La Ford Fiesta del 1983

Ford, una Fiesta lunga 40 anni: nel 2017 la settima generazione

di Sergio Troise
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ROMA - Il 2016 è stato un anno importante per Ford, che ha celebrato i 40 anni della Fiesta, il suo modello di maggior successo, con oltre 17 milioni di unità prodotte e vendute in quasi tutto il mondo. Un successo scandito in sei generazioni (la settima è attesa nel 2017), cominciato nel 1976, culminato nella leadership degli ultimi quattro anni e appena appannato dal fisiologico calo registrato nei primi 8 mesi sul mercato europeo, dove tuttavia si difende alla grande, confermandosi la Ford più venduta (da sola totalizza, all’incirca, le vendite di Ka, Kuga, C-Max e B-Max) e occupando il quarto posto assoluto nella top-ten del Vecchio Continente, dietro alla Golf e alle rivali dirette Clio e Polo.

Per festeggiare l’anniversario la Casa euroamericana ha organizzato un tour in giro per le strade d’Europa, con tutte le Fiesta del passato e del presente e con la partecipazione di tecnici e ingegneri che hanno avuto parte attiva nella storia del modello. Come Karel Willaert, uno dei padri della prima Fiesta, il quale ha tenuto a ricordare l’origine del fortunato modello euroamericano.

“La Ford doveva dimostrare al mondo che aveva le carte in regola per produrre non solo auto per l’America, ma anche per l’Europa, dunque di dimensioni più piccole, economiche e in grado di consumare poco” ha detto il veterano dell’Ovale Blu. E ha aggiunto: “Se non bastasse, la Fiesta avrebbe dovuto dimostrare, all’interno dell’azienda, che anche con le auto di piccole dimensioni si potevano realizzare profitti. Una mission portata a termine nel migliore dei modi”.

Il primo a credere nella scommessa fu Lee Iacocca (all’epoca Ceo del marchio americano presieduto da Enry Ford II), il quale già alla fine degli anni 60 aveva intuito che la Escort (tre volumi, trazione posteriore) non avrebbe potuto contrastare l’avanzata delle auto europee, più piccole, pratiche, leggere, economiche, tutte con motore e trazione all’avantreno. E infatti la Fiesta sarebbe arrivata, qualche anno dopo, per combattere con le medesime armi utilizzate dai colossi europei, in testa la Fiat (con la 127), la Renault (con la R5) e la Volkswagen (con la Polo). Rivali agguerritissime, con le quali tuttora ci si batte in uno dei settori più impegnativi del mercato continentale.

Una guerra infinita, che nella fase iniziale provocò anche forti tensioni tra Fiat e Ford, con l’accusa di plagio da parte dell’azienda italiana, risentitasi del fatto che i primi collaudi dei prototipi Ford furono eseguiti segretamente proprio su pianali della 127. Acqua passata. Oggi Ford e Fiat producono in pieno accordo addirittura due modelli sul medesimo pianale (Ka e 500).

La progettazione della prima Fiesta coinvolse uomini e mezzi americani ed europei, sull’asse Dearborn-Dunton (Inghilterra)-Merkenich (Germania). Al progetto lavorarono tecnici inglesi, olandesi, portoghesi, tedeschi. Nella definizione dello stile ebbero un ruolo importante anche gli italiani, con la carrozzeria Ghia di Torino, che successivamente avrebbe dato nome alle Fiesta più lussuose della gamma.

Da allora ai giorni nostri il progresso tecnologico e l’evoluzione dello stile hanno fatto della Fiesta un’auto molto diversa da quella di prima generazione, che era molto più piccola (misurava 3,57 metri, contro i 3,97 metri del modello attuale) e leggera (appena 750 kg, contro 1100 circa di oggi) e non aveva ancora assunto le forme sportive ed aerodinamiche del Kinetic Design Ford.

I motori erano i classici 4 cilindri a benzina aste e bilancieri, nel tempo affiancati dai diesel, poi sostituiti dai più moderni Zetec in alluminio e con doppio albero a camme in testa e, ai giorni nostri, dai prodigiosi tre cilindri turbo 1000 Ecoboost di ultima generazione (insigniti del premio “motore dell’anno” per cinque anni consecutivi). Le motorizzazioni (anche a 4 cilindri, benzina e diesel) hanno subìto variazioni importanti in funzione delle prestazioni e dell’efficienza, sia negli allestimenti entry level, sia in quelli sportivi, che non sono mai mancati nella gamma Fiesta, anche se hanno ricevuto denominazioni sempre diverse, fino alla ST200 dei giorni nostri (con 200 cv è la più potente Fiesta di sempre).

Una sola cosa non è cambiata, in tanti anni: il nome Fiesta. Una felice intuizione di Enry Ford in persona, che seppe mettere d’accordo tutti con una decisione incontestabile. Con lievi sfumature, Fiesta è una parola condivisa in varie lingue, dallo spagnolo al portoghese, dall’italiano al francese, dall’inglese al tedesco; evoca allegria, ispirando immediata simpatia a tutte le latitudini. Da allora, per Ford, è stata Fiesta in tutto il mondo, soprattutto in Gran Bretagna, dove è tuttora leader assoluta nelle vendite, ma anche nell’area continentale, dove la piccola Ford è stata storicamente costruita utilizzando lo stabilimento tedesco di Colonia, quello inglese di Dunton e quello spagnolo di Valencia.
 

 

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Giovedì 13 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 22:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA