essere efficienti dal punto di vista economico».

L'obiettivo dei 400 milioni di spettatori fissato per questa stagione dal nuovo Ceo del campionato, Jeff Dodds, è una “serenata” per le squadre: «Supportiamo il suo lavoro», sorride Modlinger. Che continua a preferire i circuiti cittadini a quelli permanenti: «La Formula E deve restare nelle città – osserva – ma deve anche trovare alcune sistemazioni “iconiche” in pista, vicino ai centri e in grado di catalizzare l'attenzione del pubblico. Il miglior esempio è quello di Città del Messico». Il Team Principal non si sbilancia sui nomi dei piloti per le prossime stagioni: «Non sappiamo ancora cosa faremo», né per la Gen Evo né per la Gen4 che entrerà in servizio con il campionato numero 13. Per il momento ha “solo” confermato l'accordo con la Andretti per la fornitura della monoposto per le stagioni 11 e 12.

Le caratteristiche tecniche delle monoposto del futuro non sono ancora note, anche se gli obiettivi sono ambiziosi: «Sarei favorevole a un maggior margine di sviluppo concesso ai costruttori, naturalmente nell'ambito del tetto ai costi – suggerisce – almeno in quegli aspetti in cui si possono intravvedere grandi potenzialità». Quale esempio cita possibili componenti delle batterie: «Anzi – corregge – parlerei si sistemi di immagazzinaggio, perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro». Modlinger non fatica a ricordare il momento più bello di Porsche in Formula E: «La doppietta a Città del Messico con Wehrlein e Lotterer», sorride. La sua maggior soddisfazione personale è invece legata a questa stagione: «Le pole di Pascal – conclude – perché dimostrano che abbiamo lavorato nel modo giusto sull'aspetto sul quale ci eravamo concentrati». Con Porsche, Modlinger vuole scrivere una pagina del motorsport elettrico e l'impegno con la Gen4 è l'inizio di un nuovo... romanzo.

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Sabato 25 Maggio 2024 - Ultimo aggiornamento: 10:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA