La Ford Focus RS denominata Performance Buzz Car

Ford illumina le emozioni. Realizzata una Focus RS che esterna le sensazioni del guidatore

di Nicola Desiderio
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VAIRANO - Emozioni forti, fortissime. Anzi luminose. Tutta colpa di una macchina, una di quelle che romba, sgomma e regala sensazioni uniche. Secondo una ricerca compiuta da Ford e Designwork l’adrenalina data dalla guida di un’auto sportiva è seconda solo a quella di un giro sulle montagne russe ed è più intensa di quella suscitata da un bacio appassionato, dalla partita della propria squadra del cuore, da una lezione di ballo, dall’episodio della nostra serie televisiva preferita o anche dal gusto dato da un cibo prelibato.

L’intensità delle emozioni si può misurare e dunque trasformare in grafici ed emissioni luminose, un po’ come succede quando ci si sottopone ad un elettrocardiogramma. Ed è quello che hanno fatto le due aziende realizzando una Focus RS denominata Performance Buzz Car. Trattasi della Focus più sportiva, spinta dai un motore 2.3 da 350 cv, prestazioni maiuscole (266 km/h, 0-100 km/h in 4,7 secondi) ed un sistema di trazione integrale capace di regalare spazzolate e traversi degni di una roadster e a trazione posteriore e dei protagonisti di Fast and Furious. Una vera macchina delle emozioni alla quale i tecnici del centro di ricerca e innovazione Ford di Aachen e quelli della Designwork hanno montato 82 display per un totale di 188.416 led che tappezzano tutti i cristalli della vettura (tranne il parabrezza, ovviamente), l’interno dei parafanghi e il fondo della vettura. Un armamentario immenso, una messe di processori, fili e luci la cui installazione ha comportato 1.400 ore di lavoro e che ha bisogno di due batterie ausiliarie per essere alimentato, altrettanti ventilatori per smaltirne il calore. All’interno poi sembra di salire dentro il Millenium Falcon: solo la plancia e il volante ci ricordano che non siamo Han Solo e non stiamo per affrontare l’Impero.

Ma prima di metterci al volante e scendere in pista, ci sistemano un braccialetto intorno al polso e due anelli di tessuto a strappo. Il primo serve a misurare il battito, gli altri due misurano la resistenza elettrica della pelle attraverso la variazione del grado di umidità e salinità della cute.

Sono attaccati via filo ad uno smartphone che, a sua volta è collegato al sistema di bordo via Bluetooth. Il rombo del 4 cilindri turbo scuote, ma l’encefalogramma della macchina delle emozioni si muove appena, qualche movimento in più quando si comincia a tirare le marce e divorare le curve. Andiamo sempre più forte, ma il picco gioca a nascondino e fa cucù proprio quando non ce l’aspettiamo: alla fine, come se fossimo usciti da un’apnea. Le nostre sensazioni si trasformano allora in un lampeggiare ripetuto, quasi stroboscopico, di tutti i pannelli luminosi. Ci siamo divertiti a bordo di questo giocattolo, ma è evidente che non di gioco si tratta. L’interazione emozionale e fisiologica tra l’uomo è la macchina è infatti una delle grandi frontiere dell’automobile che, sempre di più, riuscirà a capire i nostri desideri e i nostri bisogni con l’obiettivo di aumentare il nostro benessere e migliorare la sicurezza.

Oggi l’automobile riconosce se il guidatore è stanco dai movimenti del volante e la perdita dei sensi se non risponde alle sollecitazioni luminose e sonore, ma non è lontano il giorno in cui capirà in anticipo se c’è un infarto in corso e sarà persino in grado di fare un elettrocardiogramma e metterci in contatto con un medico, anzi con la guida autonoma verremo portati direttamente all’ospedale più vicino. Ford è da tempo al lavoro in questi campi come dimostrano i concept e le attività di ricerca svolte dal costruttore americano. Tra queste ultime c’è ADAS&ME, un progetto finanziato dall’Unione Europea che mira a realizzare dispositivi di bordo capaci in futuro di conoscere le nostre emozioni, i livelli di stress, la distrazione e la fatica al fine di dare suggerimenti al guidatore e di prendere il controllo dell’auto in situazioni di emergenza.

Con Feel the View, Ford ha poi realizzato, in collaborazione con la start up italiana Aedo, un pannello tattile applicato sulla parte interna dei cristalli che permette ai non vedenti di sapere attraverso le dita quello che si può vedere fuori della vettura. Andando a ritroso, nel 2011 la S-Max Concept mostrò per la prima volta un’auto capace di misurare il battito cardiaco e il livello di glicemia attraverso sensori annegati nel sedile mentre nel 2013 la Evos Concept – che anticipava la Mondeo – diede un assaggio delle potenzialità offerte dall’interazione tra gli occupanti, l’elettronica di bordo e cloud che diventerà il tramite e il custode dei nostri gusti, delle nostre esigenze e, in definitiva, delle nostre emozioni. Anche di quelle che proveremo al volante.

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Domenica 15 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 15:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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