ROMA - I provvedimenti di blocco delle auto e delle targhe alterne non sono serviti per ridurre lo smog, ma hanno solo creato tanti disagi ai cittadini delle due città. Lo dicono le centraline di Milano e Roma che ieri hanno mostrato addirittura aumenti o stabilità delle polveri sottili PM10. A Milano infatti continua a salire il livello delle polveri sottili nonostante il blocco delle auto. Ieri, nel secondo giorno di stop alla circolazione, la centralina di Milano Pascal ha
segnato un livello di 81 microgrammi per metro cubo, contro i 67 di ieri. Quella di Milano Senato, in centro, è salita da 66 a 83, mentre Milano Verziere è passata da 60 a 75. L'andamento crescente lo rileva il bollettino dell'Arpa di Milano sulla qualità dell'aria. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni riconosce che i ”blocchi estemporanei non servono” mentre ci vogliono 2 miliardi per misure strutturali come potenziare il trasporto pubblico locale ed incentivi per vietare nella regione veicoli inquinanti. Palazzo Marino spiega che le valutazioni vanno fatte al termine delle tre giornate di fermo del traffico e che, comunque, questo provvedimento ha contribuito a non far aumentare l'inquinamento.
Se Milano piange, certamente Roma non può sorridere visto che è ancora piena emergenza smog a Roma. Le targhe alterne infatti hanno fatto flop. Non sono bastate la due giorni di stop alternato alle auto pari e dispari per far diminuire l'inquinamento, infatti restano alti i valori delle Pm10 nell'aria: ieri limiti sforati in ben 11 centraline su 13. Il bollettino dell'Arpa Lazio parla chiaro: il limite giornaliero delle polveri sottili è stato superato ieri in 11 centraline su 13. Il limite massimo giornaliero da non sforare è fissato dalla legge per le Pm10 a 50 microgrammi/m3. Ieri a Roma le centraline hanno registrato 67 a Preneste, 58 a Francia, 56 a Magna Grecia, 53 a Villa Ada, 66 a Cavaliere, 51 a Fermi, 59 a Bufalotta, 57 a Cipro e 58 ad Arenula.
I picchi più alti sono stati a Cinecittà dove la centralina ha toccato i 92 e a Tiburtina dove si è arrivati a 76. La misura delle targhe alterne adottata dal Campidoglio sembra essere quindi servita a poco. ”Non è questa la soluzione visto che non tagliano le emissioni del 50% ma solo del 10-15%” tuonano i Verdi scesi oggi in piazza davanti Montecitorio, armati di mascherine sul volto e barattoli riempiti i gas di scarico, per ribadire ancora una volta che ”i smog si muore” E lanciano un allarme: nelle zone più inquinate di Roma, come l'Aurelia, c'è un aumento della mortalità del 7%.
Le principali malattie rilevate, secondo uno studio dell'epidemiologo Francesco Forastiere, sono quelle cardiovascolari e il tumore al polmone, la cui incidenza è superiore del 9% nelle aree dove gli inquinanti hanno i livelli più alti - le morti dal 2001 al 2010 per cause cardiovascolari sono state oltre 60mila, più di 22mila quelle per malattie ischemiche del cuore, circa novemila per malattie respiratorie e 12mila per tumore al polmone. ”secondo uno studio del 2012, se a Roma venissero rispettati i limiti di Pm2,5 segnalati dall'Oms l'aspettativa di vita aumenterebbe di oltre 12 mesi e si conterebbero quasi 1.300 morti in meno all' anno” spiega il portavoce dei Verdi di Roma, Gianfranco Mascia.
Intanto Roma conquista la maglia nera tra le capitali e le grandi città europee per dotazioni di metropolitane, tram e ferrovie suburbane. Non solo: nel 2015 la metro è stata k.o. per 40 giorni (29 volte per guasti tecnici), una media di circa uno stop ogni sei giorni. Insomma, Roma ultima in Europa per eco-mobilità, sentenzia Legambiente che annovera tra i record negativi della Città Eterna anche quello del possesso di automobili, pari a 71 ogni cento abitanti, quando a Berlino sono 35 e a Londra 36.
In attesa di misure strutturali e di lungo periodo, ma soprattutto coordinate, che dovrebbero essere esaminate oggi nell'incontro del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti con governatori e sindaci dei grandi centri urbani, il premier Renzi ha fissato un obiettivo: ”Nell'arco di un paio di anni, passare da 2.000 centraline di ricarica elettrica a 20.000, rinnovare il parco autobus ed efficientare le case popolari”. Un rinnovamento del parco dei mezzi pubblici e incentivi anche per quelli privati, un piano per l'efficienza energetica degli edifici e per la sostituzione dei sistemi di riscaldamento anche dei privati, investimenti sulla mobilità sostenibile e stop ai dati che creano allarmismo sono alcune priorità che Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, presenterà oggi.
È poi necessaria ”una forte guida del Governo, sul modello della cabina di regia di Italia Sicura”. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi chiede di ”cambiare la normativa” sul conteggio dei giorni di sforamento del tetto delle polveri sottili, non ripartendo ogni volta dal capodanno, ma ”considerando sempre i 365 giorni precedenti”. Mentre la cura da cavallo del Movimento 5 Stelle suggerisce ”la totale sostituzione del parco auto privato e pubblico alimentato a gasolio e benzina”, rilancio del trasporto pubblico, treni locali, ciclabilità urbana (su questo punto è d'accordo con il ministro Delrio), riqualificazione energetica degli edifici. Critiche al governo sono arrivate anche da Lega, Verdi, Forza Italia, Sel mentre una difesa dell'operato dell'Esecutivo l'ha fatta il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini rivendicando che ”nella legge di stabilità ci sono diverse misure antismog, dagli eco bonus per le abitazioni ai fondi per le ciclovie a partire da Roma”.
Ha poi annunciato ”a giorni due provvedimenti significativi e innovativi: il protocollo sulle Smart city e la norma sul Trasporto Pubblico Locale”. Sono già attivi finanziamenti alle regioni per centraline di ricarica dei veicoli elettrici. L'auto si conferma il mezzo preferito dagli italiani secondo l'Istat che per il 2015 ha calcolato che per andare al lavoro si sono messi alla guida quasi 7 su 10, il 68,9%. A Roma, afferma Legambiente, ci sono 71 auto ogni 100 abitanti. A Genova, il sindaco Marco Doria ha annunciato un provvedimento di divieto di circolazione di 25.000 veicoli immatricolati a fine Novecento su un parco auto circolanti in città di oltre 400.000 unità.
La Capitale è ultima tra le grandi città europee per metropolitane, tram, ferrovie suburbane e senza un reale cambio delle politiche nazionali la situazione rimarrà invariata, visto che non sono in cantiere progetti nè investimenti, dice Legambiente che oggi farà un ”flash mob” davanti al ministero dell'Ambiente per fare pressing sul governo per una politica concreta e un piano straordinario per la mobilità urbana.