Mrk Fields, presidente e ceo della Ford

Mark Fields (Ceo Ford): «L'auto ecologica senza pilota la produrremo per tutti»

di Giorgio Ursicino
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DETROIT - Alan Mullaly, il precedente ceo, ha salvato la Compagnia, ristrutturandola nel pieno della grande crisi quando l’intera industria automobilistica americana ha rischiato di sparire. Sotto la guida del manager che veniva dagli aerei, la Ford Motor Company è stata l’unico costruttore automotive Usa ad evitare il fallimento, tirandosi fuori dalla palude con le proprie forze. Passata la tempesta bisogna guardare al domani e Bill Ford e gli altri azionisti hanno affidato il timone dell’Ovale Blu a Mark Fields, un manager ancora giovane, ma che lavora in azienda da 27 anni ed ha guidato anche la Mazda in Giappone per conto di Ford: «Per il nostro settore è un momento entusiasmante e in particolare lo è per Ford, il mondo sta cambiando, noi da azienda di auto siamo diventati anche azienda di tecnologia e ora siamo impegnati pure nella mobilità».

Perché questa decisione?
«Pensate alle grandi città, quelle con oltre 10 milioni di abitanti sono in aumento e ci sono grandi preoccupazioni per la qualità dell’aria e le conseguenze sulla salute. Cambiano rapidamente anche comportamenti e priorità riguardo ai veicoli e ai trasporti: ogni due secondi negli States viene venduto un nuovo veicolo, in un minuto vengono percorse 7 milioni di miglia, viaggiano 125 mila taxi e auto Uber e vengono effettuate 60 mila corse condivise. Ciò dimostra che a fianco del possesso dei veicoli ora c’è l’uso condiviso».

Cambierà il vostro business?
«Non ha più senso parlare solo del numero di veicoli venduti, dobbiamo pensare a quali servizi possiamo offrire».

Avete già iniziato il percorso?
«Abbiamo introdotto Ford Smart Mobility che offre un’ampia gamma di soluzioni di trasporto, è il nostro piano per essere leader nella mobilità, nella connettività e anche nei veicoli autonomi».

Quali sono i risultati finora ottenuti?
«Per cominciare abbiamo creato un servizio navetta in grado di integrare e ampliare la portata del trasporto di massa tradizionale, a San Francisco abbiamo acquisito Chariot e nella stessa Baia, in partnership con Motivate, amplieremo il nostro servizio di bike sharing fino ad arrivare a 7 mila bici nel 2018. Nei prossimi 18 mesi partiranno servizi simili in altri 5 mercati».

Pensate solo agli Stati Uniti?
«All’interno dell’azienda ora c’è un team chiamato City Solutions che collabora con le città di tutto il mondo per risolvere gli attuali problemi di trasporto e quelli futuri».

In questo scenario che ruolo ha la guida autonoma?
«È un argomento di grande interesse, il prossimo decennio sarà caratterizzato dall’automazione dell’automobile. Per noi questa tecnologia ha già un impatto notevole sulla società, un fenomeno che per portata può essere paragonato alla catena di montaggio introdotta da Ford».

Quando vedremo i primi veicoli di questo genere in strada?
«Abbiamo annunciato che nel 2021 sarà operativa una nostra flotta di veicoli autonomi destinati al settore commerciale che forniranno un servizio di ride-hailing o ride-sharing».

Che livello di automazione avranno?
«Totale. Non avranno volante e nemmeno i pedali, non sarà necessario il conducente».

Saranno oggetti di lusso?
«Niente affatto, ci impegniamo a mettere in strada veicoli autonomi per milioni di persone».

Su questo tema state lavorando da soli?
«Abbiamo investito in start up, abbiamo diverse collaborazioni e stiamo rafforzando la presenza nella Silicon Valley».

Una rivoluzione epocale?
«Sì, ma la nostra filosofia non è cambiata: anche Henry Ford era un innovatore e, come facevamo un secolo fa, vogliamo aiutare le persone a seguire i sogni e a costruirsi una vita migliore attraverso la libertà dei trasporti».

Ma questi veicoli avranno un costo più elevato?
«All’inizio sì, come tutte le innovazioni tecnologiche, per questo partiremo con lo sharing, ma ci sarà il vantaggio di risparmiare sull’autista. Poi i costi scenderanno e questi veicoli saranno disponibili anche per le famiglie, a partire dalle grandi città».

Le auto senza pilota avranno poco appeal?
«Non credo, le architetture elettriche libereranno spazio e i nostri stilisti sono al lavoro».

Sul percorso ci sono ostacoli?
«Diversi: tecnologici, economici, normativi e comportamentali, ma gli Usa credono molto nei vantaggi di questa svolta e si impegneranno per facilitarla».

Cosa pensa delle auto elettriche?
«La loro diffusione crescerà rapidamente, scenderanno i costi e salirà la domanda, soprattutto ci sarà la spinta del contesto normativo».
 

 

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Mercoledì 5 Ottobre 2016 - Ultimo aggiornamento: 06-10-2016 10:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA