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GENOVA – Ripulire il mare: di uno slogan accattivante e molto impegnativo, Suzuki ha fatto una missione reale, conquistando la scena al Salone Nautico di Genova – dove ha festeggiato il centenario dalla fondazione - con la presentazione di una inedita tecnologia legata al Clean Ocean Project. Un'anteprima mondiale che sarà sul mercato dal prossimo anno, abbinabile all'intera gamma medio-grande dei motori fuoribordo prodotti dalla Casa di Hamamatsu.
"I motori marini – spiega Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia - vengono raffreddati con l'acqua del mare che entra ed esce in gran quantità generando volumi importanti, e in cui troviamo residui di ogni genere, specie plastici, che i filtri tradizionali riescono ad escludere lasciandoli in mare. La nostra idea invece è opposta: quei microresidui plastici vengono inghiottiti dal device che li controlla e custodisce, fino a quando il filtro non sarà ripulito. Non è poco, credetemi, se consideriamo quanta acqua entri continuamente nei motori. Più si naviga, più si ripulisce il mare con il nostro Micro-Plastic Collector che è una novità mondiale assoluta".
Il sistema è di facile istallazione e prevede un tubo di ritorno e un filtro particolare. "Questo strumento – assicurano i tecnici Suzuki - non influirebbe sulle prestazioni del motore anche se il filtro si dovesse intasare, poiché il dispositivo utilizza l’acqua in uscita dal motore stesso".
Suzuki Marine è attivamente impegnata sul fronte ambientale da anni. "In linea con lo slogan Ultimate Outboard Motor – ricorda il general manager per l'Europa Daisuke Kawatari - ci siamo impegnati a offrire un’esperienza di navigazione unica, che per essere ottimale ha bisogno di un mare sano e pulito. Questo è il pensiero che sta alla base della nostra campagna “Clean-up the World” che portiamo avanti dal 2011 e a cui hanno partecipato oltre 8000 persone da tutto il mondo"
In Giappone la campagna è stata definita esemplare e ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente nella Plastic Smart Campaing. "Per continuare a dare il massimo supporto all’ambiente – prosegue Katawari - abbiamo individuato e applicato una serie di comportamenti responsabili per combattere l’inquinamento da plastica. Questo è il concept con cui abbiamo creato Clean Ocean Project".
La Casa giapponese sponsorizza anche i viaggi di Sergio Davì, che collabora con il Cnr per il monitoraggio delle acque e dell’inquinamento lungo tutte le rotte percorse. L'ultima affascinante impresa dell'esperto "esploratore marino" è stata, l'anno scorso, percorrere in solitario 7mila miglia nautiche con il suo gommone di dieci metri spinto da motori Suzuki DF350A. "Andando da Palermo a New York – racconta – ho fatto 40 prelievi di acqua per esaminarne il grado di inquinamento da plastiche. Sapete qual è l'area più inquinata? Le isole FarOer, quell'arcipelago che abbiamo sempre considerato un paradiso ambientale al largo delle coste settentrionali dell'Europa, tra il Mare di Norvegia e il nord dell'Oceano Atlantico. Evidentemente ci sono correnti sottomarine che proprio lì accumulano rifiuti".
Per Suzuki, il settore Marine è molto strategico anche in Italia, dove operano una cinquantina di concessionari. "Copre un volume di business del 5% - dice Nalli – che è piccolo rispetto ad auto e moto, però parliamo di un segmento luxury, dunque particolarmente prestigioso e redditivo".