L'Itama 45 in navigazione: veramente un bello spettacolo italiano

Itama sbarca in Libano: il made in Italy
sventola in Medio Oriente con mille cv

di Sergio Troise
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NAPOLI - Come nel mondo dell’auto, dove le eccellenze del made in Italy aggirano la crisi incrementando la presenza all’estero, anche nella nautica c’è chi si difende esplorando le potenzialità di nuovi mercati. L’esempio più recente viene da Itama, brand di antica tradizione laziale (Itama è l’anagramma di Amati, fondatore del cantiere nato sulle rive del Tevere e poi passato nel Gruppo Ferretti, con sede produttiva a Forlì e proprietà cinese) che si appresta a sbarcare in Libano, dove il vento della ripresa potrebbe cancellare gli anni bui dell’infinita crisi mediorientale.

Costrette a rinunciare a una presenza cospicua
– com’era un tempo – nelle acque italiane, queste barche famose nel mondo per il perfetto connubio tra stile e sportività fanno dunque rotta verso altri porti del Mediterraneo. «Abbiamo appena consegnato un Itama 45 in Libano – dice Giuseppe Mazza, responsabile del marchio –. Conquistare posizioni in quei territori è una operazione di estrema importanza per il settore nautico, perciò noi vogliamo entrarci con maggior decisione, vogliamo posizionarci meglio in tutta l’area orientale del Mediterraneo. Questo varo – aggiunge l’esponente di Itama - è un traguardo molto importante non solo per noi, ma per tutto il comparto: dimostra l’interesse dei mercati emergenti nei confronti del made in Italy».

L’operazione Libano si è resa possibile
grazie ad un accordo di collaborazione con Sea Pros, dealer locale che ha creduto fortemente nella possibilità di allargare gli orizzonti internazionali del brand italiano. La costruzione è terminata a luglio nel cantiere di Forlì; subito dopo l’imbarcazione è stata trasferita a La Spezia, dove si è svolta la cerimonia della consegna ufficiale, prima che la prua facesse rotta verso il Medio Oriente.

Presentato a settembre 2011 a Cannes,
il 45 è un open di 13 metri, poco più, motorizzato Cummins 480x2, che incarna al meglio il fascino senza tempo, l’animo sportivo e l’inconfondibile stile italiano delle imbarcazioni Itama. Le linee, come nella tradizione del cantiere, sono filanti ed essenziali, caratterizzate dalla carena a V profonda di 22° che garantisce una perfetta tenuta di mare. Di nuovo, rispetto alla tradizione, ci sono soltanto alcuni dettagli come la passerella a scomparsa mediante sfilo, integrata nello scafo, e la spiaggetta di poppa che può scendere in acqua per varare e alare il tender. Una gran comodità. Quanto agli allestimenti interni, è stata adottata - su espressa richiesta dell’armatore – la soluzione della cabina unica, in modo da offrire spazi più ampi alla dinette e alla cucina. Qualche innovazione stilistica riguarda la prevalenza del colore bianco con veneziane e pavimenti in teak, in contrasto con il nero della plancia. Dettagli che fanno la differenza.

Nuove frontiere.
Lo sbarco del primo Itama 45 in Medio Oriente è in realtà una delle mosse del Gruppo Ferretti sullo scacchiere internazionale. Titolare di ben otto marchi di prestigio (con Ferretti Yachts, Ferretti Custom Line e Itama fanno parte della holding anche Riva, Pershing, Bertram, Mochi Craft e CRN) è passato a gennaio del 2012 sotto il controllo della cinese Shandon Heavy Industry Group (Shig), che vuole fare dell’internazionalizzazione l’asse portante di tutte le politiche di sviluppo. In questa ottica, il Gruppo si avvale di moderni centri di produzione in Italia e negli Usa, che riescono a coniugare l’efficienza produttiva industriale con una straordinaria qualità dei dettagli, garantita dalla lavorazione artigianale tipica del made in Italy.

Negli States il gruppo è presente
anche attraverso la controllata Ferretti Group America, che gestisce un network di punti vendita specializzati nella commercializzazione e nel marketing dei brand del Gruppo in tutto il mercato nordamericano, e in Asia attraverso un ufficio di rappresentanza e promozione con sede a Shanghai. Sessanta dealer garantiscono, inoltre, la presenza in oltre 80 Paesi, con benefici per la clientela, che può contare sull’assistenza nelle marine di tutto il mondo.

Peccato che da noi le imbarcazioni prodotte
da questo autentico gioiello della cantieristica suscitino ormai esclusivamente l’interesse del fisco… Pare proprio che nessuno abbia più la possibilità di acquistarle (seppure ce l’avesse, rinuncerebbe per non dare nell’occhio). E pensare che siamo il Paese che ha inseguito i sogni felliniani della Dolce Vita, i motoscafi Riva, il Destriero del record oceanico, le Ferrari, la Mille Miglia…

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Martedì 7 Agosto 2012 - Ultimo aggiornamento: 17-09-2012 11:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA